Dunkirk, considerazioni negative sullo “sfacciato” trailer
Una cosa lapalissiana emerge dopo averlo visto: la pochezza di Nolan alle prese con una storia “seria”. Ora, è presto per esprimersi e, definitiva-mente, dovremmo attendere lo “sbarco” nelle sale, ma il dubbio s’insinua poderoso nella nostra anima allagata da tanta azione “esplosiva”. Immergendoci nei suoi fotogrammi acquosi, quanto mai subacquei, c’inabissiamo nell’incomprensione. Innanzitutto… Constatando l’enorme successo di Nolan, specie nelle giovanissime generazioni, spesso analfabete di celluloide, dobbiamo ammettere che questo “fenomeno” di massa inquieta e spiazza la nostra intelligenza. Pur dando valore alle raffinatezze geometriche della saga batmaniana, pur prendendo coscienza che ha assimilato bene molte delle lezioni, quelle sì superbe, di Michael Mann, pur ammirando la lucidità cristallina del suo formalismo però sin troppo artefatto (vedi Interstellar), pur riconoscendo a grandi linee, le sue “cartesiane” precisioni nei “tagli” e il talento indiscutibile, io perlomeno rimango esterrefatto, ripeto, dei plausi che riceve così a man bassa. Forse perché reduce da visioni nostalgiche del non apprezzato, negli Stati Uniti, The Comedian, mi riconosco troppo malinconico per poter apprezzare la spettacolarità ludica, alla Inception, della sua visione. Rimango sanamente ancorato a un’idea di Cinema realistico, ove la poesia non è alla mercé del budget e degli sconfinati, “(a)steroidi” soldi che gli elargiscono perché “elabori” questi polpettoni “sfavillanti”.
In Dunkirk emerge la mancanza di poesia. Sì, lo affermo subito, senza pen(s)arci due volte. Davvero, per sorreggere un “filmone” di quasi tre ore, dobbiamo ammorbarci lo sguardo, fiero e importante, in riprese svolazzanti di aerei coi radar negli occhi celestoidi, non celestiali, del “duro” Hardy, davvero dobbiamo sprecare e chiamare in causa lo shakespeariano Branagh e lo spielberghiano Rylance, sottraendoli a impegni ben più meritevoli di questo “bombardamento”… di noia?
Forse mi sbaglierò, ma credo in questo mio presente-futuro, che Nolan non abbia nemmeno il vero futurismo che, appunto, lo renderebbe bellissimo e dinamico come Mann.
Poi che piattezza… neanche in un documentario…
di Stefano Falotico
La Torre Nera, il Trailer mi spaventa nel senno, no, senso migliore del termine… della notte
Quest’Uomo in Nero cammina con l’altezzosità statuaria di un McConaughey dimagrito dopo la prova fisica e non fica di Gold, e terrorizza col suo carisma dalle sopracciglia pittate di dark. Uno spaventapasseri-bellimbusto di androgine fattezze, sì, Matthew in questo filmato è effeminato quel tanto che basta per renderlo macho, e questo è un ossimoro di gran s(c)uola. Idris Elba, che prima o poi conquisterà un Oscar (gli allibratori più esperti e avveduti lo “prevedono” già quest’anno), ha la faccia giusta? Il filmato assomiglia a una poltiglia di film bambineschi, reminiscenti gli anni ottanta, quando l’effetto speciale era un po’ artigianale, “tirato via”, e tutto sa di barocco-colorato tinteggiato di “zone morte” per insaporire di retrogusto horror la frittata, per la nostra triste fitta. Un Cinema alla frutta. Sì, abbastanza disgustoso e indigeribile, da uno dei migliori e più appassionanti lavori di King c’aspettavamo qualcosa di eclatante, mentre qui, dalle inquadrature alla CGI, tutto sa di risaputo, banalotto, infantile e posticcio.
Ma McConaughey “indossa” il parrucchino “al gel?”. Algido, probabilmente tronfio, a mio avviso qui stronzo. Insulso, rimembrandolo per il Rust Cohle che fu. Che eternamente è. Qua invece è talmente etereo, poco terragno, da risultare futile. Insomma, inutile.
di Stefano Falotico
The Comedian, recensione
Visto in anteprima in streaming.
Un film “anomalo”, così potremmo definirlo, schiantando anche le ingiuste critiche statunitensi che gli son piovute addosso. La recensione più obiettiva è stata quella del Guardian, che ha indovinato la giusta “miscela” di parole per incensarlo a metà, assegnandogli tre stellette, comunque pienamente meritate.
Incipit “freddo”, nebuloso, soprattutto notturno, già scandito dalla splendida partitura jazz dall’esperto Blanchard, che modula la sua musica ipnoticamente “lenta” nelle atmosfere di una New York di periferia assuefatta ai colori tiepidi di grattacieli scalcinati e di una Luna occhieggiante di morbido retrogusto già amaro, come questa storia un po’ bukowskiana sorretta da un De Niro “parolaio” di volgarità da comico insultante un po’ alla Don Rickles e un po’ anche alla dirty grandpa mischiato al suo toro scatenato ammiccante al Billy Crystal “cameizzante”. Docet la scena brevissima in ascensore, lapidaria e rinviante a mille sottotesti sugli stand up comedian, appunto, su questo microcosmo un po’ tetro perfino in mezzo alla colorata e vivacizzante umanità decadente che lo popola.
Brilla bella Leslie Mann di recitazione asciuttissima, calibrata in gesti di raffinato “taglio”, così come invade ogni scena col suo carisma da nano gigantesco quel “pinguino” che è Danny DeVito, in sfoggio di monologhi teatralizzanti ben accompagnati dalla moglie LuPone, una volpina della recitazione con la “sordina isterica”, pronta a scoppiare in detonanti assoli da applauso a scena aperta.
Morde questo film, graffia quel tanto che basta alla fotografia intonata al crepuscolare viale del tramonto di Jackie, un De Niro che avrebbe dovuto essere candidato ai Golden Globe.
E questo è quanto, un altro tale di Manhattan, gemellato forse al Woody Allen irriverente.
di Stefano Falotico
E/F/O, Tri G Co-Finance De Niro-Starrer ‘The War With Grandpa’ With Marro Films; Uma Thurman, Rob Riggle Join Cast
Emmett/Furla/Oasis Films CEOs Randall Emmett and George Furla and Tri G LLC have committed to co-finance with Marro Films The War with Grandpa, a comedy that will also have one of the youngest credited producers in film history. Deadline previously revealed the film will re-team The Deer Hunter stars Robert De Niro and Christopher Walken. They will now be joined by Uma Thurman and Rob Riggle, with The Weinstein Company distributing. Tim Hill is directing the adaptation of the Robert Kimmel Smith novel and production starts Monday. The book was originally brought to Marro Films CEO Rosa Morris-Peart by her then 8-year old son, Marvin III, who had just read the book as an assignment in school and thought it would make for a very cool movie.
Said his father, Marvin Jr: “My wife and I always told our son, if you wanted to see the movie, you have to first read the book. He read all the Harry Potters at age five, and got this assignment in class. Half the class got The War with Grandpa, the other half got another book. He came home and said, ‘I wanted to see the movie, and couldn’t find it.’ We tried to help him find it and there was no movie. We read it and thought, the kid is onto something.’ They optioned it and got a blind theatrical commitment from TWC. The youth, they call him Tre, will get exec producer credit. He is 11.
Marvin Peart, Rosa Morris-Peart, and Phillip Glasser of Marro Films are producing. The film centers on Peter, who has no choice but to declare war after his grandfather moves into his home and takes Peter’s bedroom. With the help of his friends, Peter devises outrageous plans to make Grandpa surrender the room. Rather than give in, Grandpa plans to get even.
Deal comes after EFO green lit Escape Plan 3 with Sylvester Stallone with a start date of August 15th. The company is in post-production on Escape Plan 2 with Stallone, as well as the John Gotti biopic Gotti starring John Travolta.
Martin Scorsese, Leonardo DiCaprio & Robert De Niro Eyeing ‘Killers Of The Flower Moon’ From Eric Roth Adaptation
Da Deadline.
EXCLUSIVE: The book was snatched last year after a bidding war for $5 million by Imperative Entertainment and now the Eric Roth feature film adaptation of David Grann’s book Killers Of The Flower Moon: The Osage Murders And The Birth Of The FBI may end up with another few good men. We hear that Imperative is working right now to put together some A-listers for the big screen; first choices happen to be Martin Scorsese, Leonardo DiCaprio and Robert De Niro, and we hear the three are seriously considering it. Imperative partners Dan Friedkin and Bradley Thomas are producing.
Scorsese and De Niro have been huddling on The Irishman at Netflix, but there’s no completed deal yet.
Grann’s Killers Of The Flower Moon, which bows this week from Doubleday, tells the true crime story about multiple murders of members of the Osage Indian tribe in Oklahoma that occurred after they found oil on their lands. It is about conspiracy, greed and murder in the Indian nation — so bad the federal government had to step in. It also chronicles the rise of J. Edgar Hoover, who led the investigation into the murders and ended up making a name for himself.
No one involved would comment.
Scorsese and DiCaprio have worked together multiple times before with Gangs of New York, The Aviator, Shutter Island, The Departed and The Wolf Of Wall Street. In addition, they are both developing The Devil In The White City, also based on a critically acclaimed book. De Niro and Scorsese, of course, have teamed on such films as Goodfellas, Casino, Raging Bull, Taxi Driver, and The King Of Comedy.
Stay tuned.