Festival di Venezia 2014, parte lo stress

Pacino The Humbling

di Stefano Falotico

Da quando (non) mi amai, compresi la natura shakeasperiana del mio (non) essere amletico e, come Al Pacino, gridai in preda a estasi recitative del mio carisma “ipnotico”

Come già ribadito, sarà l’anno dominus del signor Pacino, assoluto dom(in)atore della scena di tal kermesse da settantunesima “mostra” ch’è già mi rende più nevrotico di lui.

Io e un mio amico abbiamo prenotato un albergo gestito da preti, situato in zona “Zattere” in quel di Venezia. Di notte, salvo “coprifuoco” dei preti che potrebbero sbatterci le porte in faccia, in quando troppo “rincasanti” tardi eppur “incassa(n)ti” nella Laguna plumbea del cielo fra le stelle di Hollywood su piogge (s)battenti d’un clima “teso” e terrificante, ecco, io e il mio amico, come Snoopy, seduti su una panchina, nelle calli, a spulciar lui un callo e io a girarmi i pollici “su” dei migliori film del cazzo, scriveremo… era una notte buia e tempestosa. Con le risacche marine, e anche “scrotali” nostre da che du’ palle e “soprattutto” che “freddo”, a “scioglierci” emozionalmente febbricitanti, visto che c’ammaleremo non solo di Cinema ma anche di acquazzoni “(de)pur(ant)i”. Molte stronzate prevedo che al Lido vedremo, forse occorrerà anche uno spurgante per liberarci lo stomaco da troppe schifezze intollerabili, molto da “bile” e chi ce l’ha fatta fare… a “venire?”.

Ma questa sarà la stagione alta di Al. Altolà!

In Manglehorn, sarà un redivivo, vecchio leone spaventapasseri, in The Humbling, un attore come pochi per la (s)porca relazione “tardiva” con una affatto tardona, Greta Gerwig, donna dai capelli rossi come io e il mio amico che, “bolliti” dal clima rigidissimo, “rigidamente” ci “scalderemo” arrossiti, molto pallidi e impal(l)lati, semmai ricordando il suo seno (g)rosso e pimpante.

“Tirandoci” di m(or)ale.

Ah, quelle labbra umidamente sognanti nel “leccalecca”, platinato Barry Levinson, uno che è passato da Piramide di paura a Sesso & potere con (ig)nobile “leggerezza” e mano (in)ferma da regista che non si sa che vuol girare, se dei pamphlet per ogni età e per tutti i poppanti, pellicole d’impegno o solo pallose, oppure stronzate che lui crede intelligenti perché le ammanta d’un retrogusto “antico” come nel “caso giudiziario” di Sleepers, ché parte atmosfericamente alla Scorsese e finisce più amaro del bagnetto di quei bambini nell’Hudson. Già affogati e soffocati dalla nascita.

Con tanto di “predica” d’un De Niro “padre” che salva in corner gl’incornati suoi pupilli, ex bulli, giovanissimi (ri)belli da un’adolescenza tremenda di futura, irredenta, crudele inculata a sangue bruttissima e deturpante per sempre.

Il programma di quest’an(n)o fa indubbiamente schifo al “cazzo” più di quel Kevin Bacon di “merda”, una “classica” porcata.

Ma finché c’è Al, c’è speranza.

Speriamo non siano anche i “suoi” film delle cagate.

Intanto, hanno aperto la biglietteria online su boxol.it.

Film “doppi” da paghi uno e vedi quello a seguire, eh sì, è un “seguito”, c’è anche il terzo tempo più intervallo di 15 minutes di celebrità d’uno spettatore che, a luci accese e “rosse” di lui pa(on)azzo, sovreccitato da un ex (sotto)titolo “sublim(inal)e” alla sua lingua sciolta e alle sue inguini da maniaco dopo linguine allo scoglio mangiate in una bettola, griderà “La vita è una boiata pazzesca!”. “Spinto” dal clima “movimentato” di borghesi annoiati, tanto per dar una mossa di bri(vid)o.

Gettandosi addosso a quella in prima fila, figa per niente, infatti è “ribaltabile” solo di poltrona sua incarnata da racchia paraplegica con tanto di “posteriore” speciale per il matto scatenato su “cupio dissolvi” di due vite da (testa)coda desiderose… di bruciarsi in dissolvenza incrociata con interruzione dei pubi, entrati senza permesso in sala, sulla pubblicità dei pannolini Pampers.

E, in questo casino generale, applaudirò con le gambe accavallate, “sbattendo” le mani su quella accanto, d’affiancare molto in quanto di buoni fianchi e “ficcando” quello davanti a cui dar un calcio in culo nel buio “invisibile” ma senziente d’emozioni “forti”.

Sì, prepariamoci a questo Festival.

Se vi par una cazzata, lo è.

Molto meno di quello che avete appena letto.

Fidatevi.

Poi, non chiedetemi il rimborso dell’abbonamento!

Mica li ho scelti io i film. È stato il direttore!

Dai, “brindiamo” con del vino Barbera!

 

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