“Army of Darkness”, Review
Dalle ombre darkness, l’eroe precipita in trono reale su zigomi foschi
Ash in Raimi “lynchiante” su asce recidenti Necronomicon rimbalzato dalla tomba ischeletrita delle case demoniache. Ash cavalcante un’epoca caotica e oscura, Ash ch’esorcizza l’esercito a suo battagliero adirarsi fiero, dai Ash, senza varechine di limpidi splash, fulminali con luridezza e asciuga le labbra d’una zuccherosa bionda per rabbonirla in pettorale tuo affamato, invocherà clemenza ma “impietoso” sarai “impietrito” di Cuor romantico, ergendoti in brame notturne dallo spiritico tuo teschio carismatico.
Ash il mito, immortalissimo! Duellante spadaccino fra mostri ballerini, che fan ridere anche i becchini, e arpie con i piedi puzzolenti come tua zia. Energico, Ash stritola il suo sangue, lo plasma a Bruce Campbell più amato e, armante, grida guerra inferocente.
Ash il perdente nato, “matto”, il jolly ripescato da qualche cazzo di storia strampalata d’una fiaba nera come le inquadrature “rustiche”, artigianali e dunque artistiche nel lor parossismo secco, come lama azzannante, come sfere di cristallo frantumate di streghe spappolate dall’universale figlio di puttana irresistibile. Dalla battuta sempre pronta, freddura brillante vivida anche se lercio d’indumenti “slabbrati”, abiti fuori moda d’un Cinema anacronistico sempre a me splendente. Riflessi svegli, cari dormiglioni.
Invadete le tangenziali, rallentando il traffico con la vostra fottuta appunto lentezza a cui offro, con parsimonia “antipatica”, l’enfasi di ralenti acceleranti in frizione su volante dentro le traiettorie tortuose d’una mia steadicam nervosa ad alto volume in stereo spaccacrani, highway isterica, rombante e roventissima, deformo le strade a contromano di “sterzarle” in mia anima galoppante.
Qui Sam Raimi tocca apici “fradici” di medioevale titanismo. Capta il senso dell’esistenza, della lotta nostra da “avviliti”, dei mortificati e li spinge alla rivolta avvincente. Infliggendo la sconfitta ai piccolo borghesi, qui incarnati da quest’orda urticante di bruciati vivi. Catapulte, puttanelle, coltelli, truculenza, splatter che ingoia i nemici e li “arrotola” in gore travolgente, con schizzi eleganti di ferocia maledettamente bella.
Questo Ash che se ne fotte delle regole, che manda quel beccamorto di Enrico il Rosso a farselo dar nel culo, poi se n’allea di “tiramenti” empatici, senza pensarci due volte eccolo che infila la lingua in Bridget prima di sfondarla nella “dissolvenza” a cambio di scena su sorriso stronzo stampato in faccia alle palle mosce.
Arriverà il seguito, non vedo l’ora che Ash, del reparto ferramenta, metta a ferro e a fuoco di nuovo questi zombi.
Ash, un incapace, una motosega. Un genio assoluto.
(Stefano Falotico)