L’immenso Bruce Springsteen e il suo “Cinema”… da Dead Man Walking a The Wrestler, da Philadelphia a Sean Penn, da me a te, da noi alla poesia, ed è Human Touch
di Stefano Falotico
di Stefano Falotico
C’è un uomo che stimo. Per cui tifo!
Chi è? Springsteen? No, sono io che, a sua (s)volta, stima Bruce, che poi appoggia Sean Penn, che lo applaude, lo sceglie per alcune sue colonne sonore, il Boss ci sta, poi Sean lo “tradisce” in “variazione” da Into the Wild per Eddie Vedder, Eddie riconosce parte della sua eredità all’uomo autore di “Nebraska”, così come De Niro ammise di aver assistito a un concerto pazzesco, e qualcuno gli puntò il dito di You talkin’ to me, ispirando non solo il suo celeberrimo monologo allo specchio da memorie dal sottosuolo dostoevskijane d’un Paul Schrader “sassofonista”, simi Clarence “Big Man” Clemons, dei malinconici light of (glory) day-s per una New York, New York scoppiettante di “The Rising”, potenti quanto il crollo delle Torri Gemelle, anche se non so se Liza Minnelli ami Bruce o Patti Scialfa usi più la “tromba”. Toro scatenato è firmato da Schrader sceneggiatore, Gershwin da un altro fuoco pirotecnico. Patti chiari! Ah, mi è chiarissima. Era gnocca, faceva sonar le nacchere e tu mangi gli gnocchi perché non puoi amare il vero “Tunnel of Love”.
Sì, sono un uomo tougher than the rest…
E d’ingiustizie, cazzo, ne ho viste tante.
Matthew Poncelet è colpevole. Sì, uno stupratore. Ma la pena di morte è più bastarda del suo “bad boy”. Tim Robbins dirige il suo Le ali della libertà versione amarissima, senza redemption, Clint Eastwood poi lo “ammazza” nel suo “The River”? No, togli l’articolo determinativo e giudica questa tragedia “mistica”, determinata da uno “stupido” alla Jimmy Marcum, che assassina già un dead man walkin’…
Un incubo da Stephen King che scrive un romanzo sì e uno, pensando alla jungleland di questa vita magnifica e sognante ma che spesso è una “cosa preziosa” da IT nella darkness on the edge of town.
E Bruce ricambia, citando il “par” suo che scrive mentre lui è un musicista storyteller.
E, in questa nostra ombra dello scorpione, rimarremo (in) Stand by me o, chiusi a ricc(i)o, una volta sistemata la panza, continueremo solo a prender il prossimo per il culo? Sì, ammazziamolo, tanto poi ci consoleremo con la retorica da faciloni.
Attenti, dalla “contaminazione” delle porcate, sapete cos’è, in fondo(schiena), vivere?
Un lottatore, un wrestler.
Se resiste, dopo il sospiro di sollievo, dopo il quasi infarto di “crepacuore”, miei blood brothers, ce lo faremo… un “bagnetto” da “Girls In Their Summer Clothes?”.
– Senti Stefano, non ho capito quello che hai scritto? Perché non te ne vai a fanculo?
– Perché devo andar lì se voglio piazzartelo là da Van Damme?
– Che c’entra Van Damme?
– Infatti, non c’entra però te le centra, suonato!
– Non puoi, sembri Tom Hanks di Forrest Gump.
– No, preferisco Tom di Philadelphia. Perché se non muore, te lo sfonda. E non sarà dolce come gli omosessuali che (s)fotti, faccia di merda.
– Ehi, perché ti comporti così? Che modi sono questi? Stai al mondo!
– Perché? Perché volevi mettere in un ospedale psichiatrico giudiziario uno che scrive libri e, a differenza di te, non passa i sabati a fare il puttaniere!
Stavolta, hai incontrato chi ti (s)batte, stronzo. Fa male?! Non piangere!
E ascolta buona musica. Hai rotto le palle coi tuoi “giradischi”.
Le folli notti del dottor Faloticus-William Munny, “Mariano” alla Guzzanti di “Boris”, richiesto da “tutte” e (re)spinto ero(t)icamente per la gloria, anche giù dalla “gola” del mio stronzo Jerry Lewis
di Stefano Falotico
La mia metamorfosi è impressionante, un tempo… ero malinconico, quasi da manicomio, e il mio fegato stava andando in “Cancro”, no, cancrena, di Vergine ascendente poco di “pesce” ma ariete d’inculate, insomma, una vita di merda, da “cesso”, da cagata vivente, da metastasi, da bestemmie alla Madonna “impestata”, di pestaggi alla mia dignità a danno, anche ad ano “sfondato”, dei teppisti più inchiappettanti, picconanti, sì, di “botte” spappolanti, non tanto nelle donne “penetranti” quanto loro a “spupazzarsele” e io a “menarmelo”…, che menate pazzesche, a mano mia auto-erotica a(r)mata. Insomma, un uomo picchiato, “piccante” eppur sempre “intatto” al “borotalco” su aroma “caffè” d’addolcir con dello zucchero, previo diarrea da calcolare dei renali calcoli in testicoli strizzati.
Ieri, una topa, non una zoccola, sia (in)teso, mi contatta e mi dice:
– Bello di mamma, ho mostrato il tuo video alle mie amiche.
– Ah sì? Vuoi rendermi partecipe, di cosc(ienz)e pettegole, delle mie (non) prese per il culo?
– No, tutt’altro. Ti stimano. Ti considerano un uomo “alto”. Nonostante abbiano ammesso che sei medio di altezza, non bassotto.
– Sì, i Bassotti non mi piacciono. Sono Paperino.
– Per le mie amiche, sei Topolino.
– Meglio Pietro Gambadilegno. A queste “fighe” di mogano, delle finte mon(a)che, occorre l’uomo “rude”, peloso, ambiguo ché non ho mai capito se è un cane o un gatto. È il personaggio più assurdo della Disney. Spacca!
– Pietro ha la voce sexy, come la tua.
– La mia voce sarebbe sensuale? Mah, secondo me fa senso.
– Molto sensuale, “caro”. Attizza i sen(s)i. La mia amica si è sciolta, “sentendoti”.
– Capisco. E se “lo” sentiva davvero, sarebbe invece “venuta?”.
– Sei da svenimento. Sei un “duro”.
– Sì, come no. Più che altro, mi serve un’endovena. Non ho soldi. Mi dan da mangiar con la flebo.
– Non sei Zio Paperone?
– No, non navigo nell’oro. Talvolta, però nell’ozio.
– Quindi, non puoi invitare me e le mie amiche a cena? Allora, almeno sbottonati…
– Da me, care (s)c(i)ocche, riceverete solo del tè “caldissimo”. E nessuna “cerniera”.
– Da “bagnare” col “biscotto?”.
– No, da versare sulle galline. Detta anche pisciata in faccia alle cretine.
– Che maleducato. Che schifo! Che porco!
– Sì, via dal cazzo!
Ora, che c’entra questo con Boris?
E che ne so?
Questa però non è male, è uguale a me.
Da quando ho deciso di tornare, non ci son stati cazzi.
Ma solo il bianco cavallo.
Big Eyes Trailer, meglio Cape Fear
Big Eyes, cari miei “grossi” fish(es) da (fin)occhi, le “dame” alla Adams v’han fatto… un (rit)ratto coi “fiocchi”, adesso siete in ca(u)se legali di pen(al)e… con tanto di “co(n)tanti” del “salad” dopo un amore da fav(ol)a nera…
Eh sì, questa sarà la vostra fine come il povero Christoph Waltz, uno che per lei fece… tutto, perfino l’agente, ma poi lei lo denunciò per troppo s(ucc)esso.
Al che, il giudice di “pece”, no, di pace e “auguri, non fate figli maschi ché non voglio altri cazzi al mio martelletto…”, dopo un interminabile, (d)istruttivo processo intentato dai due auto-attentatori, poco “attenti” stronzi, ridottisi nella merda a ca(u)sa d’orgogli stupidi, (d)enunciati nei loro rispettivi cessi, no, “quadretti” in “vetrina” dell’a(i)u(o)la giudiziaria, a mo’ di ammenda dimostrativa che la legge è uguale per tutti e i coglioni, dopo essersi fottuti a lor (di)letti, devono adesso esser messi alla berlina della pub(bl)ica derisione “giudicante” del po(po)lo nazista-ecumenista a stelle e strisce repubblicano democratico però anti-islamico, ché non perdona ma s(e)para da muro di Berlino, sì, alle pareti dei muri del tribunale, li“affresca” per non sbatterli al fresco.
Povero Waltz. Chi te l’ha fatta… fare?
La Adams è bona, questo sì, quasi quanto la Carter Bonham…
Da quando Burton, infatti, s’è sposato con Helena, il suo Cinema (non) è caduto un po’ in “fallo”. Ma il suo “pesce” è “annacquato?”.
Dagl’incubi notturni, siam passati pur sempre a “dark” story ma ambientate alla “luce del sole”. La fotografia rimane poco platinata ma la Adams invece sì di permanente”.
A dimostrazione che Tim scopa con una più figa ma la sua poetica non è mut(il)ata.
Ah, che uccello… Tim, neanche Edward mani di forbice… riuscirebbe a “tarpartelo”. (S)tira!
Il tuo messaggio è sempre quello di un freak: “come la metti o glielo metti”… sostanzialmente la vita è una stronza(ta).
Piglia il pen(n)e(llo) e dipingi ora la “Cappella”.
Sistina? Macché. La Adams porta una seconda, la Carter una sesta. “Intingi”.
Allora, un po’ di “bianco” e sarà bagnata di “acquerello” color pisello. No, scusate, andrò a confessarmi dal Papa per questa “spruzzata” non da (Michel)angelo, volevo dire pastello.
Questa mia è una porcata?
Non meno di questo Tim Burton.
Tutti a urlare… “Dal trailer, è già un capodopera!”
Ma di cosa? Mai visto un Burton così ammosciato… vado a rivedermi Ed Wood. A forza di trombare la Carter, Burton “vien” via via decrescente peggio del suo Depp…
Patricia Arquette già gli diede una “mano” per la rovina… che “botta(na)”…
Bene, cosa vi ho insegnato oggi?
Che una donna si avvicinerà a te e ti “dipingerà” a suo “piacimento”, fottendoti… con un “Bel bimbo, che occhi grandi che hai…”.
E come Waltz abboccherete, sciolti in pa(de)lla…
Dovevate risponderle: “Sono il lupo cattivo, è grosso per mangiartela meglio e poi ti mando a fanculo”.
Già.
Mia Cappuccetto Rosso… finché puoi… fai la gatta morta, la vita poi sarà cagna…
E ricordate:
l’amore è un mor(s)o.
Killing Season con De Niro & Travolta, le “stagioni fredde” di questo racconto “vendicativo”, la tragedia è (in)finita, non son (s)fin(it)o né finto, ditelo a chi ancora “spar(l)a” e non ha imparato la lezione a mena… dito
di Stefano Falotico
I cambiamenti mi han sempre affascinato, lo squamarsi della mia anima che, nuotante e nottambula in tal vita mesta, navigando fra mille mutazioni d’umore mio “birbante”, cavalleggero e poi “p(r)es(s)ante, fra l’angosciarmi, il san(t)o spaccarmi di tante rabbie e poi addolcendomi sempre (in)fermo, viv(addi)o ché non voglio star triste-mente (a) compos(i)to di sovrastrutture stupide da troppi “studi”, bensì lucido e ludico come ogni giovinezza an(s)imante che si rispetti e non bada molto al pettine, un po’ m’allevia d’ancor spesso (s)trillante malessere quanto m’incanta in uno scatenato rivolo d’emozioni commoventi.
Qualcosa è successo, e io non so cosa. Il tempo affievolisce le ferite, ma la vita resta una guerra e ancor qualcuno, recidivo a non ammettere la sua passata colp(evolezz)a e i suoi sba(di)gli d’aver vistomi ma(ia)le, vorrebbe “arrestarmi” perché rimango, nonostante “tutto”, immarcescibile, non marcio eppur ribelle, in marc(i)a da “senza pelle”. Sì, desidera marchiarmi, le palle tagliarmi, adora i marcamenti a zona. Sono un marcantonio? No, non posso fargli paura ma solo fargli capir… volevo… ove lui azzardò d’azzannare per tarpar le ali del mio (sor)volare.
E deve ammetterlo:
io so’ bello senza (ri)medio, anche se po(ve)ro in canna e di poco stipendio, mica un porco come questa mer(da) diceva. Eppur solo una volta ho fumato una canna. Lui “se ne sbatte”. Meglio la cannuccia, meglio ancora se lei te lo “ciuccia” e a uno stronzo così devi far il culo.
Assolutamente. Ora, ha stancato. Le ha “stracciate” e merita che lo stracci. Che lo macelli. Ha finito questo psicotico che rigira il coltello nella p(i)aga.
Non lo (in)castrerò di “uccello” ma si beccherà lui, il becchino alle anime altrui, la gattabuia. Animale!
L’ostinazione delle persone guerrafondaie della tua anima… è (os)cena del cretino che, sì, insiste perché non vuol mollar l’osso duro.
Allora, di nuovo in tribunale c’incontreremo.
Perché, dopo tanti libri e il patimento devastante da me sofferto a suo (ri)torto, sembra che tali mentalità sian “durissime” e non voglian, nonostante le carnali sempre lor “vogliose” bambin(at)e, confessar il mal… non ancora tolto.
Non compresero i poeti ma vollero comprimerli.
Stavolta, non mi reprimo.
Premete, ancora una volta hanno spar(l)ato.
Ancora hanno premuto il grill(ett)o.
Non credo che Killing Season sia un grande film. Ma non è così “impresentabile” come alcuni… dicono.
Ed è molto bella, invece, la par(ab)ola di De Niro sul “prete”. Con Travolta che risponde:
– Non l’ho capita…
Cosa invece impariamo da questo scritto del sottoscritto?
Che la guerra fra me e una famiglia di tardi, eppur dinamitardi, è appena (ri)partita.
Ma, stavolta, si troveranno in aula uno così. Si chiama vostra min(chi)a vagante.
E finalmente verrà f(u)ori…
Sea of Trees, first official photo e la prima (s)volta che mi suicidai
Sea of Trees con McConaughey, la vi(t)a del samurai
di Stefano Falotico
La storia di come mi “suicidai”, ma Watanabe mi salvò dal gesto “mor(t)ale” e ora sono nei “cespugli” del mio “disboscato”…
Sì, sono cambiato, sono cresciuto da fusto, sì, sì, mi hanno svezzato e sventrato. Certo, infatti, se prima ero metafisico, adesso mi piace la botanica e sempre meno la bottana di tua madre ché, sotto i colpi di una devastante (bag)ascia, la piantò di esser frivola, grazie (non dei fiori ma dei fori) a me che la sradicai dalla sua flora batterica.
Ma mi piace sempre Ronin e tua nonna non è male per gli “spaventapasseri”.
Questo dolore esistenziale passerà oppure spareranno al mio “passerotto” in vol(t)o (dis)fatto? Da cui il film Il cacciatore?
Accas(ci)ato in tal selva oscura, volevo oscurarmela, cioè partire ove l’aldilà fu descritto da Alighieri Dante in modo “infernale” ma, ripen(s)andoci, il Purgatorio poteva essere un intermezzo troppo gastrico, e Il paradiso può attendere?
Quando muore Warren Beatty? Ora, mi deve dire come fa ad “ardere” di “voglia” quando sua moglie è quella vecchia sfiorita della Bening, alla quale, nonostante tutto l’Abetone del mondo, preferirei sempre il mio Yeti, (t)orso adolescente di “seghe” da (dis)tor(t)o.
Sì, Annette, donnetta che ti “rade” al s(u)olo, meglio certamente la mia cer(nie)ra… ancora (s)lacc(i)ata da uomo ambiguo di Shampoo. Celebre film di Hal Ashby, in cui il nostro playboy Warren, nonostante a tante lo diede tanto, alla fine lo prese in “culo” da cornuto. Eppur mai fu stempiato ma dai folti (ca)pel(l)i sempre più “forte”.
Comunque, mal comune, mezzo ga(ud)io, gli prediligerò sempre l’amarezza de L’ultima corvè…
La storia “ero(t)ica” di un bravo ragazzo alla Pinocchio che incontra il “badass” preferito di Bob Rafelson, Nicholson, uomo wolf da gatta… e la volpe.
Facciamo “casino” di registri e cambio di registro.
Indovina indovinello… Blood & Wine è di Mike Nichols sempre con Nicholson? O è del regista de Il re dei giardini di Marvin? Oppure, sfog(gi)a il Nichols(on) alla Rafelson dei tempi d’oro, miei fessi?
La belva è fuori… Michelle Pfeiffer è donna lupa, evviva l’uva, la vulva e anche catwoman.
Però, Nicholson, sebbene ridesse da “Joker”, non se la scopò nel primo Batman perché Michelle era nel “secondo” di Michael Keaton, dopo che si fotté di “primissima” Kim Basinger, da cui il terzo di Nolan, The Dark (K)night “Rises” e il “pipistrello” spinge in Anne Hathaway. Fa assonanza di ritmo, quasi trombata di rima baciata, che bacino, fa affatto sonno, ma Bale se la fece “sotto?”.
E io continuo a pigliarvi per Qualcunò volò sul nido del cu(cu)lo?
No?
E invece sì, sì, sì!
Sì, sono nel mezzo della mia “pecorina” nella Suicide “Forest...”
Whitaker di Ghost Dog o Hanks del Gump? Ah no, quello era Forrest, con due “r” più mosce ché più tonto non si può. Allora, perché Gianni Agnelli veniva considerato un mezzo genio? La r di “rotto” in “scappamento” ci stava eccome, bastava che Agnelli si “sbottonasse” un po’ coi danari ed ecco che le Escort gliela davano di “posteriore” reclinabile, assieme a tutte “quelle” che glielo leccavano di “rinculo oleoso”, alla faccia degli operai sporchi di Un(t)o.
Di mio, me la “tiro”, me la sparo! No, spariamocelo.
Il viaggio? Ah, con la Fiat ci metteremo parecchio.
Meglio la BMW alla Jean Reno. Uno che salva la vita a Bob De Niro e poi canta “allegrissimo”, rimasto solo e malinconico, un “29 Settembre” di seduto in quel caffè…
Ce lo spareremo questo film di Van Sant?
Gli snob già ne parlan male. Lo stanno demoralizzando ancor prima che si “sviluppi”, già lo “smontano” e non è iniziato neanche il “montaggio”, è un attentato!
Stan attentando alla sua integrità. Che cani!
Uomini da “catene”, e se gas, no, Gus, c’incanterà? Sì, l’inizio sarà un po’ lento, poi si “riprenderà”. È un diesel? C’è anche Vin?
No, ma è potente questo cazzo… di film, “va liscio” come l’olio… fast and furious…
Vogliono indur(ir)lo al suicidio e fotterlo. E se sarà un capolavoro fottuto?
Sapete che vi dico? Vaffanculo!
– Ehi, Matthew? Ti salverò. Non star accovacciato. Lo so, la (s)figa ebbe, e non “crebbe”, molte notti alla diaccio, ma, cazzo…, non guardare soltanto le “formiche”…
– No, stavo osservando il b(r)uco…
– Che “viene” in “farfalla?”.
– Sì, come la giri e rigiri, sarà un’inculata.
Buona vita a tutti.
Tranne a tua madre, i cui “frutti di bosco” sono scaduti.
Abbattetela.
E diciamocela… anche quando era una conclamata battona, suo marito se ne sbatteva…
Vado a mangiare uno yogurt alla “fragolina”, dicono che serva per mandarvi a cagare meglio d’indigestione. Eh sì, tutti gli stronzi hanno uno come me che vi sfancula.
Rust Cohle, lo stropicciato, è stanco dei “medi” e ti “alza” il “suo”, anche lui appartiene alla “medietà” come tutti, purtroppo, anche se il t(r)op(p)o stroppia, allorché, Rust ti stana, te lo strappa e le lacrime “stappiamo”
di Stefano Falotico
And finally, like a lot of dreams… there’s a monster at the end of IT
La “tragedia” finisce qui, e comincio io…
Sono un cinefilo perché odio l’Italia, paesello di “piselli” da I soliti ignoti, anche se tutti gli USA son “stati” (sor)passati e ora si son fatti fottere dal Cinema dei venezuelani, a statuto dei miei starnutii.
Non faccio ridere? Faccio piangere, e allora piangi…
Sì, periodo in cui c’è da sputtanare un po’ tutti.
Abito a Bologna.
Scopro che il “comune” ha appena intitolato una via al mio caro Allan Poe, scrivendo il suo nome così: Edgard…
Eh sì, con la “d” finale che fa “apostrofo aulico”.
Una via “poeticizzante” di “ed”, particella iniziale della congiunzione “eufonica” in cacofonia che fa cagare, “smerdando” il povero nostro Poe-ta, (congi)unta in “hard”, che fa più maestro del brivido “fottuto”.
Brivido!
L’h non va aspirata, quindi non c’è ma il povero Allan è inculato comunque.
“A bestia”.
Sì, oggi vai da una ragazzina e le chiedi se sa le “lingue”. Lei ti limona ancor prima di sapere che è “muta”. Una donna “horse”, insomma. Cioè, una cavalla, detta “mula” se è del Veneto, “da monta” se capita fra i “cavalli” lucano-calabresi di troppo “babà” alla “napoletana” su “cassata” siciliana della porca(ta) più (s)vacca(ta). Comunque, basta una “leccata” e ogni “lacca” poi ci dà di “gel”. Lucidissima!
Ah, tu usi la “schiuma?”. Io invece il dopobarba senza “lozioni” di fiducia a nessuno.
Non darmi lezioni, “maestro!”.
Di che?
A te chi fa… le “feci?”.
Mi stanno tutti sul cazzo.
Ah ah!
I milanesi, ad esempio, stanno sempre a impanare di detti, tutti uguali nel modo smodato, alla moda, di dire e dare ché c’è di mezzo il mare amaretto di Saronno e i Savoia(rdi) “sopra” a “tutte” di fare in falsi monaci, ah, la mona(r)c(hi)a di Monza e l’“ippodromo” del Ferrarino nelle “cavalline” più (t)rombanti, ti ricordi la prima “data” dalle curve pericolose? Participio passato di dare dopo che, col danaro, hai pagato e “piegato”, anche senza fidanzarti, cioè dating, una (s)cadenza molto “decadente” da “fallo” caduto, no, di fatto… accaduto in quel d’una Escort, molto prostituta ma basta che al lombardo “venga” di cotoletta?
Un uomo “cotonato”, ovatta le “rotte” dietro la corruzione. Se ben “cotta”, è peggio per lui, perché i lombardi non credono alle cotte, ma bagnano solo nella “ricotta”.
Senz’amore è meglio, non voglion “casini” in ca(u)sa di (div)o(r)zio…
Sì, la versione cinica de I neri per caso, quando c’è sentimento, non c’è mai pen(tim)e(nto). Facevano pena!
Sì, i lombardi ti fanno il culo ma non vogliono “cazzi” di mezzo.
Ora, perché “neri per caso?”. Perché cantavano da cani… “negri”, semi Bob Marley e scemi e basta(rdi).
Un reggae che non aveva gli “strumenti” per “farcela”. Né “(o)carine” né comunque dei “tromboni” alla Pavarotti.
Dei teneri, dai, mica un tenore invero solo “barbone”.
Zucchero ha una sola canzone valida del suo reperto(rio) musicale andato da un pezzo di “mer(da)”. “Diamante”… pioggia sarò e pioggia tu sarai, i miei occhi si chiariranno e fioriranno i nevai.
I nevai? Ho letto bene? Ma è un termine geniale, desueto, da Andrea Diprè, uno che è riuscito a (s)fottervi, fottendosi pure Kortney Kane, “attrice” di “grazie arti(sti)che”, nel sen(s)o di anguillesca abilità a “indurirti” il “serpente” di “mobile” d’un tête alla tettona (ri)fatta alla “feccia” dei senzatetto raffreddatisi e rimasti all’asciutto. C’è pero un “caldo” biscottino da parte mia su farveli a polpette. Io sono il mobiliere alla Totò.
Eh sì, “caro” Andrea, “esimio” lupo “egregio”, uno da mille e una notte da popò “a strisce”, miei ippopotami e “ver(m)i striscianti”, sono Icaro ma non mi bruci. Andrea sfrutta la vostra accidia da acidi di fe(ga)to, ché non date né ricevete “frutti”, per il suo salsicciotto “impennato” alla vostra “arrabbiata”. E la “panza”, di pizzi(cotti) e “fiche”, cresce assieme a voi decrescenti a mangiar, in suo piacere, la crescenza di Piacenza con poco “sale” in “zucca” della surgelata, suggellante, auto-incastrante (com)piaciuta demenza in Andrea sempre più pasciuto e al “prosciutto”.
Sì, un “uomo” nudo e crudo come il rapper parmense Gucci…
Così Andrea se lo ciuccia e giù in un’altra ciuca che “glielo” beve, alla faccia degli “Asinelli” di Bologna e di tutti i tortellini di Modena.
Giovanni Rana, Francia o Spagna, basta che se magna, tanto muore Paolo II e “avremus” (eh sì, formato svalutation alla Celentano di futuro latinorum) un altro Papam di pappine in voi, abbocca(n)ti che pendete dalle sue labbra sacerdotali, papaline, liofilizzati eppur sempre macellai se uno vorrete “mangiare” con tanto di “gelatina” al suo troppo romantico Manzo(tin) ché vi fa sangue, mie tardone concupiscenti il ragazzo ancor “fresco” di “’azz quant’è bono!”, così “innocuo” e verginello, ah…, sai quante ne deve ancor prendere…? Sarà mica Renzo de “I promessi sposi” del Manzoni? Povera “santa” Lucia!
Oddio, anche il Signore la pastura?! Non pronunciarlo invano, Innominato!
Pietà, Cristo pietà!
E vai di pen(n)e, di panini, di “palate” e troppa “carne al fuoco”, arriva il weekend e facciamoci una grigliata. Qualcuno non ci sta, gli dan du’ spaghi, sì, lo impiccano nelle lor “storie tese”. È “asociale”, rifiuta pure l’“erba”.
Allo studente senz’ancor denti da latte, fan “studiare” sempre Elio, perché deve partire dal punto di ebollizione per “scaldarsi” da “toast”, no da testone bollito di “testicoli in “taste” del “g(i)usto” nel porcile di massa(cri) che tasterà se avrà da farsi sol(i)do, altrimenti rimarrà sol(d)o come un cane (non) bucato, qui torniamo alla tavola apparecchiata delle “panne” e dei panni (s)porc(h)i di He, terza persona a mo’ di “lei” sing(o)l(ar)e da “lord(i)” inglesi all’ora del “tè”, cioè veri (in) “men” che non si di(c)a nell’imene… a “menarsela” ma, se (at)tenderanno troppo, rimarranno in Quel che resta del giorno.
Film di Ivory, autore di Casa Howard… e il destino del mondo.
Famoso papero “supereroe” della Marvel, miei quaquaraquà da Robert Downey Jr. e tutti in dreams di tal mostri che siete.
Vieni avanti cretino!
Sono cattivo e nichilista?
No, ho ucciso i mostri, i miei “demoni”, miei fascisti, ma indubbiamente sto morendo in “modus operandi” triste. Eh sì, mi stan operando ma oramai sono sventrato.
Ciao, ci vediamo nell’aldilà.
Oltre…
Salutamelo!
È tutta “salute!”.
Camilla Aves, la donna che vorrei perché voglio McConaughey
Guardate bene questa donna, Camilla Aves. Una donna che vorrei scopare. No, non mi piace granché ma mi piace il suo uomo, vorrei essere come lui, il grande Matthew. E quindi vorrei anche sua moglie. Ah ah!
Oggi è il mio compleanno, ho battuto Dracula, pigliandolo più di lui in cu(cu)lo, al lupo al lupo, il castello è ululì, sono Frankenstein Junior
Oggi compio 35 anni e tutti mi fanno gli auguri di compleanno, paragonandomi agli attori che mi piacciono, ma io non mi piaccio in questa recita (dis)umana
di Stefano Falotico
Sì, oggi taglio questo traguardo, trentacinque anni ma è come se fosse ieri, come se il tempo non m’avesse mai sfiorato e, languidamente sovrano d’una immensità acuta, psichicamente indolenzita, incrinante sulle tempie, sia carezzandomi addolcente che indolenzendomi ferino, mi spronasse a ricordi abissali come un leviatano riemerso, meditante del suo navigar con tanto di falotico mutar della vita, che è un pezzo di Montale. Meglio un felpino, ho freddo.
Un leviatano schiumoso, alle volte zampillante come un delfino presto fra le mutande sciogliente se una donna si(gnor)a mi “sbarba” l’acne, sì, mi “schiaccia” di for(uncol)o ancor comparente in mio volto adolescenziale perennemente ficcato, sia mi depila ad acme di mandarla a fanculo su apici insostenibili della mia malinconia regressiva lontana dalle carnalità di queste ossesse. Oh, ti spolpan sin all’osso.
Sono un uomo erogeno a (t)ratti miei simili, tutti i miei (a)mici migliori son dei cani dai lineamenti lupeschi e lombrosiani ma, a differenza di me, son già “infognati” con delle zoccole. Uno s’è sposato, ad esempio, con tale Romina, una ch’era una bambina e adesso è una cagna da competizione per tanti (ele)fantini.
Io so’ Romeo, er gatto più bello der Colosseo. Sì, di notte gironzolo per i “for(n)i” romani, poi a Trastevere raccatto un barbone e gli do da leccare una “banana”, ricordandogli che la vita è sempre da me(n)dicare. In tanti ti leccheranno anche se non hai un soldo bucato, eh sì, ci son gli sciacalli. Non indossano lo scialle ma devon rifarsi un “paio” di uomini coi “calli” per poi buttarli nel Canal Grande. “Contenti” che sono della porcata incontenibile, vanno a sciare. Insomma, passano da Venezia a Bolzano con una facilità allucinante. Puoi essere anche un dottore ma rimane pur sempre, per tutti, un’Arancia meccanica. Ricordatevelo, figli di puttana. Ogni mondo è paese e tu sei un (in)continente.
Andando avanti, lo prendi sempre più nel didietro. Menomale che hanno inventato il bidet.
Al giorno del tuo compleanno, ti regalano le pastine e i bignè. Di mio, preferisco rimanere “mignon” e non andar alle mignotte di “voi”, uomini di “crema”. Sì, poi ci son anche le tigri di Cremona… Ho sempre preferito Winona Ryder/Mina alla cantante delle mille bolle blu.
Con la vera Mina di Bram Stoker, si ulula di più e l’ugola spinge più su, stai attento però non al lupo, ma al dirupo. Se si suicida, diventi Dracula alla Oldman di Coppola, addio “cappelle” in ogni sen(s)o, hai perso il mondo senza più religione e pure la fede nuziale. Basta che mi diate la torta con la “ciliegina” e abbiam finto la f(r)itta(ta). Rimani un “dolcino”, incazzato a morte, e devi pure ospitar a casa quel “bello e dannato” di Keanu Reeves, un bisessuale ché, allo spegner delle luc(c)i(ole), secondo me, vuol mettermelo nel cul’.
Altro che Monica Bellucci, nella mia città di “castello”, ho perso pure la “voglia matta” di farmi le seghe sulla sua Malèna. Vado a mangiarmi un “limoncino”, meglio di queste sicule di “agrumi”. Sì, troppo sfogliar i suoi album(i), sebbene stimoli l’“appetito”, a lungo andar…, rischia di farti ma(ia)le. Comunque, appena scende il tramonto, lei (s)monta Keanu pian piano, senza far rumore, e io vado a letto.
Rosico? No, getto il rospo. Sono un principe e non ho bisogno di involuzioni. Con quella mula, si perde sia il sale che il sapone.
Sfatiamo questa fata(lità) che Dracula dorme di giorno. È una grande stronza(ta). Quella non mi fa chiudere occhio e neppure malocchio. Sì, la maledico, sta sempre con qualche cazzone a farselo dare, lui la p(l)ag(i)a di danari e a me resta la “bara”. Pure i pianti e le piaghe. Andiamo a innaffiare la piantina, dai, piantala. Sì, come bara lei, neanche i baresi del Mezzogiorno. Fidatevi, meglio la mezzanotte a questa (bag)ascia che mi spezza il cuore coi suoi peli, no, paletti d’(av)or(i)o. Ieri, un commendatore di Milano, domani sarà il toro, no, il turno di un “cornetto” di Napoli.
Ah, evviva San Gennaro. Se ne sta nella sua “reliquia” e si scioglie solo per la gente ingenua che crede nei “miracoli”. Io non credo né all’amore né alle more. Credo solo agli arachidi. Li mangio perché i medici sostengono che aiutano a “digerire”.
A parte gli scherzi, come mi butta? Ah, te l’ho detto. Nell’altra stanza, c’è quella bottana bona della Madonna dell’Incoronet’. Che fa un po’ Lino Banfi ma soprattutto se li fa sotto i lor “baffi”.
I miei an(n)i trascorrono “lievi”, qui, in Transilvania fra le nevi. Datemi una nave e andremo a Londra.
Al momento, non ho soldi per far f(r)onte ai debiti e mi affiderò alla mafia russa.
Ora, me la russo.
Stai attento, sono un comunista e te lo faccio nero. Si dice rosso? Si dice anche vita (Peres)troi(k)a.
Salutami sorrata!
In poche parole, (s)fortunatamente, Mina si è ammazzata. Sì, la delusione fu enorme.
Almeno, non ho prole.
Già di mio, sono un figlio maledetto.
Figuratevi se nascevano maschi. Altri cazzi…
Se nascevano femmine, altre gatte da pelare.
Ho detto tutto.