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Jennifer Aniston To Star With Robert De Niro In ‘The Comedian’

jennifer-anistonJennifer and Bob per la prima volta assieme, che Deadline!

EXCLUSIVEJennifer Aniston will star alongside Robert De Niro in The Comedian, the Taylor Hackford-directed drama that has been a De Niro passion project for years. The film will shoot early next year in New York. Art Linson, who wrote the script with comic Jeffrey Ross, and John Linson will produce the film along with Cinelou’s Mark Canton and Courtney Solomon. Cinelou, which funded the Aniston starrer Cake, is financing the picture.

De Niro plays a toxic insult comic on the order of a Don Rickles (with whom De Niro starred in Casino). Aniston meets him at a wedding, and they develop a close relationship. It will be De Niro’s second time behind the stand-up microphone, after playing the iconic stalker/aspiring comedian Rupert Pupkin in The King Of Comedy. The project has been one both De Niro and Linson have been trying to pull together for years, with stand-up material written by Ross, the Friars Club and Comedy Central roasts staple. Linson wrote the Hollywood-centric pic What Just Happened?, which starred De Niro as a harried producer, and he produced the De Niro pics Heat, The Untouchables and This Boy’s Life.

Aniston has been shooting The Yellow Birds and Mother’s Day. She’s repped by CAA and Brillstein Entertainment Group.

Cinelou, started by Canton and Solomon, has wrapped Henry Joseph Church, the Bruce Beresford-directed film from a Susan McMartin script that stars Eddie Murphy.

 

Dirty Grandpa (2016 Movie – Zac Efron, Robert De Niro) – Official Green Band Trailer & Poster

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Dirty Grandpa not yet rated

In Theaters January 22nd, 2016 | © 2016 Lionsgate
 

Smetterò di essere “folle” quando mi adeguerò all’adatta foll(i)a del mondo, cioè mai, oggi è domani, non domato

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Apro gli occhi, inceneriti dalla brezza di un’atmosfera solforica, grattante le mie meningi acuitesi nel sonno perpetuo che non si placa. E, cristallino, però non m’abbaglia il mondo, semmai ordini gerarchici d’un nazismo di massa m’abbaiano. Non fatevi da questi né abbracciare né abbacinare. Ma quali baci, solo sal(u)ti, la mia, sì, che è salute! Meglio il prete sull’abbaino che blatera, farneticando l’onnipotenza d’un Dio perso. Tanto ciarpame, chiasso e frenesia, dove volete che io vada? In questo (con)testo? Non ho la vostra testa per qua in mezzo “tendermi”. Sì, son tutti te(r)si, asciugati dalle emozioni veraci, anestetizzati alla naturalezza dell’essere. E gioiscono di farfalle, fan al prossimo dei falli, che visione fallace. L’anelata, (di)sperata felicità tanto agognata a dove li porterà se non ad altri tormentosi porti? Riporta questo, uomo dal riporto.

Sto bene io, ché qui me la dormo, mai domo, sapendo che son più sveglio dei tanti “allegri”. Legiferano, invero non san tra le righe, non solo delle lor bianche camicie incravattate, leggere.

Eppur si dichiaran “legg(er)i” e gente come me (s)finisce male, fiore del male, invero, non sfiorire. Non mi devono sfiorare!

 

di Stefano Falotico

 

A Walk Among the Tombstones, fra le lapidi, son lapidario come Liam Neeson

A Walk Among The Tombstones

Prefazione ironica

 

Mah, più che altro s’è rotta la lampadina del lampadario, eppur “la” vedo, mista a un’aiuola ben coltivata da donna che ha “subito” pene e, dopo tante delusioni, s’è scavata la fossa, anche non se l’è cavata da fessa.

 

Diciamo che questa è una parentesi a luce (non) tanto rossa e la “su(in)a” non è rosea, eppur il “mio” rotea, pur di guadagnarmela rompendomi la rotola.

 

 

Non sono l’ultima ruota del carro

 

Ebbi modo e tempi(e) per riflettere su come, in passato depresso, fui uomo da brutto c(imit)ero. Sì, non c’ero, pessima cera, ma in quel C’era una volta accesi un “cervo”. Sì, “lui” mi si parò davanti all’improvviso, “sparlò” di me coi cerbiatti e io non gli fui Bambi, “infuocandolo” di rabbia.

 

Questa si chiama stronzata, ch’è sempre meglio della ceralacca.

 

 

Parliamo del film, non perdiamoci in chiacchiere, miei mer(l)i, oh, mia megera e secca comare come sta il tuo compare? Tira a campare? “Allegramente”, beviti un Campari

 

Io, autore de “Il cavaliere di Alcatraz”, che vi consiglio di comprare, de “La pallida ipocondria della Luna”, che v’intimo (non donna) a sfogliare, qui mi sfog(li)o di bello sfoggio.

 

Sì, sono un pavone e giro di notte di bar in baro, raggiungo Trapani e poi Bari, stando attento a non affogare a Venezia con una rotta barca.
In parole povere, questo è un ottimo film che, stasera, trasmesso sarà in prima serata su Sky.

 

Oh, cielo plumbeo, rendimi noir.

 

Questo mio post si chiama freddura, siamo quasi a Novembre e ci vuole il cappotto.

 

 

 

 

di Stefano Falotico

 

 

Finalmente, ecco il full trailer di Joy, targato 20th Century Fox

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Film attesissimo, già in rampa di lancio per sbaragliare la concorrenza ai prossimi Oscar.

La “vera” storia, naturalmente romanzata-“cinematografizzata”, della “reale” JOY Mangano, colei che, “per miracolo”, inventò il cosiddetto “mocio”.

Insomma, la storia di una Cenerentola, bistrattata per anni da familiari, parenti e amici, umiliata per la sua “timidezza”, non tanto considerata umanamente, che, come per magia, alla “Mrs” Hula Hoop, tira fuori dal cilindro il colpo di genio che, in un battibaleno, ribalta tutte le carte in tavola, e da una vita provinciale, misera e piena di problemi, la rende miliardaria, emancipata e tanto amata da divenir un patrimonio quasi “culturale” d’incommensurabile valore, perché proprio lei, anonima ragazzina e bambina infelice che fu, con quel “tocco in più”, regala agli americani e al mondo intero un vivido, cristallino, fulgido, “semplicissimo” sogno. Lo strumento, l’oggetto del “desiderio” anelato da una miriade di casalinghe e donne di casa che, in un sol attimo “sp(i)azzante”, vedon/videro concretizzarsi così la “bellezza” di poter ripulire, eh eh, le lor vi(s)te dalle “briciole” di esistenze “anonime” da affaticate-sfaticate lavandaie.

David O. Russell, regista della pellicola, già autore di notevoli film, sempre oscarizzabili, ha dichiarato che la sua visione è quella di un’opera che, per certi versi, assomiglia a un Il Padrino al contrario, mescolato al romanticismo positivo de La vita è meravigliosa. E, assistendo a queste immagini, possiamo ben capire la sua affermazione. Joy è un(a) Michael Corleone in gonnella, anche se preferisce i jeans da “maschiaccia”, qui non è un(a) criminale né viene da una “family” di mafiosi, ma la sua personalità, per certi versi, è accomunabile a quella di Brando/Pacino, così “onnipotente”, dura, infrangibile, che resiste indefessa alle usure delle delusioni e del tempo erosivo le purezze, il tempo che, malinconico, sgualcisce i nostri cuori adamantini e troppo li “potenzia” in tetre prese di coscienza della “fallacità” del tutto, che annichilisce e pian piano le emozioni più vere, autentiche e passionali svilisce, ecco, non “la” rassegna, anzi, la rende proprio più “tosta”, convinta appunto delle sue potenzialità, tanto da trasformarsi nella “capa” di cas(t)a.

Tutti, dinanzi a quell’invenzione geniale, le s’inchinano, le chiedon scusa se, in passato, con lei son stati troppo ruvidi, e favoriscono dunque, del tipo l’unione fa la forza, la realizzazione di una favola. Come tutte le migliori favole, naturalmente, complicata, certo, ci mancherebbe.

Perché la libertà di sé stessi si conquista sempre a un prezzo, quello di soffrire per inseguire i propri sogni.

Insomma, le morali alla Capra. Dove molte cose, lungo il viaggio, sono andate male ma non tutto il mal vien per nuocere, anzi, è da quello che apprendiamo i nostri sbagli e ci meravigliamo ancora dei doni che la vita ha da offrirci.
Una splendida Jennifer Lawrence, che possiamo senza dubbio già “candidare” all’Oscar, appunto, affiancata da uno strepitoso cast delle grandi occasioni, capeggiato a sua volta da Bob De Niro, colui che fu proprio il “padrino”…, versione Marlon Brando da giovane.

Insomma, un filmone. Scommetteteci.

 

di Stefano Falotico

 
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