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Stranger Things, puntata finale

Stranger Things Sottosopra

Il sottosopra

Ebbene, siamo arrivati alla fine emozionante del viaggio. E in un’ora circa, poco meno, i fratelli Duffer forse non hanno il dono della sintesi e allungano stavolta un po’ il brodo. Dopo però i troppi buchi narrativi visti nelle puntate precedenti, qui nessuno “sbalzo di temperatura” e una narrazione che corre via dritta sino all’esplosione finale in cui tutti “demogorgoni” vengono a Undici. Magia della commozione, un addio di Buonanotte laconico che si rivela spiazzante e fa quasi piangere. Ma il mostro è abbattuto e promette di tornare in una seconda stagione. Come da “rivelazione”.

Come avrete capito, leggendo le mie mini-recensioni, non ho mai voluto svelare i (det)tagli della serie per non (s)contentare di spoiler, anche se qualcuno l’ho fatto.

In conclusione, è già stato detto tutto e di più. E poco ce ne importa, ripeto, dei buchi di sceneggiatura e di qualche scena forzata. In fondo, il prodotto è rivolto a un pubblico soprattutto di giovanissimi. Le citazioni si son sprecate, ma quest’omaggio ai cult anni eighties ci ha reso entusiasti.

 

di Stefano Falotico

 

Stranger Things, sesta e settima puntata

stranger-things-eleven_jpg_351x0_crop_q85Sesta puntata

Il mostro

Finalmente, prendiamo confidenza col “mostro”. Lo vediamo prima di spalle e poi lungo un flashback raccapricciante. Intanto, cosa accade ad Hawkins? Lo sceriffo e Joyce si mettono in cerca della madre di Undici, la trovano ma lei è paralizzata ancora dallo shock e dai farmaci. Anestetizzata al dolore, o forse lo sente troppo. Il finale riserva prodigi miracolistici, Cinema vero allo stato adamantino. Gioiello di perfezione filmica filtrata attraverso l’infanzia. E Nancy e Jonathan? Sempre più amici…

Settima puntata

La vasca da bagno

La puntata, ahimè, più debole, narrativamente e cinematograficamente parlando. Costruita su molte affrettate grossolanità per arrivare appunto a quella finale. Zeppa di errori, veloce ma pur sempre asservita alla storia. Undici deve ritrovare le sue facoltà sensitive per acchiappare il mostro e trovare Will, allora serve il bathtub. “Deprivata” sensorialmente da legami con la terrena realtà, solo in questo mo(n)do può sondare lo strano aldilà. Brenner e i suoi scagnozzi danno filo da torcere ai nostri, poi la missione di “recupero” si spezza, come detto, nella narrazione, e non capiamo perché. Episodio bruttino, speriamo nel gran finale.

di Stefano Falotico

 

Stranger Things, quinta puntata

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La pulce e l’acrobata

La pulce può nel “circo” delle dimensioni gravitazionali camminare su una corda tesa anche all’ingiù mentre l’acrobata, essendo umano e dunque “limitato”, può soltanto proseguire “retto” nella sua “retta” vi(s)ta. Altrimenti cadrebbe. Questo è il sottosopra, che vi(b)ra a Nord d’un Sud capovolto. Gli amici si mettono in cerca di una porta spazio-temporale ma l’incantesimo è rotto da Eleven, la magia incarnata del poter trovar “facilmente” Will. Lo sceriffo indaga, quel cadavere puzza di falso funerale allestito da un complotto. Winona si dispera ma non è mai impazzita, la verità è allucinatoria, un coacervo di suoni colorati e spaventosi nella sua testa sana come un pesce boccheggiante.

E il mostro dove si annida? Nancy e Jonathan vogliono ammazzarlo ma la ragazza cadrà nel tranello d’una trappola per “pochi”.

 

di Stefano Falotico

 

 

Stranger Things, quarta puntata

Stranger Things The Body

Il corpo, The Body

Il cadavere di Will è stato ritrovato nel lago tetro. L’incubo è finito, si preparerà il funerale o siam soltanto a una svolta dell’intreccio? Winona “impazzisce” di allucinazioni vere, uditiva nel suo animo, come in quello di Eleven (Undici) e dei suoi compagni, è la sensazione rabbrividente e al contempo salvifica che Will sia vivo e stia cercando di mettersi in contatto. Continuano intanto gli esperimenti nel laboratorio “segreto” del serafico Brenner. Chi è il mostro, scambiato dalla polizia per “orso”, senza faccia che si aggira nei boschi e rapisce le “verginità” di un’intera comunità? All’obitorio c’è solo un fantasma, un fantoccio di pelle sintetica con batuffoli di cotone nelle interiora d’un terrore sempre più scrosciante a profusione, crescente come la nostra latente curiosità imbattibile.

di Stefano Falotico

 

Stranger Things, terza puntata

Stranger Things luci natalizie

Luci natalizie, Holly. Jolly

La matassa pian piano si dipana e scopriamo, attraverso reminiscenze di flashback innestati nei (ri)cor(d)i, dei poteri magici e “pericolosi” di Undici, la bambina “rasata”. Winona allestisce un “canto” di luci di Natale per evocare lo spirito del figlio, che le comunica in “codice” luminescente, un morse di lettere stampate sul muro nel dipinto del terrore. Un corpo viene ritrovato (è Will?) e quali esperimenti nasconde la CIA al confine dell’impossibile? Sempre più capolavoro, magnificenza tonante di puro magical.

di Stefano Falotico

 

Stranger Things, seconda puntata

Stranger Things Maple Street

La stramba di Maple Street

O(h) Weirdo… la bambina scomparsa, “piangente” nel bosco “piovigginoso” d’una notte misterica. Impariamo a conoscere questa “pazza da manicomio” e di come ancor “pronuncia” i suoi strani effetti miracolosi, chiudendo porte allo sferragliarsi di “panici” adulti. Incontaminata purezza extrasensoriale d’una messianica salvezza? Poi c’addentriamo in una festa al buio, organizzata dal belloccio simil Elvis con le sue coche stralunate, bevute alla goccia. E di come gli “usi e costumi” della società sian sempre stati livellati su teorie dominanti dell’imbranata contro la fighetta. Altra sparizione, la piscina s’oscura, un rapitore alieno l’aliena dal mondo “commestibile” d’una fottuta gioventù. Altro non accade, se non che il telefono di Winona ancora (non) tace e velocemente, squittendo di “shock” elettrico, furibondo arde nella paura che corre sul “raso(io)”… attimo esplodente d’una suspense vorace. Continua…

di Stefano Falotico

 

 

di Stefano Falotico

 

Stranger Things, prima puntata

 

La Scomparsa di Will ByersStranger Things

Premetto… non sono un fanatico delle serie televisive ma quest’appuntamento con Netflix non poteva sfuggirmi, vuoi per il tamtam mediatico che c’ha bombardato nell’obbligarci quasi a vederlo, vuoi perché di prim’acchito m’ha fortemente ispirato, e quindi, con grande onore dei miei neuroni ben riequilibrati da questa storia di missing, m’accingo a recensire, spero se la salute e la cautela precisa me lo consentiranno, questo Stranger Things.

6 Novembre del 1963, in un paesino “addormentato” dell’Indiana, precisamente Hawkins, che poteva essere la meta preferita nel “Maine” d’uno Stephen King patrocinante, di sue atmosfere infantilistico-paranormali con picchi encomiabili d’horror nostalgico, tale perla.

I bambini giocano allo Hobbit da tavolo e poi ognuno rincasa nella notte fosca illuminata a (sp)razzi dai faretti delle lor giocose, sguinzagliate biciclette veloci. Uno di loro si perde nella Luna “boscosa”, ai confini d’una specie di AREA 51 protetta dai federali (?).

Il mattino si sveglia lucente e al contempo opalescente nella giornata “diversa” di uno sceriffo di “contea” che dovrà “smagrire” la sua noia apatica di “contemplazione” e pancetta al caffè americano per mettersi alla ricerca del bambino scomparso. Sì, è scomparso nel bel mezzo di un “putiferio” d’una strana, “fosforescente” luce di lampadina.

Un’altra bambina è scomparsa, riappare, porta sul braccio uno 011 misterioso, forse figlio d’un rapimento alieno (?). Matthew Modine imbacuccato di parrucca bianco-lattiginosa come un ectoplasma “extraterrestre”, e una Winona Ryder incandescente di preoccupazioni. Suo figlio non c’è più, affiorano i ricordi, non solo “fotografici”.

Per ora, ci fermiamo qui.

di Stefano Falotico

 

The Girl on the Train – Official Trailer

Girl on Train

Emily Blunt, Rebecca Ferguson, Haley Bennett, Justin Theroux, Luke Evans, Allison Janney, Edgar Ramirez, Lisa Kudrow and Laura Prepon star in DreamWorks Pictures’ The Girl on the Train, from director Tate Taylor (The Help, Get on Up) and producer Marc Platt (Bridge of Spies, Into the Woods).

In the thriller, Rachel (Blunt), who is devastated by her recent divorce, spends her daily commute fantasizing about the seemingly perfect couple who live in a house that her train passes every day, until one morning she sees something shocking happen there and becomes entangled in the mystery that unfolds.

Based on Paula Hawkins’ bestselling novel, The Girl on the Train is adapted for the screen by Erin Cressida Wilson and Taylor. The film’s executive producers are Jared LeBoff and Celia Costas, and it will be released by Universal Pictures.

 
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