L’estasi, le mie “estati” perenni da Dances with Wolves, uno dei film più importanti e speranzosi della Storia del Cinema
di Stefano Falotico
Parto in questo mio con tale “screanzata”, furiosa esternazione, lucida come le gocce ataviche del mio mant(ell)o crepuscolare, nato “indiano”, forse zingaro, amante delle lune sterzanti a Oriente nel firmamento delle mie gioie spesso silenti, ché vivo le emozioni “mutamente”, quasi mai (s)tirandole fuori, “strangolato” dalla bellezza implosa della mia anima contemplativa, che mai soggiacerà al ghiaccio dei comuni “mortali”. Eterno, nell’etere m’arroventai e sempre brucerò, io, forse come vento nei capelli, guascone a cavallo della sua ascia di guerra, a far lo scal(p)o in una dimensione incompresa, fuggevole tra le immensità del mio sangue per mille e una notte… corroso, lisissimo in quel che, in superficie da “super-fighe” e cul(ett)i, può esser giudicata soltanto una “meravigliosa” idiozia…
Svegliarmi quando mi pare, non rispettare nessuna regola “sociale” d’un mondo sempre più a me (lont)ano, ché questa è solo una battaglia di “be(l)a(n)ti” tutti uguali, uniformati a ficcartelo in culo, a spezzarti le gambe. E a “diagnosticarti” (am)puta(to) ancor prima che tu possa (ri)nascere, viver (dav)vero, con estrema fierezza del tuo uomo (caval)leggero, solfeggiante amori primaverili delle stagioni crep(it)anti per lei dal morbido “piumaggio”. E offrire alla “pellerossa” delle celesti(ali) rose nel tendone a me (in)teso, sbuffando da “toro”… seduto in amplessi alla Dustin Hoffman de Il piccolo grande uomo, indeciso se amar la sua bella da ribelle all’Arthur Penn oppure regalarle una “penna”, così imparerà a scrivere prima del “letto”.
Adoro Kevin Costner, uomo che girò questo capolavoro tra i fanghi, lui, giovine (ri)baldo da Fandango, da field of dreams, il superman di The Untouchables, la “capa dura” che finché non distruggerà Al “De Niro” Capone non sarà revenge come Dio inappellabile da Corte d’Appello comanda, su Bob che sa ridicolmente mandarlo a cagar’ con un patetico sei solo chiacchiere e distintivo!
Un superuomo, Kevin, che vi piaccia o meno, invidiosi di merda. È ancora “Bellissimo” da Retequattro, lui che ha sbagliato tanti film, che rifiuta un ruolo importante nel Django di Tarantino ma rimane il padre di Henry Cavill d’acciaio.
L’amico “inseparabile” di quel matto di Kevin Reynolds, ché nel “loro” Robin Hood rincontra Jimmy Sean Connery, che gli regala il suo Cuor di Leone, essendo entrambi uomini (ri)belli, sex symbol come ogni Principe dei “ladri” si rispetti. (M)alone della loro simile unicità.
E vi dirò di più, non m’importa un cazzo se mi piglierete platea(lmente) per il cul’, dandomi del “cuculo”.
Robin Hood della “ditta” Costner/Reynolds è uno dei film più romantici della Storia.
Non c’è Errol Flynn che tenga, qui Kevin ha anche, per la “doccia fredda” degli sguardi femminili alla Mastrantonio, un po’ di “pancetta”, ma pur sempre, coi suoi occhi languidi e azzurri…, provoca… un “lago”… e un effetto “rosso”… di ser(r)a bel tempo si sper(on)a… da “bodyguard” più “duro” (im)possibile, sghiacciandola in uno “scioglimento” mondiale… del nessun Waterworld che può c(r)ol(l)are, un flop “scandaloso”.
Uno dei primi grandi film postmoderni del Cinema di oggi, ieri e (do)ma(n)i… insomma, nel “richiamo” della f(or)esta, anziché utilizzare della musica medioevale, abbiamo Bryan Adams! Infinito!
Un Robin Sturm un d Drang più malinconico di qualsiasi altro ancora… Connery dei tempi d’oro con Audrey Hepburn… una Marian però decisamente più affascinante di Mary Elizabeth… anche se Pacino di Scarface sarebbe in disaccordo perché, nella pellicola di De Palma, era un fratello talmente geloso di lei da non voler che il suo miglior amico la impalmasse. E le sparò, non potendo “spalmarglielo” perché sarebbe stato un incesto più schifoso e (s)porco dello sceriffo di Nottingham, un Alan Rickman mai così villain e anche “villano”, che ammazza il padre di Kevin e poi muore ammazzato peggio che in Die Hard…
Dio, però, che è immenso e caritatevole, lo “perdonerà” e lo rispedirà “paranormale” in quella cagata da Purga(torio) della serie di Harry Potter, ove sarà (co)stretto, per riguadagnare il Paradiso, a dar ripetizioni ai bambini prodigi… e perdendo il fascino del “cattivo” che non deve chiedere mai…
Ma torniamo a Kevin, non perdiamoci in attori relegati a parti da bastardi.
Kevin sbanca e “sbrana” tutti con Dances…, un “bad” lieutenant che contravviene agli ordini, tenta il suicidio quando gli annunciano che devono “togliergli”… la gamba e sostituirla con una di legno. Al che, diventa più mit(ic)o di Apocalypse Now, non c’è Jim Morrison con la sua nichilistica, magnifica this is the end…, ma tocchiamo lo stesso vertici lirici stupefacenti, coadiuvati da paesaggi mozzafiato, da una storia incredibile bigger than life, da una colonna sonora da urlo, e da “ululati”, di John Barry. Anche lui oscarizzato!
Certo, quanti film hai toppato, nostro Kevin.
Ma basterebbero questi… eppur non bastano.
Ti danno tutti, adesso, del “coglione”, ma i grandi sanno che questo non è A Perfect World, la tua migliore interpretazione.
Quanta poesia, poi, in Open Range…
Datemi retta, vi siete sbagliati come Christian Slater…
Stringetegli la mano perché, quando Kevin parte in quinta, assistiamo a qualcosa di enorme.
Non voglio esser superbo, lo sono. E sapete perché? Amo la “modestia”.
Esagero, magari fossi sabbatico a vita. Per esserlo, dovrei essere un ricchissimo principe.
Forse, principe lo sono nella mia anima pura, ma nei soldi no, eh eh.
Sì, tutti possono insegnarti qualcosa. Negli ultimi anni, ad esempio, son venuto in contatto con gente che prima altamente snobbavo. Sbagliai, in passato mi attorniai di esaltati che poi mi han rifilato la classica inculata bestiale. Obbligandomi, giocoforza, a ripartir daccapo, come non fossi mai esistito, costringendomi però lietissimanente alla ricerca di nuove persone e nuove relazioni interpersonali.
Questa nuova gente, forse più umile, si è invece sorprendentemente rivelata più umana di questi freddi robot stronzissmi. E da loro ho imparato anche a gustarmi più la vita, ad assaporare i giorni come fossero gli ultimi. Paradossalmente, mi son elevato più stando a contatto con persone modeste, che danno però più spazio ai sentimenti, che a frequentare i fighetti e i figli di papà-nababbi.
Questo sono io.