THE COMEDIAN, recensione
Ecco la sinossi, miei asini, tratta da IMDb. Più scarna di Bob De Niro, scheletrico in Taxi Driver. Un mezzo cadavere ambulante mentre, in Al di là della vita, prosecuzione ideale di tale succitato capolavoro immortale, Nicolas Cage guidò solo l’ambulanza ed ebbe dei tremendi, oserei dire lancinanti dolori di panza poiché affetto da complessi di colpa strazianti. Ora, Nic sta assieme a una forse più giovane della ragazzina morta d’overdose…
Caro mio Nic, dopo i debiti economici, avesti crisi d’astinenza e pagasti la prima baldracca raccattata fra una tua stronzata e l’altra? Devi darti una moderata! Durante l’amplesso, non esagitarti neppure di tuo proverbiale overacting. Non è che, allo zenit dell’eccitazione, reciti alla tua bella bambina tutto l’abbecedario da Stress da vampiro nevrotico, impazzito e super arrapato come se, nel tuo letto, vi fosse Jennifer Beals, sì, però di Flashdance?
A look at the life of an aging insult comic named Jack Burke.
Ora, vi ficco anche quella di Wikipedia. Se non vi sta bene, ficcatevi fra voi ma non rompetemi i coglioni.
Sono stanco di essere preso per il culo.
Jackie (Robert De Niro) is a comic icon, attempting to reinvent himself despite his audience only wanting to know him as a television character he played earlier in his career.
He attends a comedy club for nostalgia night at Governor’s Comedy Club in Levittown, New York (near Hicksville, New York), hosted by Jimmie Walker. After accosting an audience member, Jackie is sentenced to 30 days in jail. During his 100 hours of community service he meets Harmony Schiltz (Leslie Mann), who works at a soup kitchen as part of her community service.
Cioè, in poche parole, è un character study su un comico volgare ma forse meno volgare di tua sorella. Sì, tua sorella è volgarissima. Si mette in posa come Taylor Mega ma non conosce neppure un film del regista, per l’appunto, di questo film, Hackford Taylor. Secondo me, se continuerà su questa strada da piaciona popolana, non avendo il talento di Kathy Bates, magnifica ne L’ultima eclissi, finirà peggio di Jennifer Jason Leigh di Inserzione pericolosa.
Ma chi pensa di essere? Charlize Theron de L’avvocato del diavolo? Ah ah.
Il Richard Gere di Ufficiale e gentiluomo della sua periferia da semi-palestrata esaltata la manderebbe a fanculo perché non è manco Rachel Ward di Due vite in gioco.
Ebbene, amici carissimi, cinti in raccoglimento. Prestatemi umilmente fede, oh, mie fratelli e consanguinei. Miei geni assortiti, la vita può incepparsi a causa della malasorte oppure di una mala sorca, dunque perdersi in rabbie figlie di notti lugubri e melanconiche.
Applause!
Ivi, figliuoli della congrega, siamo riuniti dopo la quarantena che ci dilaniò le viscere, tristemente illanguidendoci nel buio più tetro e mortificandoci da sepolti vivi ché dovemmo riesumare antichi videogame per passare il tempo, come per esempio Tetris. Sì, rannicchiati fra domestiche pareti anguste, dopo un’esistenza già trascorsa spesso nella solitudine più assoluta per colpa di gente bigotta e moralistica che svilì i nostri animi radiosi, tempestandoci di sospetti mostruosi, risorgemmo in tale 3 Giugno poiché oggi sono permessi anche i viaggi interregionali e io, dopo aver militato sino all’età di diciott’anni, presso le giovanili, cioè gli Juniores, di una calcistica squadra che partecipò ai migliori tornei provinciali, rinunziai a ogni lavoro da impiegato comunale.
In quanto desidero tuttora rimanere un poeta abissale e un artista spaziale che non abbisogna di mercificarsi a un sistema prostituente il nostro animo che non è soltanto statale, bensì universalmente internazionale.
Sono qui per parlarvi di un film che, dopo mille ritardi, come i miei e i vostri da uomini scambiati addirittura per Cagliostro, forse festeggeranno il Ferragosto sotto la luna ch’è un girarrosto.
Probabilmente, visto il successo di Joker e di The Irishman, una buona volte per tutte, un distributore lungimirante si deciderà a diffondere la pellicola con De Niro di cui già v’accennai e, nelle righe seguenti, come dettovi, vi parlerò… sbattendola in sala. Uh, fa caldo, pare una sauna. Comunque, anche se sudai freddo e la gente ipocrita mi mise a pecora, sono rimasto un leone della savana.
Mah, la mia storia fu ed è da Mezzanotte nel giardino del bene e del male. Dove fu ambientato questo cazzo di filmone di Eastwood? Ah sì, a Savannah.
Comunque, alla playmate Smith Savannah, preferisco Saint Samantha, pornostar da poco ritiratasi dal mercato. Peccato, me ne sarei tirate ancora sui “suoi” nuovi filmetti. Va be’, non importa. Tanto ho tutta la collezione privatissima dell’intera sua filmografia eccitantissima. Cazzo, Samantha Saint mi manda in estasi più di Marlon Brando al suo massimo storico.
Ora, basta, facciamo i seri, non facciamoci le seghe.
The Comedian… Tale pellicola io già vidi in sala… da pranzo. In verità, dietro il grande schermo de mio pc grazie a PowerDVD. Poiché ne comprai il Blu-ray americano, ordinandolo su Amazon.
E lei, donna che si crede un’amazzone, la finisca d’inneggiare al matriarcato e zittisca definitivamente le sue voglie e i suoi capricci inconfessabili da repressa sessista. Non riesce a trovare un uomo Tarzan? Ah no, allora si rechi alla videoteca Videodrome di Federico Frusciante, mio amico, situata in via Magenta 85 a Livorno. Noleggi Greystoke con Christopher Lambert e andrà in brodo di giuggiole poiché dirimpetto al Lambert che fu, eh già, si toglierà ogni maglia di liana, no, lana. Avrà le vampate di gran calore nel vedere che Christopher poteva permettersi di essere ancora bellissimo ma puro, prima di sporcarsi con Alba Parietti. Da allora, infatti, dal suo leggendario strabismo di Venere, Cristopher forse passò alle malattie veneree.
Sì, donna alla Andie MacDowell, milfona mai vista, si spogli d’ogni inibizione in maniera scimmiesca, si dia alla vita tutta. Non faccia la scema. Ma che è alla frutta? Onestamente, ce la dia ma, attenzione, al Seme della follia. Siamo qui e non aspettiamo altro se non con lei impazzire, strapazzandola come la maionese. Donna, si mostri integralmente a noi tutti, eh sì, ignuda come iddio la creò, come madre natura la concepì e come qualche uomo, qui, presto la fotterà in questo focoso dì gioioso. Che fa? Si bagni presto come se si trovasse all’equatore con l’afa a mille in mezzo alla sua palude!
Applauso!
Orsù, donna, si svesta e faccia alla svelta. Non so se sarà amata di sveltina ma, immantinente, la prego, la smetta di tirarsela da sola. Guardi che bel sol’. Per esempio, osservi obiettivamente quest’uomo dal petto villoso al mio fianco. Non mi dica che non ama il suo sguardo da latin lover caloroso. Si fidi, senza sifilide, potrà presto ardentemente irradiarla e forse allargargliela in modo delizioso, oserei dire squisito e letizioso.
Suvvia, non faccia la permalosa e la difficile donna smorfiosa. Le sia sfiziosa…
Com’è pure il detto? Fra moglie e marito non mettere il dito? Infatti, solo un dito non serve.
Ci vuole tutt’altro, eccome se ci vuole molto alto.
Di mio, non ho mai creduto al comandamento Non desiderare la donna d’altri. L’unica donna che giammai non desiderai fu l’attuale moglie di un mio ex amico delle scuole medie. Di cognome fa Daltri e svolse il lavoro di gelataio alla Voglia matta. Non è il film con Ugo Tognazzi e Catherine Spaak.
Bensì una yogurteria cremosissima… https://www.facebook.com/lavogliamattagelateria
Ci vuole zucchero, sale e pepe. Finiamola anche, a proposito di Luciano Salce, con le battute su Fantozzi. Più vecchie d’una bacucca.
Ma che mi fa(te) dire? Delle virilità, no, volgarità pregne, oh, mia prugna, di dark humor come Jackie Burke, il personaggio incarnato da Bob De Niro in questo The Comedian di Taylor Hackford?
Debbo moderare il linguaggio, avete ragione, devo finirla subito di divagare in maniera provocatoria, pungente e piccante, debbo quanto prima, oh sì, io questa donna sfinire. Oh, tale donna sta per sfiorire, con me invece rifiorirà e, assieme, floridamente ci cureremo da ogni batterica flora. Sì, evviva la sauna, la fauna! Non datemi nessuna mano, le mie mani saranno di questa donna e la palperò, fottendomene del perbenismo della piccola borghesia.
E così sia, oh, issa, non fatemi scaldare, già mi si ri… za in men che non si dia, no, dica.
Ah ah.
Sono un battutista, evviva anche Lucio Battisti e ogni batterista.
Non picchiatemi, non siate maialeschi, no, maneschi. Adoro Michael Mann, Thomas Mann e il detto chi fa da sé fa per tre. Potrebbe anche farsi Leslie Mann.
Sì, sono un Falotico che potrei venir… ospitato da Jimmy Fallon, sono uno sconsiderato farfallon’ e amo sia essere vigliacco come Dustin Hoffman di Papillon che temerario come Steve McQueen di C’era una volta a… Hollywood. Il quale desiderò Margot Robbie, grande figa, ma ebbe comunque una cazzuta dignità da difendere da ribelle che se ne fotté delle donnette. Sì, uno storico sciupafemmine, ah ah.
Dunque, preferì essere ricordato per La grande fuga.
Cioè, come la mia. Ah ah. Sì, scappai dal mondo e il mondo cercò d’inchiappettarmi.
A tutt’oggi, sono vivo e vegeto. Posso ammettere che nessuno me l’abbia messo in quel posto, fisicamente parlando. Comunque, non sono omofobo.
Se qualche bagnino proverà ad affogarselo dentro di lui, gli risponderò come Lino Banfi in questa scena cul no, (s)cult: https://www.youtube.com/watch?v=8xFKYyphXOk
Se io l’abbia messo nei buchi femminili, non sono cazzi che vi riguardano. Anche perché siete invidiosi e vi fottete a vicenda.
Ma che volete toccare? Ma che volete appurare? Dove pensate di scopare, no, scusate, volevo dire… scappare?!
Parliamo ora di questo film.
Doveva essere inizialmente diretto nientepopodimeno che da Scorsese. De Niro ebbe infatti la brillante idea di realizzare una specie di remake di Re per una notte. Scorsese non fu però convinto della/della sceneggiatura. Al che, De Niro propose la regia a Sean Penn. Inizialmente, Sean accettò. Si sa, Sean e Bobby sono molto amici. Entrambi scoparono Naomi Campbell. Poi, si strinsero la mano in segno di reciproca stima. Come lo stesso De Niro e Depardieu, in Novecento, a letto con Stefania Casini? Non lo so.
Ah, mio Stefano, che casino! Mah, Naomi se la scopò pure Flavio Briatore. In verità, mezzo mondo. Roba che Samantha Saint, dinanzi a Naomi, è davvero una santa. Ah ah. Venere Nera di che?
Poi spuntò Hackford. Sposato da tempo immemorabile con la fata Morgana di Excalibur, vale a dire la grande Helen Mirren.
Allo script mise mano anche Richard LaGravenese, premio Oscar per La leggenda del re pescatore.
Abbiamo in questo film quell’attoriale gigante di Danny DeVito, un nano di statura ma uomo di enorme levatura, abbiamo il cammeo di Charles Grodin, anche quello di Billy Crystal, vi sono pure Edie Falco ed Harvey Keitel.
Ma soprattutto v’è una strepitosa attrice teatrale, Patti LuPone. Moglie di De Niro in Colpevole d’omicidio, madre di James Franco.
Cioè me stesso.
Sì, debbo esservi franco. Questa vita mia fu esattamente come questo film. Per via del mio essere troppo istrionico, reagii malissimo dinanzi alle provocazioni di un panzone, fui accusato di minacce di “impostazione fisica”; non patteggiai tanto e fui costretto ai lavori socialmente utili.
Io sarei aggressivo? Ah ah.
Ma non tutto il male venne e viene per nuocere. Pene… devono ancora venire… Conobbi molta gente interessante in mensa… gente meno falsa di quelli che vanno a messa.
Cosicché, imparai ad amare perfino il pauperismo dopo essere stato preso solo per un paperino, sinceramente per un cretino. E Gli invisibili con Richard Gere, diciamocela, è un capolavoro.
Sapete perché? Perché quando il gioco si fa duro, devi ammettere che sei un po’ invecchiato e non puoi più tirartela da sex symbol.
Devi guardarti allo specchio e confessare la verità.
Sei un grandissimo attore. Come lo è Richard. Anche se non è De Niro. Anche se io forse sono più bravo di entrambi.
Bisogna essere sinceri sino in fondo. Potrete continuare a lungo a prendermi per i fondelli ma nessuno al mondo è capace di recitare un testo così, con tanto di ansimante voce cavernosa.
E presto ne arriverà un altro… decisamente, se possibile, ancora più bello.
https://www.audible.it/pd/La-vertigine-del-lieve-crepuscolo-Audiolibri/B08928XY56
Quindi, ora, fatemi fare la mia vita. Altrimenti, potrei esservi più demenziale di Mel Brooks di Che vita da cani! Oppure John Belushi di The Blues Brothers.
E, davanti a due così, potete anche continuare a fare le suorine ma ricordate: sono in missione per conto di dio.
Sono uno che si fa solamente dei film? Può essere. Tu continua a farti tua moglie, è un cesso. Confonderebbe le atmosfere grottesche di questo film dominato da un De Niro pagliaccesco, con Manhattan di Woody Allen. Mi sa che della vita non ha capito un cazzo. Infatti, sta con te.
Ah ah. Ah ah. Ma che recensione è? Fa ridere per non dire piangere.
Come la vita. Di ogni clown.
di Stefano Falotico