“Batman Begins”, recensione

Io vi fotto e vi tolgo la maschera!

Io vi fotto e vi tolgo la maschera!

Occhi neri, imbrunenti… nello squagliarsi verecondi in meraviglia infiammata

Chi è Batman? Ognuno ne “apportò” la sua versione cinematografica. Burton, col suo carico d’ambiguità plasmata nella cenere mascherante d’un Michael Keaton fuori ruolo eppur aderente in simbiosi carismatica d’uno spiritello gaglioffo, ironico con picchi feroci melodrammatici al viso “scagliato”, irridente su beffard’agonia cangiante di labbra sfumate, contro la vetusta Gotham City, città di pur’invenzione peccaminosa impressa nel magma creativo da cineasta notturno affiliato alle ombre laconiche dentro i pianti dei “diversi”, Joel Schumacher, che trovò in tale creatura fantastica la valvola di sfogo dell’ennesima variazione collegata al reazionario inguaribile del suo fascismo cronico, pittando innanzitutto Val Kilmer nel peggior “pipistrello” (mai) visto e poi Clooney nell’odioso belloccio che disprezzai prima che s’evolvesse e volasse appunto più alto in regie “imp(r)egnate”, prima che la sua carriera impennasse sull’acuito, insospettato raffinare le sue guanciotte da bello “amabile”. Dannato non è, si dona da dietro la macchina da presa nei “colpetti” d’annata.
Poi, fu la volta dell’ipercelebrato Nolan, che trasformò il camaleonte Bale in psycho irresistibile, travolgendo stroboscopicamente di nerezza le strade ferine su Gordon/Oldman “caliente” in “triste” disillusione marlowiana, e partorì dal cilindro il Ledger “postumo” nella defunta gloria dell’interpretazione storica. Parossistica di “linguetta” serpentesca, diabolico matterello borderline a metà fra dargli un bacio in fronte o spaccargli il grugno assieme al trucco (s)col(l)ante d’uno sbavato odio misto all’adorarlo ché, in trono, cazzeggi di “terrorismo” a man bassa e armata. Dio, da scopare tutta la vita una “merda” di questo faccino, fascinoso al sangue e cicatrici coperte di “bianco”.
Villain cattivissimo, stronzo per eccellenza, vale da sé il prezzo del biglietto e di questo 2 Novembre da carro dei morti. Ove le vecchiette si recano al cimitero dei loro persi amati, fra un ospizio della “felice” libera uscita in “licenza” di “festeggiare” con accompagnatore infermieristico, madri “decedute” dopo la scomparsa del figlio o di quel porco del marito, a cui chiesero il divorzio, previo tradimenti (non) perdonati ma reiterati del suo malandrino “tirarselo” boccaccesco tra un lavoro per campare e una campagnola sui viali ad an(nu)ale, poco “anulare” ma vicino alle complanari, al di fuori del lecito, “rango” sociale… ah ah. C’è poco da (com)piangere. Oggi muori tu, domani è vita mea.
Anche se, per resistere, hai bisogno d’una scorta infinita di Tachipirina e aspirine in cas(c)o d’emicrania. Una vita “analgesica”, dove devi calcolare l’algebra “radicale” delle re(l)azioni interpersonali, delle ragazze che vogliono di “tutta punta” leccarti l’uccellone ma a cui devi offrire dei ceffoni e molte pedate nel popò, un direttore masturbatore sulle chiappe della segretaria “tuttofare” nei pressi del “termosifone” e stampante “tastante-ergonomica”, forse “reclinabile” di ultime cartucce pastrocchianti nello “scarabocchiarla” dietro lauta, lardosa tredicesima e pochi “centimetri” dell’inculata pur a doppio taglio “benefico” in figa (cor)rotta, delle regole da tutti trasgredite nell’intimità domestica ma poi su(p)ine, come dico io, dinanzi alla falsa morale dell’ipocrisia buonista. Non addomesticatevi! Si sa, deovete sostenervi e mantenere la temperatura “ambiente” per non crollare nella demenza. Andate a cagare!

Ma di Batman mai nessuno ha dato una versione falotica, aggettivo femminile in mio maschio invincibile di stravaganza, fantasticheria, stramba e fottuta spudoratezza.
Il vero Batman abita nella cittadina con le due Torri, una pendente e “tremante” quasi “macerante” quando cadrà sullo sfigato di turno, quindi di urna (e qui torniamo alla Certosa), l’altra svettante come le cosce di “finezza” inguainate della professoressa ai “cazzi suoi”. Quella sa come bacchettare i suoi studenti, facendoli sudare nei compiti onanistici da “virtuosi”.

Batman è uno psicopatico, è conclamato, attestato da molte “diagnosi” arrestanti, acclaratissime con tanto di trattamenti sanitari obbligatori, annesse le psichiatre che ne han goduto la “saliva”… fra una conversazione curativa e un culo a mandarle “a monta” da melanconico senza “fronte”.

Batman vive infatti, dalla nascita, in uno status tutto suo, senza statuti istituzionali, perché non scende a patti con nessuno. Solo con Catwoman fa calare la patta e, quatto quatto, le fa la gatta… ah ah. Ad Anne Hathaway, preferisce di gran “lungo” il culo di Michelle Pfeiffer. Sì, con Michelle è più “ferreo”, meno “infermo” nonostante lo scalmani.
Lei si scalda, raggiunge l’orgasmo in vestitino da “Crazy Horse” su grattar la doppia “corazza” di Wayne perché “viene” solo dietro stimolazione sadomaso.
Batman è uno stronzo, il Joker mangia in un sol boccone e poi gli versa dei bicchieri d’acqua rovente se ancora il clown vuole vessarlo con intimidazioni e minacce.
La mina vagante è Batman, deve ricordarselo, non ci sono altri uccelli che possano tenere, da cui la nomea ineludibile “L’Uomo pipistrello”, appunt(it)o. Colui che ti piglia le palline e le fa roteare come il tuo pagliaccio.

Ora, qui stiamo parlando de Il cavaliere oscuro. Avrei dovuto parlare della “genesi?”.
Basta con la cronologia. Io sono diegetica a modo mio, fuori tema, in nessun posto, forse nel tuo…

(Stefano Falotico)

 

Stefano Falotico

(Stefano Falotico)

 

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