Taxi Driver
Dormire o sonnecchiare nel dormiveglia e armi contundenti dell’anima rapita dall’insonnia, dal sonn(ifer)o all’incognita orrenda del Mondo.
Travis si lustra profondo, scova lo scheletrico suo Bickle a luci rosse, penzola d’oscillar vacuo e d’impermeabilità apparente, si sfama di sete rubata in baci setosi su fronte sempre aggrottata nei dubbi che l’esistenza non sia, il suo Cuore gracchia e vocifera, colora lanterne opache del trascendere e nell’Inferno è discesa apocalittica per ascendere a eroe ambiguo, come il Messia. Ché sia Satana o child of God. In tal “diocesi” giudeocristiana della finta società, tortura il suo asma, stira l’anima eppure l’ammira, affinando le sue celate ire, il suo neo(n) rubescente in tal marcescenza e stolta di tutti nell’ammassante marcetta ammazzante, ingrana la marcia delle “granate”, gratta il nemico, suo spauracchio “sessuofobo” o puritano dell’essenza in lui mai tradita. Scarnisce per essere più carnivoro nella metafisica che salta su, impazzisce, svirgola di pneumatico ed arde violento, con implacabili furie ad avventarsi, arroventato pavone finalmente a ventaglio. Mitragliante quel che nascose di vorace ventre. Animale e vampiro, bambino e mostro, mai redenzione ma out of control per combaciare calibrato, perfetto alle imperfezioni della quadratura “accerchiante”.
Sparando, si salva. Gran Torino di Clint Eastwood è forse iniziato qui… nell’apoteosi del più grande Scorsese, Clint è il De Niro “vecchio” di Taxi Driver.
Variazioni sul tema di Travis? Può essere visto in vari modi, secondo mille e più sfaccettature, come un personaggio pirandelliano.
Una potrebbe essere questa…
Firmato Stefano Falotico