Invictus Nelson Mandela
Invictus
Dal profondo della notte che mi avvolge,
Buia come un pozzo che va da un polo all’altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per l’indomabile anima mia.
Nella feroce stretta delle circostanze
Non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo d’ira e di lacrime
Si profila il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.
La sobrietà di un uomo che fuma morbidamente la sua vi(s)ta
Sexy, easy, semplicemente irresistibile, un uomo (l)ambito da mille donne poiché ne può avere (a) miliardi. Un uomo che (non) dà i numeri. Stuzzica fra le labbra, sguscia, entra, esce, penetrante ha gli occhi neri e limpidi dello schizz(at)o fra le gambe di notti potentemente cavalcanti in suo unicorno a farvi tutti cornuti poiché siete e rimarrete soltanto asini fatti neri ma sempre in bianco. Un uomo che ti fotte, gli basta aggrottar la fronte e tutte c(ro)ol(l)ano, un uomo oltre che ti guarda con strafottenza e, ancor inculante, spacca. Miei spacciatori, non provate a spaccarglielo perché altrimenti ti fa push(er).
Idol’s Eye di Assayas con De Niro & Pattinson, film “cancellato”, questo Big Tuna non s’ha da fare, che “pasticciaccio”, che “ladrocinio”
In internet, correva la voce da qualche giorno che i membri del cast e della troupe, comprese le comparse, eran stati “cont(r)attati” dai “portavoce” produttivi della pellicola, con l’ordine “perentorio” di potersene tornar a casa. Di far presto le valigie, abbandonare hotel e bungalow vari, lasciar, come si suol dire, baracche e burattini, e dar l’addio a un “set” appena allestito.
Già, tutti pronti per le riprese, anzi, a detta di taluni, le riprese eran già iniziate il 22 Ottobre scorso. Ma, per motivi di “forza maggiore”, la produzione ha improvvisamente, “fulminandoci” basiti, sospeso i ciak e dunque au revoir al nuovo film del gran francese Assayas.
Insomma, questa storia del Big Tuna continua, da anni, ad affascinare registi e attori, sceneggiatori e importanti nomi, tant’è che più volte Michael Mann annunciò che, fra i suoi mille progetti, c’era, forse c’è ancora, sebbene non ci sian state più news in merito, anche una “trasposizione” di tal “evento storico-mafioso-(in)decifrabile-“farraginoso”-confuso-ladro-boss-belle donne e furt(iv)o”.
Ma concentriamoci su questo film (s)fatto, non s’ha da farsi, dubito che mai più si farà.
Ecco, Assayas, allo scorso festival di Cannes, dove ha presentato l’ultimo suo Sils Maria, annuncia appunto ufficialmente che sta lavorando a un film intitolato Idol’s Eye, conferma Robert Pattinson, presente alla kermesse con Maps to the Stars e The Rover, come primo attore, e dichiara che è entusiasta di poter iniziare a “lavorarvi materialmente” a partire da quest’autunno.
Pochi giorni dopo, un altro Robert, De Niro, viene confermato come co-protagonista-rivale dell’“eroe” Pattinson. Una coppia mai vista, incredibile a cui presto s’aggiunge il nome di Rachel Weisz. Vengono, sin a quel momento, fornite poche indicazioni sulla trama. “Si dice” soltanto che si tratterà di un sofisticato action–thriller.
Quindi, subito dopo, le informazioni incalzano, si fan più consistenti e viene data più “definizione” concreta alla trama, con tanto di specificare quali saranno i rispettivi “panni” indossati dai due Robert.
E, altresì, finalmente si afferma apertamente che il film “misterioso-maestoso” verterà sul losco fattaccio “grandioso”, tristemente celebre nella cronaca nera “americana”, epocale per la sua assurda, mai davvero compresa e grottesca “veridicità”, denominato proprio Big Tuna.
In poche parole, per farla breve, ci fu un ladro, con la sua squadra (in)esperta di “specialisti”, che rapinò la casa del famoso mafioso-capoccia Tony Accardo, quando quest’ultimo era assente, per “questioni vacanziere-lavorative-di affari”, dalla sua abitazione.
Fin qui, tutto “normale”. Una rapina come tutte… come tante…
Quel che, invece, è sempre apparso tragicamente allucinante, ve lo spiego così.
Tony torna a casa e scopre che qualche ladro s’è intrufolato nella sua villa, non tanto per rubargli la cassaforte, quanto per fregargli il gioiello preziosissimo a lui più caro, l’Idol’s Eye, l’occhio dell’idolo…
Una perla che vale più di un’intera banca “saccheggiata”. Molto di più.
Un “piccolissimo” minerale dal valore appunto inestimabile in termini “monetari”, una vera e propria “risorsa aurea”.
Tony s’incazza, è il caso di dirlo, a morte. E giura vendetta.
Apparentemente, i ladri avevano compiuto il crimine perfetto ai danni del “fesso” criminale “(im)battibile”.
Nessuno ha sospettato nulla fin d’allora, i ladri han “sbancato” e nessuno li ha visti, eludendo tutte le misure di sicurezza-“blindate” che circondavano la villa. Sfuggendo “impuniti” agli occhi delle “stupide” sentinelle di Accardo.
Come no…
Passa un “battito di ciglia”, cioè una manciata di giorni, e il capobanda dei ladri viene trovato ammazzato, morto stecchito. È stato un sicario di Accardo a trucidarlo.
Insomma, avete capito. De Niro ha ucciso Pattinson, che voleva “rubargli la parte”.
Ah ah!
Che trama intrigante. Poi, la regia di Assayas avrebbe fatto eccome il suo dovere. È uno dei registi più sottili e intelligenti attualmente sulla piazza.
Grande! Invece, no.
Assayas e cast, De Niro e Pattinson volan alla volta di Toronto, ove si gireranno le scene principali, poi da spostar(si) a Chicago per gli ultimi “tocchi”, ed ecco che la compagnia di produzione del film, la Benaroya Pictures, manda a monte tutto.
Dichiarando, nello stupore generale, che per “problemi finanziari” dell’ultima ora, non “se la sente più”. Cioè, il “budget” è troppo elevato.
Che senso ha? Dico. La produzione dà il via alle riprese e poi, appena iniziate, si “accorge” che non ce la fa a “sostenerle?”. Ma dai! Che assurdità, che balla “kolossal”. Che trombata tremenda.
Che fregatura co(s)mica, da piangere.
Tutt’al più che la Benaroya “asserisce” che, “al momento”, tutto è bloccato… in attesa di scegliere un altro “team”. E che, così scritta, la sceneggiatura non “garantisce” cassetta.
Cioè, la Benaroya ha considerato troppo “particolare” Assayas e non è neanche convinta che De Niro e Pattinson siano gli attori adatti per le parti.
Questo si chiama scandalo!
Che casino.
Che Big Tuna.
Hanno ammazzato tutti e tutto.
di Stefano Falotico
Frankenstein Junior legge il suo Mel Brooks in Woody Allen di Branagh Hamlet
Ho sempre pensato di essere Kenneth Branagh e invece mi scoprii Zelig.
Il clown lunatico di Halooween, viaggio nella notte “pagana” d’un clown menestrello, il sottoscritto
Da tal odierno pomeriggio, (a) domani se leggerete tal mio post nel “mai”, dunque nel vostro “avvenire” da mal di mare, in quanto siete pessimi naviganti della non mia vi(t)a, sempre invece (in)ferma, ma non so se io ancor ci sarò quando mi legge(re)te, ecco, dalle prime ore pomeridiane, cioè ora che sto scrivendo questo pezzo “pazzo”, miei pupazzi di “neve”, in quanto freddo oramai fa e ritraete nelle piazze i fantocci a vostra (non) immagine e somiglianza, da cui il libro “The Snowman”, giallo di Jo Nesbø, presto che sarà trasposto dal regista de La talpa per il beneplacito produttivo di Scorsese Martin, ecco… ho perso il filo del discorso eppur non quello di Arianna, miei Minotauri “orchi” come Nicholson di Shining, da cui l’assideramento in quanto adulti cattivi, ecco, dolcetto o scherzetto?
Jack ebbe il mattino con l’oro in bocca e la Duvall non volle più scoparsi, la lasciò sgobbare nell’Overlook e quell’hotel provocò a tutti un brivido del miglior Kubrick, con buona “pece” di ogni “gobbo” di Notre-Dame, di ogni gargoyle e di sputa il rospo mio “bimbetto” altrimenti ti sgozzo, da cui il mostro di Carpenter riveduto in Rob… Zombie che non siete altro, per voi si prospetta la notte più “noir” da Romero e buon’alba invece a coloro che saranno Vampires. I vampiri fan grossi guai a Chinatown mentre il vostro “seme” della foll(i)a deve accontentarsi delle vecchie cosce della Parietti. Da cui le avventure del vostro uomo (in)visibile, tra il Porky’s e il canale del pensionamento su rincoglioniti dell’apocalisse simil Fuga da Los Angeles. Sì, vecchia figa fa rima con troioni, e chi va a troie va a puttane in ogni sen(s)o, da cui il detto “Tutte le strade portano a Roma”… e alle lupe mi salvi un “Al lupo al lupo!”.
Ebbene, i bambini suonano i campanelli ma i puttanieri voglion Campanellino e ogni Peter Pan, così vi(ri)lmente “svezzato”, s’adatta al porcile della mogliettina col suo uncin(ett)o. Eh sì, prima se la trombano e poi voglion che (s)tiri. Ah, che calzette, chi rammenda il maglioncino ora che fa nell’animo freschino, da cui il film Il grande freddo?
Io ho libri a cui pensare, voi dovete pen(ar)e invece da uomini non più liberi ma (in)castrati dalla donna che tanto ve la diede… a vedere quanto ora non vedete un cazzo, soprattutto il vostro, “deturpato”, usur(p)ato, andato e non più fantasioso. Sì, non sognate più “uccelli” v(i)olanti ma siete da rov(inat)i… Al rogo, ecco allor la caccia alle streghe. Le racchie vengon accusate dalle racchissime vecchione, cioè le cornacchie, di amar troppo Tim Burton perché le lor lune son di traverso e non suggestive in Nightmare… before Christmas.
E Wes Craven? Rivoglio l’uomo con gli artigli. Non baratterò mai un Freddy con Wolverine, miei X-Men.
Evviva Torquato, uomo mai annacquato che, dalla sua anima profumata d’antiquariato elegante, non è antiquato eppur da Gerusalemme liberata. E Orlando è furioso o è Tilda Swinton?
Dal punto di vi(s)ta sessuale, Tilda è un mostro. Da cui le mostre cinematografiche che le dedicano. Che galanti!
Su questa, vi lascio. E ricordate: solo gli amanti sopravvivono.
Questo è uno scherzetto.
Non son dolce, sono quel che sono. Ho sonno.
Buonanotte…
di Stefano Falotico