The Comedian
Tutta la gente del mondo è occupata da tribolanti, inutili, stolti problemi di “natura” lavorativa, da corna fra marito e moglie… non metter il dito dell’amante, trascinato “amorevolmente” in tribunale, da polli che seguon le tribune elettorali dei comitati dei mal p(l)ag(i)ati, per poter pensare “seriamente” a Robert De Niro.
Ospite, ieri sera, della puntata del Jimmy Fallon Show, presto lo rivedremo “Re per una notte” per The Comedian.
Il regista doveva essere proprio Scorsese, poi il tutto passò nelle mani di Sean Penn, amico del produttore Art Linson, ma il film non è/era nelle sue corde, Sean, troppo serioso e “pesante”, così fu consegnato a Mike Newell che poi, essendo stata rimandata la data delle riprese da Novembre di quest’anno ai primi di Gennaio del 2016, decise di lasciar stare, “recapitandolo” più congenialmente, vuoi per il beneplacito del suo Bob, anche producer, a Taylor Hackford, “firma” forse non così esimia come i tre precedenti “esaltati”, (ec)citati e alle volte sopravvalutati, ma comunque un buon avvocato del diavolo.
La pellicola narrerà della strampalata vicenda d’un comico “volgare”, non ufficiale né gentiluomo, sul viale del tramonto, dotato, sì, di talento, quanto poco misurato nella sua carica eversiva (s)fatta, siffatta di parole troppo provocanti, che si becca una denuncia per aver “apostrofato” di microfono un po’ “rissaiolo” uno spettatore da lui prima b(l)andito. Verrà così affidato ai servizi sociali, ma non tutto il mal vien, (a)mici ipocriti, per nuocere, perché in rehab il nostro can(tor)e conoscerà una rossa gattina tanto bona che “lo raddrizzerà”, facendolo… “schizzare” di nuove gloriose notti da commediante di “fondoschiena sfondato”.
Il commediante chi è? Si distingue dal comico perché satira (a)sociale fa, dileggia, eccome, la società, polemico assomiglia a Crozza e prende per il cul le cozze, le “buzzicone”. A differenza di De Sica, è però più sottile e fine, non di grana grossa, colpisce con stile, anche se talvolta, come in questo caso, va fuori controllo, sbanda, esagera, “picchia” troppo duro di “briglia sciolta”.
Ma in verità, io vi dico, che commedianti lo siamo tutti, se solo “lo” voleste (dav)vero, donne, ridere(s)te di orgasmi più felici di quelli di Meg Ryan in Harry ti presento Sally, l’incarnazione muliebre “migliore” della vostra masochistica frust(r)ata. “Questa” fa ridere? No, fa male, ah ah, sì, vi voglio “cattivi”, non ponderatevi, siate dei Todd Solondz cazzuti a “spada (t)ratta”. La vita non è happiness!
Perdona e dimentica?! Ma manco per l’anima del cazzo!
Dei miei “cazzi” avrei ben donne, no, donde, da raccontarvi. L’altro giorno, una “topa”, sì, una tipina, che mi segue sul mio canale YouTube, mi ha contattato su Facebook per fissare, che fissa(ta), col sotto(sc)ritto, un appuntamento al “buco”, voleva, sì, ancor “tubare” tutta al buio in “massima definizione”.
Io l’incontrai, lei, alla mia vista, “terrorizzata”, così esordì: – Pensavo fossi un mezzobusto, non un bellimbusto.
E io: – Devi esserti fatta un’idea da monologo della vagina tutto di seghe non solo mentali, guardandomi in video. Con la tua “classe”, potresti fare la pornoattrice virtuale, pensavi fossi tronco, invece hai scoperto che possiedo, che “sedere”, un uccello più grosso della tua immaginazione.
Lo so, non fa ridere questa. È pessima, infatti non la scopai. Lei mi (ri)fiutò e fui perciò trombato. Ci scappò una scoreggina e un caffettino solo soletto da “lupetto”. (Ridere, ridere, ridere, applause...
È una stronza(ta), ma ridiamo di qualche cos(ci)a, non si può pen(s)ar solo ai morti ammazzati nelle catastrofi ambientali. Senza impiegati del catasto, come farà la casta a prenderli in giro, chi avvallerà coloro che, incattiviti da questo porcile, scenderanno a lacrime di valle? No, a valle di lame? Io sono un lama, spu(n)to quando meno te l’aspetti.
Ficcatelo in quel posto e salutami quella scema di tua madre. Fa troppo la leccata, dovrebbe leccarlo di più al consorte.
Da cui me che non credo all’amore ma alla proprietà privata del mio pisello, di parcheggio riservato nel Condom(ino) che t’ho fregato.
“Arrestatemi!”. Sono “socialmente pericoloso!”.
Qualcuno sostiene che De Niro sia troppo “vecchio” per far ridere, e mette solo tristezza.
Secondo me, l’unico “tristo” è lui che non ama eternamente Bob.
Siate Max Cady, altrimenti!
di Stefano Falotico
Al Jimmy Fallon Show, De Niro perché indossa il cappello?
Questo arcano è presto svelato, come sanno i ben informati. Perché Bob non vuole mostrare la crapa pelata, essendo in questi giorni impegnato nel biopic su Madoff e, naturalmente, per calarsi nel personaggio, si è dovuto rasare il cranio.
Our Brand Is Crisis – Official Trailer [HD] & Poster
“Our Brand is Crisis,” from director from David Gordon Green (“Pineapple Express,” “George Washington”), stars Oscar winners Sandra Bullock (“The Blind Side”) and Billy Bob Thornton (“Sling Blade”).
A Bolivian presidential candidate failing badly in the polls enlists the firepower of an elite American management team, led by the deeply damaged but still brilliant strategist “Calamity” Jane Bodine (Bullock). In self-imposed retirement following a scandal that earned her nickname and rocked her to her core, Jane is coaxed back into the game for the chance to beat her professional nemesis, the loathsome Pat Candy (Thornton), now coaching the opposition.
But as Candy zeroes in on every vulnerability – both on and off the campaign trail – Jane is plunged into a personal crisis as intense as the one her team exploits nationally to boost their numbers. Dramatic, rapid-fire and laced with satire, “Our Brand is Crisis” reveals the cynical machinations and private battles of world-class political consultants for whom nothing is sacred and winning is all that matters.
The drama also stars Anthony Mackie (“Captain America: The Winter Soldier”), Joaquim de Almeida (“Fast Five”), Ann Dowd (“Side Effects,” HBO’s “The Leftovers”), Scoot McNairy (“Gone Girl,” “Argo”) and Zoe Kazan (“Ruby Sparks”).
Green directs from a screenplay by Oscar nominee Peter Straughan (“Tinker Tailor Soldier Spy”), suggested by the documentary by Rachel Boynton, which outlined the American political campaign marketing tactics employed in the real-life 2002 Bolivian presidential election.
The film is produced by Oscar-winning Smokehouse Pictures’ principals Grant Heslov and George Clooney (“Argo”), with Bullock, Stuart Besser, and Participant Media’s Jeff Skoll and Jonathan King serving as executive producers.
Green’s behind-the-scenes creative team includes frequent collaborators director of photography Tim Orr, editor Colin Patton, production designer Richard A. Wright and composer David Wingo (“Manglehorn,”), as well as costume designer Jenny Eagan (“Now You See Me”).
“Our Brand is Crisis” is scheduled for release on Friday, October 30, 2015.
Warner Bros. Pictures presents, in association with Participant Media, a Smokehouse Pictures production, “Our Brand is Crisis.” The film will be distributed by Warner Bros. Pictures, a Warner Bros. Entertainment company.