RAGAZZI PERDUTI (The Lost Boys), recensione
Ebbene oggi, in occasione della sua uscita in Blu-ray 4K per il mercato italiano, disamineremo Ragazzi perduti (The Lost Boys), pellicola dell’87 diretta dal compianto e controverso, altalenante Joel Schumacher (Un giorno di ordinaria follia, 8mm – Delitto a luci rosse).
Ragazzi perduti, un po’ inaspettatamente, considerando il basso budget impiegatovi per realizzarlo, ai tempi della sua uscita nelle sale cinematografiche, riscosse un considerevole successo, velocemente ascendendo, peraltro, a cult movie generazionale. Aggiungiamo, però noi, leggermente immeritato. In quanto, a prescindere dalla lusinghiera media recensoria che a tutt’oggi viene riportata sul sito aggregatore metacritic.com (equivalente al 63% di opinioni favorevoli) e a dispetto delle ragioni affettive che se ne possano nutrire in merito, legate principalmente al fatto che, per molti ragazzi, appena imberbi e pubescenti che lo videro e amarono quando, giustappunto, fu distribuito, può rappresentare un bel ricordo adolescenziale, Ragazzi perduti non è oggettivamente, rivisto col senno di poi e giudicato obiettivamente, un granché. Per tale nostra affermazione, abbastanza apodittica e assai sincera, non ce ne vogliano i suoi fan ancora numerosi e agguerriti…
Film della snella durata di un’ora e trentasette minuti netti, sceneggiato da Jeffrey Boam (La zona morta, Salto nel buio, Indiana Jones e l’ultima crociata) in collaborazione con Jan Fischer & James Jeremias, autori del soggetto, Ragazzi perduti è un horror decisamente atipico, strampalato e, a suo modo, terribilmente originale, con molti elementi grotteschi e perfino farseschi da commedia degli anni ottanta.
Trama:
Lucy Emerson (Dianne Wiest, Il corriere – The Mule), disoccupata, si trasferisce a Santa Carla, amena cittadina della California, assieme ai due figli, il minore Sam (Corey Haim) e il più grande Michael (Jason Patric, Sleepers). In questo posto, all’apparenza innocuo e balneare, una strana congrega di adolescenti vampiri punk, diciamo, caratterialmente variopinti e dalle abitudini non poco particolari, adoratori di Jim Morrison e dei rituali più eccentrici e balzani, capeggiati dal sinistro, luciferino e perfino pacchiano David (Kiefer Sutherland), sconvolgeranno la normalità della famiglia Emerson, specialmente di Michael, nel frattempo innamoratosi della ragazza di David, ovvero la fascinosa e misteriosa Star (Jami Gertz)?
Film d’orrore, come detto, sui generis, con alcune interessanti variazioni sul tema del vampiro che non staremo qui a specificarvi e rivelarvele nel caso foste fra coloro della nuova generazione che non l’hanno mai visto, Ragazzi perduti è un discreto teen movie tipicamente legato agli eighties, cioè agli anni ottanta, con una prima parte intrigante e assai d’atmosfera, lisergico al punto giusto e finanche godibile sul piano dell’intrattenimento più spicciolo, in quanto scorrevole e sanamente sciocco.
Joel Schumacher, inoltre, s’è sempre avvalso di ottimi direttori della fotografia e, infatti, qui è il grande Michael Chapman (Taxi Driver) a regalarci le cose migliori e non pochi squarci visionari del tutto notevoli. Eccellente anche la colonna sonora di Thomas Newman.
Detto ciò, però va altresì ammesso che, come scritto inizialmente, Ragazzi perduti, al di là del suo cast di giovanissime promesse (non mantenute), ai cui nomi già elencati, ovviamente aggiungiamo l’inseparabile ex amico, omonimo e partner dello scomparso Haim, cioè Corey Feldman (I Goonies di Richard Donner, produttore principale di Ragazzi perduti), il quale aveva peraltro già lavorato con Sutherland in Stand by Me – Ricordo di un’estate, in assenza, in tal caso, stranamente di Haim, è un film che appare datato e sopravvalutato, sebbene, ribadiamo, assolutamente guardabile tranquillamente.
di Stefano Falotico