FUORI CONTROLLO (Edge of Darkness) – Recensione
Ebbene, oggi recensiamo uno dei film action–thriller più sottovalutati degli ultimi quindici anni, ovvero Fuori controllo. Da noi tradotto esattamente ma malamente così, cioè in modo abbastanza banale, generico e anonimo che si discosta ampiamente, invece, dal tenebroso e ben più evocativo, splendido titolo originale, ovvero Edge of Darkness. Diretto dallo specialista del genere Martin Campbell, autore di opere pregiate e purtroppo spesso snobbate come l’adrenalinico e magnifico, post-apocalittico Fuga da Absolom, regista de La maschera di Zorro e soprattutto dei due 007 rispettivamente con Pierce Brosnan, GoldenEye, e Daniel Craig, quest’ultimo al suo esordio proprio con Campbell nei panni dell’agente segreto al servizio di sua maestà più famoso del mondo, vale a dire il James Bond di Casino Royale, Fuori controllo è una pellicola del 2010 dalla secca, nettissima, compatta e super avvincente durata di 108 min. circa. Basato, assai alla larga, sull’omonima serie Tv con soggetto di Troy Kennedy-Martin, sceneggiato e a suo modo adattato con finezza, soprattutto nei dialoghi ficcanti e schietti, dal rinomato duo formato da Andrew Bovell (Lantana) e da William Monahan (The Departed, il prossimo Philip Marlowe con Liam Neeson per la regia di Neil Jordan), Fuori controllo si avvale d’un Mel Gibson in strepitosa forma recitativa, qui ritornato in sella alla grandissima dopo alcuni anni d’appannamento attoriale, immersosi nell’incarnazione assai sentita e viscerale, palpitante e vivamente emozionante d’un character che potremmo considerare una sorta di prosecuzione ideale dei suoi fascinosi eppur follemente lucidi personaggi presenti già in alcune sue pellicole da performer quali sono state, per esempio, Ipotesi di complotto di Richard Donner oppure Ransom di Ron Howard. Eh già, i film di spionaggio ad alto tasso di tensioni e terribili, oscuri misteri insoluti, hanno sempre attratto l’interesse dell’interprete di Arma letale, chissà come mai…
All’epoca della sua uscita, Fuori controllo fu mal accolto dalla Critica a livello mondiale. L’unico a parlarne in termini estremamente lusinghieri, secondo noi a ragion veduta, fu il nostro compianto e deceduto Morando Morandini nel suo celebre Dizionario… Dunque, vi copia-incolleremo qui la trama da lui riportata di Fuori controllo, contenuta per l’appunto nel suo tomo dizionaristico adesso ereditato dalle figlie Laura e Luisa, estrapolandovi e ivi trascrivendo altresì le sue quanto mai pertinenti e soprattutto lungimiranti, perfette considerazioni recensorie in merito:
Il vedovo Thomas Craven, detective della Omicidi di Boston, e la 24enne Emma, amatissima figlia, arrivano sotto la casa di lui quando da un’auto in corsa 2 spari uccidono Emma. Alla polizia presumono che il bersaglio fosse lui, ma sbagliano. Craven decide di identificare l’assassino a tutti i costi, e non per arrestarlo. Scopre la doppia vita di Emma; si trova in un intricato complotto di spionaggio industriale, sicurezza nazionale, commercio di armi nucleari, collusioni governative. Con un Craven introverso e dolente, Gibson recita sotto le righe, quando non si scatena con la violenza. Il suo sguardo è quello del regista. 2 ore di suspense, interrotta da rapidi flash di Emma bambina.
È una storia di vendetta in forma di giallo d’azione. Comincia con un omicidio e si chiude con la morte violenta di tutti i personaggi principali: è uno dei migliori thriller hollywoodiani degli anni 2000. In ordine di importanza i meriti sono: 1) sceneggiatura e dialoghi di William Monahan e Andrew Bovell; 2) regia del neozelandese Campbell che aveva già diretto l’omonima e pluripremiata miniserie britannica (1985) da cui deriva; 3) l’australiano Gibson, protagonista assoluto dopo 7 anni di assenza come attore, ma anche la sua spalla inglese Winstone nella parte del “ripulitore”. Sono gli unici personaggi onesti della vicenda.
Nel variegato e inappuntabile cast, Danny Huston (Robin Hood) e Frank Grillo (da poco visto assieme a Gibson in Quello che non ti uccide di Joe Carnahan). Musiche di Howard Shore (Il silenzio degli innocenti, Crash e Il Pasto nudo).
Curiosità: al posto di Ray Winstone (Hugo Cabret) fu inizialmente scelto Robert De Niro. Il quale però, dopo circa una settimana dall’inizio delle riprese, a causa di divergenze artistiche con Campbell, abbandonò il progetto.
di Stefano Falotico