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The 2024 Venice Film Festival Lineup, ovverosia il programma

venicefilmfestival 2024 poster

From Deadline:

VENEZIA 81 COMPETITION
The Room Next Door, dir: Pedro Almodovar
Campo di Battaglia, dir: Gianni Amelio
Leurs Enfants Après Eux, dirs: Ludovic Boukherma, Zoran Boukherma
The Brutalist, dir: Brady Corbet
The Quiet Son, dirs: Delphine Coulin, Muriel Coulin
Vermiglio, dir: Maura Delpero
Sicilian Letters, dirs: Fabio Grassadonia, Antonio Piazza
Queer, dir: Luca Guadagnino
Love, dir: Dag Johan Haugerud
April, dir: Dea Kulumbegashvili
The Order, dir: Justin Kurzel
Maria, dir: Pablo Larrain
Trois Amies, dir: Emmanuel Mouret
Kill the Jockey, dir: Luis Ortega
Joker: Folie à Deux, dir: Todd Phillips
Babygirl, dir: Halina Reijn
I’m Still Here, dir: Walter Salles
Diva Futura, dir: Giulia Louise Steigerwalt
Harvest, dir: Athina Rachel Tsangari
Youth – Homecoming, dir: Wang Bing
Stranger Eyes, dir: Yeo Siew Hua

OUT OF COMPETITION
Fiction
Beetlejuice Beetlejuice, dir: Tim Burton (Opening film)
L’Orto Americano, dir: Pupi Avati (Closing film)
Il Tempo che ci Vuole, dir: Francesca Comencini
Phantosmia, dir: Lav Diaz
Maldoror, dir: Fabrice du Welz
Broken Rage, Takeshi Kitano
Baby Invasion, dir: Harmony Korine
Cloud, dir: Kurosawa Kiyoshi
Finalement, dir: Claude Lelouch
Wolfs, dir: Jon Watts
Se Posso Permettermi Capitolo II, dir: Marco Bellocchio (short)
Allégorie Citadine, dirs: Alice Rohrwacher, JR (short)

Non-Fiction
Why War, dir: Amos Gitai
2073, dir: Asif Kapadia
Bestiari, Erbari, Lapidari, dirs: Massimo D’Anolfi, Martina Perenti
Apocalypse in the Tropics, dir: Petra Costa
One to One: John & Yoko, dir: Kevin Macdonald, Sam Rice-Edwards
Separated, dir: Errol Morris
Israel Palestine on Swedish TV 1958-1989, dir: Goran Hugo Olsson
Russians at War, dir: Anastasia Trofimova
TWST/Things We Said Today, dir: Andrei Ujica
Songs of Slow Burning Earth, dir: Olha Zhurba
Riefenstahl, dir: Andres Veiel

Special Screenings
Leopardi. Il Poeta Dell’Infinito, dir: Sergio Rubini
Master and Commander: The Far Side of the World, dir: Peter Weir
Beauty is not a Sin, dir: Nicolas Winding Refn

Series
Disclaimer, dir: Alfonso Cuaron
The New Years, dirs: Rodrigo Sorogoyen del Amo, Sandra Romero
Families Like Ours, dir: Thomas Vinterberg
M – Il Figlio del Secolo, dir: Joe Wright

HORIZONS EXTRA
September 5, dir: Tim Fehlbaum
Vittoria, dirs: Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman
Le Mohican, dir: Frederic Farrucci
Seeking Haven for Mr Rambo, dir: Khaled Mansour
La Storia del Frank e della Nina, dir: Paola Randi
The Witness, dir: Nader Saeivar
After Party, dir: Vojtech Strakaty
King Ivory, dir: John Swab
Edge of Night, dir: Turker Suer

HORIZONS
Nonostante, dir: Valerio Mastandrea
Quiet Life, dir: Alexandros Avranas
Mon Inséparable, dir: Anne-Sophie Bailly
Aïcha, dir: Mehdi Barsaoui
Happy Holidays, dir: Scandar Copti
Familia, dir: Francesco Costabile
One of Those Days When Hemme Dies, dir: Murat Firatoglu
Familiar Touch, dir: Sarah Friedland
Marco, dirs: Jon Garano, Aitor Arregi
Carissa, dirs: Jason Jacobs, Devon Delmar
Wishing on a Star, dir: Peter Kerekes
Mistress Dispeller, dir: Elizabeth Lo
The New Year that Never Came, dir: Bogdan Muresanu
Pooja, Sir, dir: Deepak Rauniyar
Of Dogs and Men, dir: Dani Rosenberg
Pavements, dir: Alex Ross Perry
Happyend, dir: Neo Sora
L’Attachement, dir: Carine Tardieu
Diciannove, dir: Giovanni Tortorici

VENICE CLASSICS
Documentaries About Cinema
Miyazaki, L’Esprit de la Nature
I will Revenge this World with Love S Paradjanov
Le Cinéma de Jean-Pierre Léaud
From Darkness to Light
Carlo Mazzacurati – Una Certa Idea di Cinema
Chain Reactions

Maroun Returns to Beirut
Volonté – L’Uomo dai Mille Volti
Constelacion PortabellaVenezia 2024

 

 

SPECIAL CORRESPONDENTS, recensione

Oggi voglio recensirvi un film, ai tempi della sua uscita, passato quasi totalmente osservato e forse qui sarà da me rivalutato. Libero da coercitivi canoni editoriali e da limiti imposti dalla prosa attinente le redazioni giornalistiche, spesso ruffiane, avendolo ieri l’altra sera ripescato, tramite Netflix, voglio per l’appunto ivi disaminarvelo alla mia maniera, stavolta ancor meno consona alla pedante “classicità” delle recensioni comuni. Inoltre, tal pellicola ha non poco a che vedere col quotidiano… locale, nazionale, di una piccola realtà da The Office? Avete capito l’allusione e la citazione? Il film in questione, peraltro, è rimasto invariato nel suo titolo originale e così immesso mondialmente sulla piattaforma streaming succitata nel dì del 29 aprile dell’anno 2016, ovvero oramai otto anni or sono. Forse, non è vero quanto da me dapprima dettovi, cioè Special Correspondents fu, eccome, visto, sebbene largamente stroncato. Tanto da riportare, a tutt’oggi, sul sito aggregatore metacritic.com, l’assai insufficiente media recensoria del poco lusinghiero 35% di pareri favorevoli, quindi perlopiù contrari.Bana Gervais Special Correspondents Gervais Bana

Scritto e diretto da Ricky Gervais, il quale molto personalmente riadattò, da inglese in terra statunitense, la pochade francese Envoyés très spéciaux, da noi misconosciuta (infatti non viene neppure “linkata” su Wikipedia ed è dunque mancante di sua pagina, da tal enciclopedia generalista, dedicatale, malgrado sia naturalmente accreditata), Special Correspondents (letteralmente tradotto significa corrispondenti speciali, se preferite inviati…) è una commediola garbatissima, dall’esile trama, certamente, eppur non è un filmetto da prendere sotto gamba. In quanto Gervais, come sempre, sa colmare i vuoti d’una sceneggiatura traballante e decisamente ridicola, inverosimile ma non del tutto risibile, con l’argutezza sua propria e la consueta sua immancabile, dissacrante verve cinica e scoppiettante. Al che Special Correspondents, a mio avviso, qualitativamente non corrisponde al mediocre valore assegnatogli ingiustamente dalla frettolosa, cosiddetta intellighenzia critica superficiale. La Critica (di) cosa? Non voglio criticarla ma certamente il film è criticabile, altresì non è disdicevole come si dice, no, da molti detto. Mi perdonate per i miei insopportabili e magnifici giochi di parole? Ok. A proposito di Wikipedia, sottostante v’appioppo il relativo link riguardante e di conseguenza annettente la trama inseritavi. Se volete leggerla e non avete mai visto tal film, ve ne rovinerete la visione, dunque attenzione:

https://it.wikipedia.org/wiki/Special_Correspondents

Vera Farmiga Special Correspondents MacDonald Pollak

Ora, se il regista di Un colpo di fortuna, ovverosia Coup de Chance, se l’autore di Manhattan (luogo peraltro di parte della quivi vicenda narrataci, ih ih), francesizzò in Écrit et dirigé par Woody Allen, eh eh, per quanto concerne, diciamo, i suoi “credits” da cineastico author dell’ultimo suo opus appena citatovi, Gervais semplicemente diresse, per l’appunto, il remake del film d’oltralpe, sopra riportatovi, col tipico black humor d’anglosassone di origine controllata e suo inimitabile stile corrosivo. Avvalendosi, nel cast, di due coprotagonisti d’eccezione abbastanza altisonanti e molto avvenenti nei loro rispettivi sessi, ovvero l’aitante, ivi molto autoironico Eric Bana, e la sempre brava ed affascinante Vera Farmiga. La quale v’interpreta un personaggio antipatico. Insomma, Bana è Frank Bonneville, journalist figo e al contempo sfigato della madonna che vagamente assomiglia al cantante Tommaso Paradiso di Thegiornalisti, un po’ a Richard Gere dei tempi d’or e perfino al suo Hector di Troy però in giacca e cravatta e mai a torso nudo, al massimo in canottiera, ah ah. Mentre la vera figa, no, Vera Farmiga, nei panni di Eleanor Finch, moglie fedifraga di Gervais/Ian Finch, incarna la parte della “troia”. E già ho detto quasi tutto e compiuto spoiler… Bonneville ed Ian Finch, colleghi pressoché inseparabili, sebbene agli antipodi, caratterialmente e fisicamente, si trovano nuovamente a lavorare assieme, stavolta in quel dell’Ecuador, “spediti” al fronte di guerra dal loro ambizioso caporedattore Geoffrey Mallard (Kevin Pollak, esilaranti i suoi sguardi da “idiota” che veramente abbocca alle cazzate rifilategli e, credulone, se ne commuove tremendamente…) che vuol alzare le quotazioni della sua radio-giornale con un reportage “agguerrito”, no, rischioso. In verità, Finch perde i passaporti e sia lui che Bonneville non vanno mai in Ecuador eppur poi sì… Che casino!

Al che, in questa sciocchina eppur per nulla maldestra comedy degli equivoci a non finire, Gervais, memore anche di Wag the Dog firmato Barry Levinson, di Mel Brooks e compagnia bella, di Frank Oz, financo dell’appena compianto Roger Corman, del Cinema quasi da camera, ovvero del kammerspiel sui generis, con brevi puntate all’esterno, filma una geniale stupidata magnetica. In cui risaltano anche le simpatiche Kelly MacDonald ed America Ferrera, oltre al cammeo di Benjamin Bratt e al viso buffo di Raul Castillo Jr.

Special Correspondents è una splendida “cagata” dal sottile sapido gusto e non per tutti i gusti, financo di matrice intelligentemente cinefila, del genietto Gervais e, se volete trascorrere due ore di puro svago senza troppe pretese, è il film giusto di tal metà maggio 2024.

Alla prossima, dal vostro “inviato speciale” Stefano Falotico, critico unico e impareggiabile, il più bravo nel suo “lavoro” e che, a differenza di critici stolti, però ben pagati, scrive praticamente gratis e va in giro, atteggiandosi da Eric Bana de no’ a(l)tri pur essendo molto più simile a Gervais, a dispetto del suo profilo “basso” da indubitabile e visibile testa di c… o. Inoltre, spesso cammina con far sornione e da sosia di Bob De Niro. È davvero uno stupido. Anche perché De Niro or è vecchio e il Falò potrebbe permettersi di essere migliore e più carismatico del Bob giovane.

Special Correspondents Eric BanaRicky Gervais Special Correspondents

 
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