“From Hell”, recensione
Le carni rubate da un’anima malvagia, il Male purtroppo non può essere cancellato, eterna è la crudeltà del Mondo
Dall’Inferno dei coltelli, della brace del cannibale, un eroe gotico a mantello indagatorio dello smascherarlo in smantellante apparenza di un enigma purtroppo mai scoperto, e le notti si rabbuiano nel dubbio più angoscioso…
Londra, 1888, come il millennio oscuro del Diavolo a tris (s)fortunato, 666. Il Diavolo ha assunto la forma di un invisibile mostro, Jack the Ripper, il primo serial killer della Storia. O, almeno, da quando l’umanità ha imparato a dare un identikit a questa “personificazione” perversa, “voluttuosa” degli assassini d’orrida, reiterata tale linea omicida. Scadenze di pari crimine uccidente in formula pressoché identica.
I fratelli Hughes traggono “sangue” dalla graphic novel di Alan Moore, fumettista da non confondere con Frank Miller, anche se le sin city sono analogie speculari e combacianti in lussuriose stranezze della Luna dentro impermeabili detective dall’aria stanca eppur mai vinta.
Prostitute uccise da un uomo senza volto che s’aggira al buio e abbranca da dietro, sferra pugnalate sbrananti, un Hannibal Lecter che fugge nella dissolvenza del “pacato” estinguere vite come un macellaio che supplica morte altrui, e ne gode da lurido sadico il desiderio d’averne giovato, aspirandone i vitali cuori. Sogghignando in denti “giugulari” dalla delirante onnipotenza in vetta criminosa delle più atroci.
Il gioco non è tanto uccidere impietosamente, con oculatezza mirare a bersagli facili, ma sfidare l’intuito di chi vorrà fermare la sua sete… da vampiro.
Deputato al caso è l’ispettore Abberline. E chi se non Johnny Depp? Zigomi taglienti, iridi nere, apice del maledetto in freddezza carismatica del romantico danzar dolce nell’esistenza con la coscienza che tutto è imbrunito pudore sempre da sorvegliare, da custodire e stringere perché non sia ferito dall’oscenità di chi, abominevolmente, tenterà d’essiccarle.
Scoccano scintille d’amore, ma la morte incombe, il mistero è stato risolto (?) o, agghiacciati, moriremo tutti nel Mondo che non puoi cambiare?
Morto, scomparso, eclissatosi un mostro, ne nascerà un altro, più crudele, poi un altro più ingenuo, ma sempre sarà mostruoso.
Il film vive d’atmosfere tristi, ridenti giusto un po’ prima di spegnersi.
Non abbiamo speranza.
Immergiamoci in basca, beviamo assenza per non vedere.
Per illuderci. Come Johnny Depp.
Oblio.
(Stefano Falotico)