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The Night Of

no15

Non molti ne hanno parlato ma l’occasione è d’uopo per approfondire la “questione”. Questa serie capolavoro non assomiglia a nessun altro prodotto, è tesa, livida, persino oserei dire immaginifica e scandagliante l’animo umano con acutezza glaciale, da cardiopalma, parimenti al ritmo “isterico” della sua “planimetrica” suspense al contagocce, misurata, di sobrietà calcolata come un rasoio fendente le nostre “pupille” gustative la notte più buia, interminabile, infinita come un orizzonte languido e piangente “al cipresso” di dubbi, incognite (non) svelate, lentezza narrativa che si sofferma bellissima sui volti di attori nati per la parte, per l’immersione infernale nella midnight e dintorni, arroccati nelle certezze di anime però vacillanti, che titubano per una speranza che (non) c’è. Un “gatto nero” sin dai titoli di coda stupefacenti, quasi horror, una serie scritta da Zaillian assieme a quel “misconosciuto” Richard Price che alla notte di New York è affezionato e con alterne fortune aveva già confezionato storie “macabre” alla Mad Dog & Glory. Profuma di Scorsese, un after hours stavolta cupo, opalescente come una fotografia che non sbaglia un’atmosfera. “Ovattata” nell’angusta prigione di anime “arrugginite” ma roventi.

di Stefano Falotico

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Oscar’s Best Picture Screwup: The Real Story, As Pricewaterhouse Takes Blame

Che epica gaffe!

Gaffe Beatty

UPDATE with PricewaterhouseCoopers statement: The Best Picture gaffe that marred tonight’s Oscar broadcast was caused by a doppelganger Best Actress envelope mistaken for the night’s final prize caused the unprecedented screw-up that temporarily bestowed the top trophy to La La Land instead of rightful winner Moonlight. Accounting firm PricewaterhouseCoopers confirmed just now that the fault was theirs:

We sincerely apologize to Moonlight, La La Land, Warren Beatty, Faye Dunaway, and Oscar viewers for the error that was made during the award announcement for Best Picture. The presenters had mistakenly been given the wrong category envelope and when discovered, was immediately corrected. We are currently investigating how this could have happened, and deeply regret that this occurred. We appreciate the grace with which the nominees, the Academy, ABC, and Jimmy Kimmel handled the situation.

The scandalous ending was the topic of conversation at the Governors Ball and other parties right still going on, and nearly everyone involved or who was in proximity has been saying that presenters Warren Beatty and Faye Dunaway were simply given the wrong envelope.

Beatty seemed to detect something was amiss; he was slow to call out the Best Picture winner, and finally showed it to Dunaway, who saw the La La Land title and announced it.

La La Land producer Jordan Horowitz, who stopped the revelry to announce that in fact Moonlight was the winner, told our Pete Hammond that he was given the Best Picture envelope by a stagehand, this as fellow producer Marc Platt had given his portion of the acceptance speech. That slip clearly named Moonlight Best Picture, and Horowitz saw that Beatty held a different slip in a different envelope that had “lead actress” on it. This led to the shocking turn of events.

The question is: how could such a thing happen? And, despite the accounting firm’s claim that the mistake was quickly rectified, how is it possible that the La La Land producers not only made the triumphant walk to the stage, but Platt finished his round of thank yous, and Horowitz began speaking, before the mistake was addressed. Sources said that one of those accountants apparently told a stage manager, who handed the correct slip to Horowitz.

Why was it incumbent on this producer, who just had his dreams dashed on a global stage, to announce the real winner? Where were the producers at this point? And why didn’t Beatty bring things to a screeching halt and insist that Kimmel or one of the show’s producers take a look at what clearly was a bogus winner card? There is clearly blame to go around, but the scrutiny will be placed on PricewaterhouseCoopers, the accounting firm that tallies the votes and keeps them secret until they can be revealed at the Dolby Theatre. According to a pre-Oscar article on Forbes.com, there is strict protocol designed to prevent gaffes. Only two partners in the firm, Martha Ruiz and Brian Cullinan, know the winners beforehand. Each carries a brief case with a duplicate set of the 24 winners, and they stand on either side of the stage to be able to hand winning slips to presenters, depending on which side of the stage they approach from. Best Actress winner Emma Stone said tonight that she still has her winning slip, and Beatty and host Jimmy Kimmel said the Best Picture winner was read from a duplicate of her prize. So the Academy and the accounting firm will have to answer how a system designed to be foolproof could have led to the worst possible screw-up, one that marred an otherwise stellar night for Hollywood.

Were both of Stone’s buck slips mistakenly placed in the one briefcase? We won’t have all the answers until tomorrow — the Academy is still trying to definitively ascertain what happened, and unlike PwC hasn’t released an official statement — it seems likely that it will be the prestigious accounting firm facing an audit.

 

Sylvester Stallone, analisi di un attore-regista a suo modo unico e (in)contestabile

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Tra le figure (non) prominenti del Cinema mondiale, spicca da un quarantennio abbondante Sylvester Stallone, detto Sly, amichevolmente un man da Planet Hollywood. Se diamo una scorsa alla sua filmografia, ci stupiamo, col senno di poi e da “poeti”, che sia così famoso. A parte il primo e ultimo Rocky, infatti, sono pochissimi i film di qualità del “nostro”. Qualcuno obietterà? E Rambo, a cui io, nuovamente, includerei il suo “cimiteriale” canto del cigno? Sì, Stallone non è un attore diciamo da Oscar, e non allibisce il “fallo” che proprio il suo Balboa sia, caso raro nella storia, il personaggio che per sole due volte gli ha fatto guadagnare la nomination proprio appunto per lo stesso “character”. Eppure Stallone, alla soglia dei 71 anni non è una sola, neppure una “sogliola”, considerando ancora la sua stazza muscolare e, “previo” qualche ritocchino di botox e sospetti di parrucchino, non è neanche un attore da prendere, come si suol dire, sotto gamba. Nella sua comunque lunga e, sì, stimabile carriera, ha interpretato “soltanto” un ruolo, quello del loser che con una buona dose di volontà, indefessa ostinazione, anzi, “abnegazione” della robustezza atletico-mentale, non si fa metter sotto da nessuno e insegue, anche vanagloriosamente, ideali perfino zuccherosi e utopici di libertà, saggezza, direte voi spicciola, ingenuo POP a colpi di pugni come macigni e un labbro pendulo da semi-paresi facciale innata nel suo DNA da non tanto bello, mai cattivo e sporco affatto. La sua integrità filmografica che se ne frega della Critica “alta” l’ha reso una star indiscussa, a suo mo(n)do fascinosa. Questo suo volto impietrente, pietoso perfino e patetico, da cane bastonato dai bicipiti giganteschi, la sua bontà cesellata in espressioni autentiche da uomo della porta accanto, quest’aspetto da buttafuori simpatico, gli ha dato la solidità di essere Stallone. Allorché, qualche anno fa, non tanti a dir il vero, anche la Critica con la C maiuscola ha cominciato a prenderlo in considerazione. Perché Stallone piace. E gli perdoniamo tutto. Anche la sua “imbecillità” che ha poco da spartire con l’eleganza “psicanalitica” di Woody Allen, colui che più, non solo nel fisico e nel cervello, gli è agli antipodi. Forse agli antipatici, eh eh.

di Stefano Falotico

Photo by Karen Ballard

Photo by Karen Ballard

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Hell or High Water – Recensione

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Film “caso” dell’anno, presentato a Cannes alla sezione Un Certain Regard, film sul quale in pochi, anche dopo averlo visionato, avevano scommesso. Invece, il successo in patria è stato eclatante, portando la pellicola in vetta al gradimento della Critica, e posizionandolo nella categoria nominata di Miglior Film, appunto, ai prossimi Academy Award. Scrutiamo con “esattezza” e puntiglio questo film apparentemente passato “inosservato” che, nel giro di una manciata di mesi, da vero “sleeper”, è cresciuto enormemente negli apprezzamenti, spopolando coi premi e ambendo al massimo riconoscimento dell’Oscar. David Mackenzie, il regista, per di più, non è mai stato così tanto elogiato dalla Critica come in questa “circostanza”. Un western autunnale di lisergica forza magnetica, improntato su una trama ridotta all’osso. Due fratelli scalcagnati e “sfigati”, all’improvviso, come una detonazione “illuminante” nel lor cuore di losers, decidono di rapinare banche per estinguere il mutuo. Rapineranno filiali dello stesso istituto per singolari cifre pellicole che non interessano all’FBI. Inoltre, secondo i nuovi provvedimenti, le banche non son più dotate di efficienti sistemi di registrazione e quindi, in maniera “anonima” e aggiungo io anomala, “prelevano” a sbafo soldi e non mazzette contrassegnate, per un gioco “facile” da vecchi lupacchiotti del mar ch’è la giungla di questo Texas degradato, “messicaneggiante” come Donald Trump odierebbe. Alle loro calcagna però uno “spietato” sceriffo di contea, un grande come sempre Jeff Bridges, stanco, disilluso, con la pancia gonfia imbevuta di ettolitri infiniti di birra fresca come la sua bollente ira repressa. E le scene migliori appartengono ai vecchi diners nostalgici di un c’era una volta sull’orlo dell’implosione e dell’estinzione, seguiti “passo passo” dalle ballate di Nick Cave e da una fotografia virante a luci giallo-ocra come panorami desolanti di un film di Malick trattenuto da energie rocambolesche d’inseguimenti “grotteschi”. Il trio d’interpreti, col già (ec)citato Jeff Bridges, funziona a meraviglia, con un plauso particolare per la prova gaglioffa di un Ben Foster gigione e ubriacone di folle e scriteriata volgarità con “manie” suicide. Un film forse sopravvalutato dagli americani, ma di bella fattura, trama scarna ed essenziale ma di taglio espressionista come i Coen, un Fargo immerso nella natura crespa e arida di un mondo che punisce i suoi figli più puri, un film di slanci, di pigrizie, di sbagli esistenziali, di crepuscolari colpe che rimarranno nella segretezza ermetica della memoria “sbadigliante”.

di Stefano Falotico

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Silence – Recensione

Urge il dolore mor(t)ale nella purificazione delle anime ansimanti per la sal(i)vazione

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In quanti sosterranno questo kolossal dalla fotografia nebbiosa, “acquitrinante”, urlante, spettacolarmente vibrante, sanguigna e passionale, e non si addormenteranno? Fioccano già le critiche superficiali, e gente di poco (s)conto lo disprezza, avvisando i futuri spettatori di munirsi di un cuscino. Perché reputano l’ultima fatica “patibolare” di Scorsese un film lentissimo, noioso “a perdi(f)iato”, da cullarci nelle braccia di Morfeo. Invece, il (co)raggio del titanico Martin s’erge possente e non spossante, di altezza elevata riposante e disossante fra riprese di bellezza sconfinata, paesaggi e passaggi di un’altra epoca, nella “litania” sofferentissima di una persecuzione schiacciata, torturata, “fratturata”, dilaniata in modo straziante e strangolante da poteri inquisitori che calpestarono chi non “calpestava”. Film notturno, elegiaco, mortifero, di teschi ambulanti come Adam Driver col suo cor(po) triturato, anchilosato, magrissimo e cristologico, di figure “patetiche” come Andrew Garfield sto(r)ico, di un Neeson ieratico e orientaleggiante, profeta di alt(r)i suoi personaggi mentori, mentitore qui di una fede (non) vissuta, non (r)espirata per sopravvivere, per campare, per (r)esistere mentre il grido munchiano degli uccisi squittisce languido e pietoso ché forte, viv(id)o s’oppose, in chi fece resistenza per una cristiana esistenza.

Film sofferto, PASSION project difficile, complesso, mentre il mo(n)do di vivere odierno (s)corre nel cinismo e, barbarico, ammazza altre coscienze fedeli a una religione, e martirizza i nostri sguardi dietro visioni che non accecano come questa.

Forse non un capolavoro, forse, ma estremamente perfetto, mirabilissimo, di scuola di un’altra era. Di una volta, ieri scomparso ed estinto, che c’era fra volti marmorei e “violenti” di cera.

di Stefano Falotico

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Sully – Recensione

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Film pacato di Eastwood che s’immerge notturno in riprese bellissime, “a pelo d’acqua” increspate nella nostalgia della “teoria del vol(t)o” di un asciutto Tom Hanks magistrale. Poco meno di due ore che millimetriche raccontano il Miracolo sull’Hudson, di come questo capitano coraggioso dalla mano mai tremolante salvò 155 passeggeri sorvolando Manhattan con due motori rotti senza nessun guasto della sua anima, atterrando su un fiume gelido in pieno inverno. Ancora lune crepuscolari per Eastwood che ci racconta da varie ottiche, prospettive, analessi, quest’evento straordinario, concedendosi incubi foschi come un aereo che precipita e si schianta sui grattacieli, rimembrante la tragedia dell’11 Settembre che aleggia mortifera e fatale in questa storia invece di “salvazione”, quasi cristologica per come ci viene scandita, narrata, intelaiata da una partitura malinconica “carezzata” dall’aplomb di un Hanks “ceruleo” come i suoi grigi capelli canuti, robusto nel camminar a passo cheto nel cuore di “tenebra” della sua tenerezza. Il resto è da guardare, anche se a qualcuno potrà non piacere per la sua eccessiva linearità e per il suo didascalismo. O perché allunga i “sintetici” 208 secondi in 96 minuti che riavvolgono sempre il nastro di quella “registrazione” mnemonica indimenticabile di una scatola nera prodigiosa. Eccellenti le riprese (dis)umane del salvataggio. Anche se non è un capolavoro.

 

di Stefano Falotico

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Golden Globe, la lista completa dei nominati, fra esclusioni celebri, contenti e infelici

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Ebbene, alle ore 14 e 15 di oggi pomeriggio, Lunedì 12 Dicembre, son stati finalmente diramati i nomi dei candidati ai prossimi Golden Globe, che si terranno l’8 Gennaio e saranno presentati dall’entertainer Jimmy Fallon.

Come annotato dall’eminente Deadline nella sua nota fra gli “snobbati” di quest’imminente edizione, davvero tanti i nomi che, impietosamente, son stati esclusi dai giochi. Un silenzio, a dire la verità, implacabile e di sottile, triste ambiguità s’è abbattuto verso Beverly Hills ove i candidati son stati annunciati perché, a ben rifletterci, questi Golden Globe, trascurando molti film e attori che, a nostro avviso, dovevano esser seriamente presi in considerazione, c’appaiono a prima vista assai superficiali. Notevoli e ingiustificate, ad esempio, le esclusioni di Scorsese col suo strabiliante Silence, che non compare in nessuna (!) categoria, così come “eccellente” aver tenuto all’asciutto Tom Hanks di Sully, che speriamo possa rifarsi alle nominations agli Oscar, invero più prestigiose. Nella categoria Miglior Attore per Comedy/Musical, i Golden snobbano totalmente George Clooney di Ave, Cesare e De Niro di The Comedian, la cui interpretazione, in un film sofisticato e di “antica” scuola alla Woody Allen, con tanto di atmosfere “manhattaniane”, era apparsa degna di menzione. E che dire inoltre del povero Matthew McConaughey di Gold, a cui non è bastato imbruttirsi e ingrassare per poter essere candidato? E a questo punto appare assai improbabile anche che gli Academy Awards possano reputarlo un outsider in grado di poter entrare nella cinquina dei futuri Best Actor. Ignorati completamente, ed è altro un macroscopico, “delittuoso” errore, anzi orrore, Anthony Hopkins per Westworld e il vivace, potente Michael Keaton di The Founder.

Ma, contenti o scontenti che siano gli esclusi, e con le nostre dovute riserve su queste definitive, “inappellabili” candidature, scorriamo appunto la lista completa, “doverosamente” in “lingua originale”.

FILM

Best Motion Picture – Drama

HACKSAW RIDGE
Pandemonium Films / Permut Productions; Summit Entertainment A Lionsgate Company

HELL OR HIGH WATER
Sidney Kimmel Entertainment / Film 44 / LBI Entertainment / OddLot Entertainment; CBS Films / Lionsgate

LION
See-Saw Films; The Weinstein Co.

MANCHESTER BY THE SEA
Pearl Street Films / The Media Farm / K Period Media / The A | Middleton Project / B Story; Amazon Studios

MOONLIGHT
A24 / Plan B / Pastel; A24

Best Performance by an Actress in a Motion Picture – Drama

Amy Adams, ARRIVAL

Jessica Chastain, MISS SLOANE

Isabelle Huppert, ELLE

Ruth Negga, LOVING

Natalie Portman, JACKIE

Best Performance by an Actor in a Motion Picture – Drama

Casey Affleck, MANCHESTER BY THE SEA

Joel Edgerton, LOVING

Andrew Garfield, HACKSAW RIDGE

Viggo Mortensen, CAPTAIN FANTASTIC

Denzel Washington, FENCES

Best Motion Picture – Musical or Comedy

20TH CENTURY WOMEN
Annapurna; A24

DEADPOOL
Twentieth Century Fox; Twentieth Century Fox

FLORENCE FOSTER JENKINS
Paramount Pictures / Pathe / BBC Films; Paramount Pictures

LA LA LAND
Impostor Pictures / Gilbert Films / Marc Platt Productions; Summit Entertainment A Lionsgate Company

SING STREET
Cosmo Films; The Weinstein Co.

Best Performance by an Actress in a Motion Picture – Musical or Comedy

Annette Bening, 20TH CENTURY WOMEN

Lily Collins, RULES DON’T APPLY

Hailee Steinfeld, THE EDGE OF SEVENTEEN

Emma Stone, LA LA LAND

Meryl Streep, FLORENCE FOSTER JENKINS

Best Performance by an Actor in a Motion Picture – Musical or Comedy

Colin Farrell, THE LOBSTER

Ryan Gosling, LA LA LAND

Hugh Grant, FLORENCE FOSTER JENKINS

Jonah Hill, WAR DOGS

Ryan Reynolds, DEADPOOL

Best Performance by an Actress in a Supporting Role in any Motion Picture

Viola Davis, FENCES

Naomie Harris, Moonlight

Nicole Kidman, LION

Octavia Spencer, HIDDEN FIGURES

Michelle Williams, MANCHESTER BY THE SEA

Best Performance by an Actor in a Supporting Role in any Motion Picture

Mahershala Ali, MOONLIGHT

Jeff Bridges, HELL OR HIGH WATER

Simon Helberg, FLORENCE FOSTER JENKINS

Dev Patel, LION

Aaron Taylor-Johnson, NOCTURNAL ANIMALS

Best Director – Motion Picture

Damien Chazelle, LA LA LAND

Tom Ford, NOCTURNAL ANIMALS

Mel Gibson, HACKSAW RIDGE

Barry Jenkins, MOONLIGHT

Kenneth Lonergan, MANCHESTER BY THE SEA

Best Original Screenplay

Damien Chazelle, LA LA LAND

Tom Ford, NOCTURNAL ANIMALS

Barry Jenkins, MOONLIGHT

Kenneth Lonergan, MANCHESTER BY THE SEA

Taylor Sheridan, HELL OR HIGH WATER

Best Motion Picture – Animated

KUBO AND THE TWO STRINGS
Laika; Focus Features

MOANA
Walt Disney Animation Studios; Walt Disney Studios Motion Pictures

MY LIFE AS A ZUCCHINI
Rita Productions / Blue Spirit Productions / Gebeka Films / KNM; GKIDS

SING
Illumination Entertainment; Universal Pictures

ZOOTOPIA
Walt Disney Animation Studios; Walt Disney Studios Motion Pictures

Best Motion Picture – Foreign Language

DIVINES (FRANCE)
A Coproduction With Easy Tiger France 2 Cinema; Netflix

ELLE (FRANCE)
SBS Productions; Sony Pictures Classics

NERUDA (CHILE)
Fabula / AZ Films / Funny Balloons / Setembro Cine; The Orchard

THE SALESMAN (IRAN / FRANCE)
Memento Films; Asghar Farhadi Production; Arte France Cinema; Amazon Studios; Cohen Media Group

TONI ERDMANN (GERMANY)
Komplizen Film in co-production with coop99 / knm / Missing Link Films; Sony Pictures Classics

Best Original Score – Motion Picture

Nicholas Britell, MOONLIGHT

Justin Hurwitz, LA LA LAND

Johann Johannsson, ARRIVAL

Dustin O’Halloran, Hauschka, LION

Hans Zimmer, Pharrell Williams, Benjamin Wallfisch, HIDDEN FIGURES

Best Original Song – Motion Picture

“Can’t Stop The Feeling!”, TROLLS
Music by: Justin Timberlake, Max Martin, Shellback
Lyrics by: Justin Timberlake, Max Martin, Shellback

“City Of Stars”, LA LA LAND
Music by: Justin Hurwitz
Lyrics by: Benj Pasek, Justin Paul

“Faith”, SING
Music by: Ryan Tedder, Stevie Wonder, Francis Farewell Starlight
Lyrics by: Ryan Tedder, Stevie Wonder, Francis Farewell Starlight

“Gold”, GOLD
Music by: Brian Burton, Stephen Gaghan, Daniel Pemberton, Iggy Pop
Lyrics by: Brian Burton, Stephen Gaghan, Daniel Pemberton, Iggy Pop

“How Far I’ll Go”, MOANA
Music by: Lin-Manuel Miranda
Lyrics by: Lin-Manuel Miranda

TELEVISION

Best Television Series – Drama

THE CROWN, Netflix
Left Bank Pictures in association with Sony Pictures Television

GAME OF THRONES, HBO
HBO Entertainment in association with Bighead, Littlehead; Television 360/ Startling Television

STRANGER THINGS, Netflix
21 Laps for Netflix

THIS IS US, NBC
20th Century Fox Television

WESTWORLD, HBO
HBO Entertainment in association with Kilter Films, Bad Robot, and Warner Bros. Television

Best Performance by an Actress in a Television Series

Caitriona Balfe, OUTLANDER

Claire Foy, THE CROWN

Keri Russell, THE AMERICANS

Winona Ryder, STRANGER THINGS

Evan Rachel Wood, WESTWORLD

Best Performance by an Actor in a Television Series – Drama

Rami Malek, MR. ROBOT

Bob Odenkirk, BETTER CALL SAUL

Matthew Rhys, THE AMERICANS

Liev Schreiber, RAY DONOVAN

Billy Bob Thornton, GOLIATH

Best Television Series – Musical or Comedy

ATLANTA (FX)
FX Productions

BLACK-ISH (ABC)
ABC Studios

MOZART IN THE JUNGLE (AMAZON)
Amazon Studios

TRANSPARENT (AMAZON)
Amazon Studios

VEEP (HBO)
HBO Entertainment

Best Performance by an Actress in a Television Series – Musical or Comedy

Rachel Bloom, CRAZY EX-GIRLFRIEND

Julia Louis-Dreyfus, VEEP

Sarah Jessica Parker, DIVORCE

Issa Rae, INSECURE

Gina Rodriguez, JANE THE VIRGIN

Tracee Ellis Ross, BLACK-ISH

Best Performance by an Actor in a Television Series – Musical or Comedy

Anthony Anderson, BLACK-ISH

Gael Garcia Bernal, MOZART IN THE JUNGLE

Donald Glover, ATLANTA

Nick Nolte, GRAVES

Jeffrey Tambor, TRANSPARENT

Best Television Limited Series or Motion Picture Made for Television

AMERICAN CRIME (ABC)
ABC Studios

THE DRESSER (STARZ)
BBC / Playground Entertainment / Sonia Friedman Productions

THE NIGHT MANAGER (AMC)
Ink Factory / AMC Studios

THE NIGHT OF (HBO)
HBO Entertainment in association with BBC, Bad Wolf Productions and Film Rites

THE PEOPLE v. O.J. SIMPSON: AMERICAN CRIME STORY (FX)
Fox 21 Television Studios and FX Productions

Best Performance by an Actress in a Limited Series or Motion Picture Made for Television

Felicity Huffman, AMERICAN CRIME

Riley Keough, THE GIRLFRIEND EXPERIENCE

Sarah Paulson, THE PEOPLE v. O.J. SIMPSON: AMERICAN CRIME STORY

Charlotte Rampling, LONDON SPY

Kerry Washington, CONFIRMATION

Best Performance by an Actor in a Limited Series or Motion Picture Made for Television

Riz Ahmed, THE NIGHT OF

Bryan Cranston, ALL THE WAY

Tom Hiddleston, THE NIGHT MANAGER

John Turturro, THE NIGHT OF

Courtney B Vance, THE PEOPLE v. O.J. SIMPSON: AMERICAN CRIME STORY

Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television

Olivia Colman, THE NIGHT MANAGER

Lena Headey, GAME OF THRONES

Chrissy Metz, THIS IS US

Mandy Moore, THIS IS US

Thandie Newton, WESTWORLD

Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television

Sterling K. Brown, THE PEOPLE v. O.J. SIMPSON: AMERICAN CRIME STORY

Hugh Laurie, THE NIGHT MANAGER

John Lithgow, THE CROWN

Christian Slater, MR. ROBOT

John Travolta, THE PEOPLE v. O.J. SIMPSON: AMERICAN CRIME STORY

 
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