THE LAST KINGDOM: Sette Re devono morire, recensione
Ebbene, oggi recensiamo l’apprezzabile, sebbene non eccezionale, altresì meritevole di visione, da noi seguentemente disaminato, The Last Kingdom: Sette Re devono morire (The Last Kingdom: Seven Kings Must Die), film targato Netflix, distribuito, come sovente avviene, su tale piattaforma di streaming, oramai la più proficua e famosa al mondo, in contemporanea mondiale a partire dallo scorso 14 Aprile.
The Last Kingdom: Sette Re devono morire è un opus della corposa durata di un’ora e cinquantuno minuti netti, firmato da Edward Bazalgette. Il quale, dopo averne diretto la serie omonima, eccezion fatta per il sottotitolo, a sua volta tratta da una stimata serie di romanzi raccolti nella silloge intitolata La storia dei re sassoni, concepita e partorita dalla fervida e fantasiosa mente onirica e creativa del valente Bernard Cornwell, per l’occasione, ne generò un film figlio, potremmo dire, d’una sua costola.
Discretamente accolto dalla Critica statunitense, perlomeno basandoci sulla percentuale attestata dal sito aggregatore di medie recensorie, metacritic.com, esattamente equivalente al 45% di opinioni favorevoli, The Last Kingdom: Sette Re devono morire, interamente sceneggiato da Martha Hillier, ispiratasi giustappunto ai personaggi inventati dalla penna del succitato e assai stimato Cornwell, cioè nientepopodimeno che colei che adattò i singoli script di tutti gli episodi della serie tv sopra menzionatavi, è, naturalmente, sempre parimenti, però stavolta in versione prettamente filmica in termini di lungometraggio, una storia ambientata nel Medioevo di matrice assai vagamente fantasy e addirittura biblico-cristologica. Che ne riprende, in particolar modo, il protagonista principale, ovvero Uthred.
Di cui, sottostante, brevissimamente ma esaustivamente, riporteremo la trama, anzi, vi riporteremo testualmente la sinossi espressa su IMDb, senza dunque rivelarvi molto e soprattutto senza compiere alcuno spoiler:
Sulla scia della morte di re Edoardo, Uhtred di Bebbanburg e i suoi compagni si avventurano in un regno fratturato nella speranza di unire finalmente l’Inghilterra.
Rude, sanguinario, visivamente eccellente in molti punti, in virtù della nitida fotografia di Luke Bryant che ottimamente, nel suo adamantino gioco di luci fascinoso, si destreggia fra crepuscolari scure scene notturne e riprese panoramiche grandangolari, recitato impeccabilmente da tutto il variegato, interminabile cast notevole, su cui spiccano le presenze corpose, massicce e fotogeniche di Mark Rowley (Finan), Harry Gilby (Aethelstan), Laurie Davidson (Ingilmundr), Ewan Horrowks (Aelfweard), Jacob Dudman (Osbert), Agnes Born (Astrid), Pekka Strang (Anlaf), Ingrid García-Jonsson (Brand), Zak Sutcliffe (Edmund), Elaine Cassidy (la regina Eadgifu), Cavan Klerkin (Pyrlig), James Northcote (Aldhelm) e specialmente di Alexander Dreymon (Uthred), The Last Kingdom: Sette Re devono morire, malgrado la sua lentezza, a tratti soporifera ed eccessiva, si lascia vedere volentieri e, in alcuni punti, forse però troppo pochi, profuma di epicità folgorante e autentica. Specialmente nell’ultima mezz’ora, sfoderandoci una scena di battaglia che, memore del fastoso, sebbene retorico Braveheart, avvince grandemente.
Malgrado la magniloquenza estetica e la cura formale, le musiche del trio formato da Danny Saul, John Lunn & Eivør Pálsdóttir sono pompose ma poco emozionanti, enfatizzanti in modo non necessario, perfino poco funzionali e spesso mal sincronizzate alle immagini. Inoltre, nonostante l’impegno lodevole, come detto dei bravi attori coinvoltine, la pellicola non ci presenta nulla di nuovo e ripropone stancamente la formula, oramai troppo abusata, ahinoi inflazionata e non più di moda, del film storico-drammatico a tinte, potremmo dire, pesantemente medioevalistiche. Camminando, cinematograficamente parlando, a passo lento e poco emotivamente coinvolgente.
Da raffrontare, sebbene assai divergente nell’intreccio e nei suoi sviluppi, col sopravvalutato The Northman di Robert Eggers. Anche qui si fa chiaro riferimento, specie nel finale, al mito del Valhalla.
di Stefano Falotico