Black Mirror, quarta stagione: Hang the DJ
Ebbene, recensiamo quello che da molti è stato definito l’episodio certamente più riuscito di questa quarta stagione.
Immagini suadenti, una musica melodiosa e veniamo immersi in una sala convention. Almeno così sembra, perché invero è un lussuoso ristorante ove il cuore solitario del giovanissimo Frank sta aspettando una donna. Gli è stato fissato infatti un appuntamento. Sì, non è stato lui a decidere chi incontrare, non è stata la sua solitudine desiderosa di una relazione sentimentale a imbattersi, che ne so, attraverso siti d’incontri virtuali, in una persona che ha potuto “opzionare”, in cui proiettare il suo oggetto del desiderio, bensì il Sistema, un software sofisticatissimo che “recapita” alle anime bisognose d’amore la persona ideale sulla base di un semplice algoritmo che, misurando i nostri comportamenti, il nostro carattere, le nostre peculiarità emotive, le nostre genetiche sensibilità, ha affidato a un programma “specialissimo” il compito di selezionare le coppie. Al che, l’impacciato Farnk incontra Amy. Entrambi sono alla loro prima esperienza, prima d’allora non avevano mai sfruttato questa “app” molto particolare. Il Sistema ha inoltre deciso che il loro sarà un breve incontro, fuggevole, della durata di soltanto dodici ore. Non riusciranno a consumare e saranno preda delle loro goffaggini e timidezze ma noi spettatori capiamo subito che fra i due è scattato qualcosa di magico, la classica scintilla, è esplosa l’elettrizzante chimica dell’attrazione fatale. Ma, volenti o nolenti, sono costretti a lasciarsi malinconicamente. Sì, perché loro non hanno facoltà di scegliere chi vogliono come compagno della vita, è il Sistema che, in modo arbitrario e quasi autoritario, impone le scelte d’amore o presunte tali. Così, assistiamo in parallelo all’avvicendarsi di altri incontri, della durata più o meno variabile, in cui tutti e due, come d’altronde tutti coloro che abbiano deciso di vivere in questo Sistema, distopico e apparentemente idilliaco, pare che sottostiano in maniera remissiva alle discutibili regole del gioco. E vengono praticamente obbligati a fare sesso e frequentare, per quell’arco di tempo stabilito, persone che semmai ritengono insopportabili, decisamente non affini o agli antipodi rispetto al loro modo d’essere. Ma solo così il Sistema può, in base appunto alle loro reazioni, agli attriti che ne sortiscono, alle dinamiche emotive che s’innescano, decretare chi potrà essere definitivamente la loro anima gemella. Un purgatorio terrestre in cui gli abitanti del Sistema hanno abdicato persino benevolmente, senz’opporsi alla massacrante trappola psicologica, convinti che i loro sforzi saranno alla fine ripagati dalla giustezza di un mezzo pressoché infallibile.
Il Sistema li farà rincontrare e sarà ancora amore immortale. Però il Sistema nuovamente deve separarli… o forse no, perché i due innamorati si ribelleranno e altro non possiamo svelarvi. Come andrà a finire? Sfuggiranno dalla prigionia di una realtà solo in superficie linda e insindacabile che agisce tremendamente sulle loro anime unicamente per il loro “bene?”.
Lo sceneggiatore Charlie Brooker compie un prodigio di delicatezza e l’episodio è un mix irresistibile, fascinoso, appassionante di tenerezza romantica, di amor fou e angoscianti colpi di scena, scanditi con precisione narrativa tale da suscitare commozione ed empatia. Gettando comunque ancora una volta un’ombra inquietante su un futuro che assomiglia, per certi versi, mostruosamente al nostro presente, ove sembra che anche i sentimenti debbano rispondere a delle logiche “informatiche” e le emozioni par che siano cronometrate, regolamentate e schematicamente allineate secondo “programma”.
Regia del bravissimo Tim Van Patten e prova egregia, persino energica dei simpatici e coinvolgenti Georgina Campbell e Joe Cole.
di Stefano Falotico