FREAKY, recensione
Questo film con Jodie Foster vi ricorda qualcosa?
Comedy horror bellissimo/a. Landon sa il fatto suo, fidatevi. Non mancherà, in futuro, di stupirci e spaventarci, facendoci ancora molto ridere. Vince Vaughn è un grande. Non obiettate, altrimenti meritate le maschere di Jason e anche le mascherine di questo tremendo Covid che ci sta sfigurando, disossando, spolpando e macellando vivi.
Ebbene oggi recensiamo un piccolo gioiello, lo strepitoso, a noi piaciuto tantissimo, Freaky.
Film diretto e scritto dall’assai valente, sempre più promettente, originale e inventivo Christopher Landon (Auguri per la tua morte) assieme allo sceneggiatore Michael Kennedy.
Freaky (il cui titolo, tradotto letteralmente, significa bizzarro) è un’esilarante, godibilissima commedia quasi slapstick assai brillante, mascherata da grottesco horror pieno di colpi di scena spassosi e avvincenti.
Una geniale commistione di vari generi cinematografici, centrifugati in un’ora e quarantadue minuti eccezionali.
Freaky, distribuito in streaming negli Stati Uniti, lo scorso anno, doveva debuttare assai prima sui nostri grandi schermi italiani ma, come sappiamo, per la tuttora, incresciosamente vigente pandemia del Covid, è stato solamente adesso diffuso on demand.
Freaky ha ricevuto un’ottima valutazione da parte della Critica d’oltreoceano, potendo infatti vantare un più che lusinghiero 61% di media recensoria sul sito metacritic.com. Valutazione forse non eccelsa ma, al contempo, più che egregia per un film all’apparenza dalle pretese non troppo ambiziose.
Anzi, noi azzardiamo perfino a osare dire che la media riportata dal succitato sito aggregatore di opinioni critiche è addirittura bassa poiché Freaky, rimarchiamolo subito, è già un instant cult che non potete assolutamente perdervi.
Cioè è una folle, visionaria e burlesca mescolanza citazionistica di Tutto accadde un venerdì (Freaky Friday) e relativi, derivati rifacimenti, frullata in una personalissima revisione omaggiante indissolubili e intoccabili icone del Cinema orrifico e slasher più “seminale”, quali Venerdì 13, Halloween di John Carpenter, Scream di Wes Craven a loro volta shakerati e rigenerati in una moderna, mirabolante, coloratissima e caleidoscopica rielaborazione funambolica dei migliori e/o peggiori film sugli assassini seriali, rivisti secondo un’ottica, potremmo dire, inquietantemente parodistica e allo stesso tempo fermamente già ascrivibile all’immediata poetica, già definita, di Christopher Landon. Un regista apparentemente identico a mille altri. Che invece non è prematuro o precipitoso ascrivere immantinente a una precisa, collaudata autorialità di tutto rilievo.
Sì, Landon è a suo modo già un autore, non stiamo esagerando affatto e, nell’imminente futuro, siamo più che certi che di lui sentiremo parlare a lungo in termini entusiastici.
Trama:
Millie (Kathryn Newton) è una teenager sofferente acutamente di forte disistima in quanto, nella sua scuola, viene perennemente bullizzata, bersagliata sadicamente dalle sue coetanee compagne di classe e parimenti spesso derisa, a tamburo battente, da tutti i ragazzi che la mirano, si fa per dire, solamente per deriderla cattivamente. E qui Landon occhieggia, forse anche involontariamente oppure sottilmente o non molto velatamente, a Carrie – Lo sguardo di Satana di Brian De Palma.
Millie abita a Blissfield, amena cittadina su cui da tempo aleggia una famosa leggenda metropolitana. Per cui, secondo le dicerie popolari del folclore locale, da tempo immemorabile stazionerebbe in essa, nelle sue zone e nei suoi dintorni, un pericoloso serial killer denominato Il macellaio (Vince Vaughn).
Purtroppo, Millie avrà modo di appurare che non si tratta soltanto d’una superstizione esorcistica partorita, così come spesso succede, dalla noia di vivere d’un paese bigotto, bensì toccherà con mano, è il caso di dirlo, la furia omicida del macellaio. Che attenterà alla sua innocenza e, dopo averla spaventevolmente braccata, la colpirà con un pugnale azteco, senza pietà.
E qui ne accadono delle belle. Poiché Millie non muore. Anzi, prende coscienza che, strambamente e incredibilmente, si è trasfusa nel corpo e nelle membra del criminale lestofante. Forse il macellaio, inoltre, non è un mostro ma solo un povero uomo di mezz’età abbastanza sfigato di nome Barney Calvin Garris. Allo stesso tempo, però, il macellaio continua a mietere vittime sacrificali nonostante sia stato posseduto da Mille. La quale, a sua volta, pur essendo imprigionata nelle cavità del maniaco, dovrà riuscire nell’arduo compito di boicottargli altri sanguinari piani mortali.
Dunque, chi è il macellaio?
Perché guardare Freaky
Perché, innanzitutto, Vince Vaughn è davvero un grande. Un attore continuamente, purtroppo, sottovalutato sin dai suoi primi esordi e dal suo stupendo aver reinterpretato, con classe, il re dei pazzi cinematografici per antonomasia, vale a dire l’intramontabile progenitore di ogni Michael Myers di turno e affini, cioè Norman Bates/Anthony Perkins, grazie al relativo remake straordinario e incompreso di Psycho, firmato puristicamente da Gus Van Sant.
Ex storico di Jennifer Aniston, Vaughn ha dimostrato, specialmente negli ultimi anni, di essere dotato di estrema versatilità, giostrandosi con simpatica bravura in commedie scacciapensieri molto intelligenti, alternandosi a ruoli borderline da sciroccato qual è il suo personaggio in True Detective 2, splendendo di luce propria, valorizzata finemente da S- Craig Zahler, negli imperdibili Cell Block 99 – Nessuno può fermarmi e Dragged Across Concrete.
Per di più, Freaky non è affatto un film trash. A differenza di quanto i primi responsi della vetusta intellighenzia italiana, in disaccordo rispetto a quella americana, ci vorrebbero far superficialmente credere.
Non è infatti da tutti resuscitare, anche se in maniera demenziale, il filone slasher movie (su cui è pressoché impossibile dire molto, oramai), approntandovi contemporanei tocchi umoristici di matrice grandguignolesca.
Landon vi è riuscito, bravissimo.
Perché non guardare Freaky
Ripetiamo, se ne siete prevenuti e pensate, fin dapprincipio, che sia il solito horrorino truculento con ridicoli echi à la Scary Movie destinato ad adolescenti imbecilli, che sia una patetica rievocazione pasticciata dei film di paura soprattutto degli anni ottanta, se nutrite insomma questi retrivi, stupidi pregiudizi, non sarete capaci d’immergervi in un divertissement freschissimo dal ritmo ilare e scoppiettante in cui, a farla da padrone, non è di certo un script ridotto all’osso e poco innovativo, bensì una fantasmagorica frenesia immaginativa e visiva da lasciarci piacevolmente morti stecchiti.
In Freaky, difatti, ci si spaventa ma si ride anche a crepapelle.
È questo il suo bello.
Pensate, noi vi abbiamo visto perfino rimandi a Fracchia la belva umana di Neri Parenti con Paolo Villaggio e Lino Banfi.
Con tutta probabilità, Landon non ha mai visto Fracchia The Human Beast, forse non ne conosce neppure l’esistenza.
Chissà, invece… Landon è un regista in gambissima, molto colto e cinefilo…
Da tenere d’occhio. Sì, teniamo gli occhi aperti. Il macellaio di Blissfield appartiene alla finzione e alla vivace fantasia di Landon, Landon è sempre più una certezza concreta, visibilissima a noi che guardiamo a fondo, non solo i film.
di Stefano Falotico