The Wolf of Wall Street, Masterpiece!
Il mediocre (?) capolavoro futurista d’uno Scorsese “in acido”, trip della megalomania a universale suffragio, turpe, magnifico non tanto, scioglimento dei ghiacciai e lastre a “endovena” cosmica! Ma sparat(ev)i, oh miei ammiratori sfrenati di questa porcata allucinata!
Esplodono i fotogrammi, e me n’acceco in fulgore che bacia il rosso lor nitrire imbizzarriti. Scivola la mdp in fotogenico DiCaprio incattivito, tranquillo pornografo delle ambizioni scevre d’ogni vergogna, carburanti “burro” trasgressivo da spiattellar in bocca ai benpensanti, poi serpente a sonagli che palpa le sue ansie gastriche, le seda e sniffa da rotondi, vittoriosi, insaziabili deretani delle Escort impudiche e del suo cannibalismo enfiato, elefantiaco monstre che tambureggia d’aspirazioni più o meno vane sul divano del pagliaccesco consacrato alla spietata irriverenza, un burattino che addenta i manichini di legno, scopa le bionde nel penetrarle con ballerino struscio, un Pinocchio terrificante nell’esser al contempo Mangiafuoco e grottesca Fata Turchina del suo musino finto-bambino, gorgheggia cataclismatico di gargarismi alle sue pa(pi)lle gustative nell’esorbitante, isterico offrirle dorate, al caviale denudato e a tonitruante cavallo che indossa l’unica tonaca d’un plebiscito sacro, il fremito scalciante del suo imperioso, “infermo” being mutante a nessuna regola del buon gusto intonato, tuono feroce dello strizzarsi in onnipotente, messianico Martin esagerato, che turba incessantemente, vomita ire strozzate e dunque presto le scarnifica in ce(r)n(ier)e carnali del Belfort wolfman, mannaro orgiastico succhiandoci nel vampiristico carisma d’un leone Leonardo (s)pompato, masochista, sadico, arrivista, lubrificante pelle smaltata in Margot Robbie, la leoparda(ta), l’inarrivabile Barbie sodomizzata e lei che se lo scola in un “bourbon” all’acqua di rose, come danzanti caviglie d’una “Gloria” fra ricchi abbuffati del naufragio solleticante, per il buffet di ficcarci tutti in figa(ta) irresistibile alla vita. Mah. Depurandoci dalle moralità dei bugiardi, linciandoci nella vera pietra che Cristo invero, al di là degli “educativi” vangeli, lanceolata scagliò a grazia della sua Maddalena last temptation (r)osé, che scopò con rabbia pasoliniana in una storia mai raccontata per rispetto fottuto delle “Holy Bible” di questo paio di coglioni che siete. Basta rifilarvi due movimenti di macchina con lussu(ri)ose macchine e scambiate questo Yuppies americano per uno Scorsese profetico. Sì, basta poco per essere oltre, il tocco!
A (non) maestria di Martin, le maestrie impazziscono su montaggio di Thelma Schoonmaker, gravitano tutti i desideri repressi su bestiale lancio dei nani per elezione erettiva, torreggiante in Babele pura, di tutto ciò che voleste osar proferire ma vi castraste per spacciarvi san(t)i, che però predicate in lamentevoli, patetici strazi d’insanabile logorrea. I pervertiti siete voi che, camuffati da oratori retorici in lercio, diarreico, ruffiano compiacer il prossimo, porgerete solo la guancia laida dell’immorale, deprecabile menzogna, più bastarda delle promiscue ammucchiate fra Sodoma e Gomorra, perché mentitori atroci di quel a cui ambite ma non avete il coraggio di (am)mettere, il culo! Parsimonioso, da spalmarci la lingua e tergervi in erto sverginamento alle madonnine che piangono a consolazione delle sì sciocche vostre inculate! Schifosi pinocchioni! Da pannoloni! Aprite gli occhiolini, ammiccate invece all’avido averla! E ancora levate le ancore e non scoraggiate il vostro scoreggiarvi in godere anale! A nave rovente contro ogni detergente, raffreddante “neve!”. Buoni a niente! Farcitela di Nutella e di labbra… siate a lei nudità di panna (s)porca a montarla! Cioccolato lindo! Deflagrazione!
Sì, pretendo che sputiate tutte le verità di confessione! Vi spoglierò d’ogni inibizione da frustrati alla carica cardiaca d’un magro McConaughey motivante affinché saliate sa(l)vi a gerarchia d’osannarvi maiali quali tutti siamo nati. Perché cos’è l’istinto di sopravvivenza se non (r)esistenza al Verbo d’un Dio che sta là, bellimbusto da Babbo Natale, giudica come una (ra)gazza ladra, facile da porcello, al salvadanaio-pararselo e sa solo girarsi i pollici “su”, decretando a suo non libero arbitrio cos’è etico e cosa no? Mentite ancora, obbedendogli e riverendolo, e patirete solo la fame, celandovi da “brave” persone per additare lo squalo bavoso, quindi inghiottente schietta ghiottoneria vostra nascosta, e imputargli alibi da capro espiatorio. Lui non ha colpe, lui è (in)giustamente (p)orco perché possiede la forza, anche (auto)distruttiva, di non bloccarsi ma incontenibilmente fottersele finché la barca va, le vostre mogli sono orribili e ritraggono soltanto il patto marcio d’affiliazione del tirar a campare fingendovi agenti di qualche agenzia federale pulita. Non illudetevi in quest’onestà di facciata. I primi corrotti siete voi, perché avete elevato i vostri molluschi rammolliti per rifiutar il “pen” di Dio! State fiutando solo la mediocrità d’una vita anonima, da chi marina il mare in essiccazione del grosso “salvagente!”. Salpiamo, noi ci salveremo! Evviva l’infedeltà, prenderne una e inabissarlo, poi gettarla a mare per pesci che ce l’han piccolo, soprattutto in b(i)anca, buoni a mangiarsela solo spalleggiati in branco, ecco che peschi una bionda bambola e, fra strisce di coca e viaggi in crociera, dondolandoglielo le sfogli le piacevoli (banco)note, al ritmo musicale dello sfiancarsi accaniti per il piacere enorme di fregar(sen)e. Queste cagne! Meritano solo il lupo cattivo, il Max Cady è oggi Belfort, De Niro trasmutato nella smorfia beffarda dello “psicopatico” broker. Ecco il promontorio della paura offerto in “orifizio” ad altro “spogliatoio” senz’alcun sacrificio per guadagnarsela! Rubare, desiderare, vincere ogni Peccato all’insegna del Capitale! Dopo le fragoline in macedonia, innaffiamo il dolce di altro menefreghismo ingurgitante! Vi amareggeremo di putridità! No, non vomitiamo. Ce le spassiamo anche, fra una stanza d’albergo all’altra con tanto di seni lattei per noi arrampicatori fra queste (ig)nobili, bellissime zoccole da stalloni vincenti! Non siamo troioni, noi siamo Ulisse che scappò da quel di Troia per vendicarsi dei proci, sbrogliar la tela di Maddalena e urlarle: “Puttanona, che cazzo hai fatto?! Ti sei fatta tutti i cazzi degli altri! A me non la racconti. Ora, ingoialo dai miei pantaloni di velluto, non baderò ai tuoi tradimenti, fedifraga gattona io me ne fotto delle morali! Il sangue di Cristo! Sia lo(r)dato l’Altissimo! Giù, a pecora!. Sono la furia raging bull, la bistecca va cotta a puntino! Servimi! Stai zitta, ecco la lezione castigante a tutti questi flaccidi pecoroni! Bela, bellona!”.
Ec-cessi, nessuna san(t)ità, deturpazione, oscenità a iosa, e sfrenatamente insistere. Senz’attimo di tregua. Vai, vai, incitazione! Eccitamento! Violenza dei soldi! Dell’abusare, del potere a luci rosse! Mai lampeggia il pericolo sempre alle porte! Chi accelera deve star accorto se non vuol perdere l’anima e il core? No, noi non crediamo a questi ricatti! Altra ricotta! Vaffanculo! Porco Gesù! Ah-ah-ah, che bel balletto! FUCK YOU USA! No, tu sei una balenottera! Volerai precipitevolissimamente dall’elicottero! Caduta, oh mia mon(a)ca non libera per noi a cacciarti in quanto esigenti libertini! Noi libriamo per l’azione vorticosa, noi siamo i fondatori di una nuova (t)er(r)a(gna)! Ragliamo!
Fine(zza) si fotta, eppure noi siamo la signoria dei fighi strafottenti, noi siam l’effimero (s)fatto a b(l)andire ogni sfigato, la galanteria del volerla tutta, la torta in “figa” e il raffinato vulcano da stronzi sfacciati! A nostri edonismi d’empireo! Sfanculatevi!
Schifezza fatta vita luccicante!! Tripudio che, a parco giochi di soggiogar le borse, anche sotto gli occhietti, ammira nella divinazione mai tramontante i sen(s)i.
Orrore! In barba alle favolette di Narciso! Moralistiche da tiratine…
E al lardo lascerai lo zampino! Zampilla in prigione la colpa caudina della morale “buonista”. Sciolto budino! Burrocacao.
Happy ending…
Il resto sono tre ore di devastante Cinema e apoteosi! Diamante e altra vetta incomparabile!
Chi ha orecchie per intendere, intenda, chi voleva una recensione “corretta” non ha capito nulla.
Pronto per la prossima “battuta?”. Attento al polso da tennista…
Ahia, quest’ace fa male!
Riprendi fiato, saltella, una pausa?
No! Spinge! Dirompente, spacca!
L’unica verità di questo Mondo? I soldi ci rendono una persona “migliore”. Una, trina, tante! Di più!
Già. Coi soldi compri la “Better”. Salvi un allocco macchiato e, quando sei ammaccato, puoi anche comprare i farmaci più efficaci.
Amen, la messa è finita.
Se non vi è piaciuta l’omelia, ci sarà un’altra novella. Qui, è sempre Domenica.
Domani, siete all’Inferno.
Questo film improponibile, strepitoso, lucidissimo, è un’agonia, ma non perché amorale, frenetico, balordo o per colpa di altre amenità. Perché è prolisso, tedioso, sfinente, a stringervele, a farvi incazzare, teste di cazzo, parlato, indigesto e non sa gestirsi. Rompe, rompe, ma nessun vezzo non è già visto, odorato, “naftalinizzato” nelle asettiche inquadrature di Wall Street, epigoni e sotto-capitoletti più o meno som(m)mari, dei pavimenti lustrati, della radiografie al già captato, sterilizzato, flagellato, trombato. Tutto qui l’esaltato entusiasmo? Un passo molto indietro del Martin nostro amato. No, affatto! Un superamento inaudito!
A Scorsese dà alla testa la vecchiaia ed è senile in quest’impianto filo-“liturgico” da analisi mai crudele. Non è il Padreterno, sia mai, e giudicare non deve. Ma non c’è giudizio di sé nel fare Cinema. Tutto scriteriato fra un Mark Hanna/Matthew asciugato, masturbante in zigomi levigati da Nosferatu sfibrato e già palloso, un DiCaprio esagitato e birichino da però quasi spaesato burattino, gestuale e troppo mim(ic)o, un Jonah Hill fuori ruolo, centrato solo di “pancia”, fotogrammi “perfetti”, quindi non c’è tenebra, non respiro viscere di lirismo, solo già incenso per giammai premi fake come l’intelaiatura calibrata, studiata, interminabilissima. Rottura. Più tradizionale di un classico stronzo. Da Dio, dunque! Silenzio!
Pellicola andata, idea su commissione poco valorizzata, non va. Sputtanante!
Tutto lo stupore è paga(men)to. No, non ci sto!
Oggi, capisco che ero un genio e in questa società, che l’acclama, ho fatto bene a essermi nell’inconscio sparato. Ho fatto di peggio. Di meglio, è tutto Martin, compreso questo e i suoi fottuti pseudo minor(at)i incompresi.
Mi tengo Casinò. Questo è solo casino e non ci sono accenti. Tutto è energicamente filtrato. Stanco. Ma va bene!
Una merda. Un putiferio di sublime fondente!
Se per questa mia volete spedirmi in manicomio, fatelo. Peggio di questa roba c’è solo l’elettroshock. E la cocaina mal tagliata. Andava tagliuzzato, dimezzato, forse anche sulla carta cestinato. Possibilmente dilatato. Infinito!
E, nel dubbio, dico capolavoro. Assoluto! Cazzo!
Stordito, scioccato, a tratti ricco e molte volte da neanche prezzo del biglietto.
Ecco, tieniti la bile di una vita “normale”, quella è “indecente”, la castrazione alla figa rasata e liscia, senza “scalpo”. Per te, pater, tutti i nodi devon “venir” al pettine. Ah, invece il petting vivo è la depilata mis(t)ura dello scorrimento senza cespuglietto. L’asciugacapelli del “tiro”. Non una scopata da tagliatelle alla boscaiola ma un’affondata di burrata come Dio… comanda e domina dall’alto anche di posizione “debosciata”.
Aggrovigliante nel pus, nell’odore di puttane e tutto che eccede e (tra)balla. Crollando colante fra collant da “scimmiette”.
Questo sarebbe un masterpiece? Ma se sembra il seguito più brutto del pecoreccio Porky’s. A te parrà così! Che cazzo vuoi capire!? Ah, vi scandalizzate per un fallo di plastica e cazzeggiar di reiterate vaccate?
Mamma mia, come siam caduti in basso, Martin. Se oggi, per far gridare alla grande opera, devi prostituirti con quattro riprese scialacquate in “sciacquette”, sei finito.
Per gli altri sciocchini, ah ah!
Ma contraddico il mio incipit, non so.
Fai venir sonno.
Peto!
Martin, quando facevi il prete cattivo e smodato, eri grande. Perché (non) moralizzatore. Adesso vuoi fare il moderno e sembri la brutta copia di un filmaccio italiano col grosso budget.
Promosso!
Vai a cagare! Vai a morire ammazzato! Rinato Cinema!
E vadan con Dio anche quelli che tal film stanno molto apprezzando! Annesso me! Ah ah!
Anche se, fra poche ore, comparirà pubblicato il libro che ti ho dedicato. Appunto! Ficcatevelo!
Ma Scorsese mastica, sì, se ne nutre, va duro, tritura. Di straforo, anche, incula e inveisce, veemente non zittisce nulla. E divelle gli argini del consueto come tal mio osannarlo e non, stare sul chi va là, travalicar il luogo comune.
Perché io do. Inciampo, mi rialzo, sbuccio, esalto!
No, il film si inceppa, si concentra su dettagli apparentemente trascurabili, avvista anche Popeye con gli spinaci in una tragedia annunciata senza respiro, mozza il fiato, shakera frame straniti, DiCaprio giganteggia fra scale a chiocciola e scene antologiche, per già una bacheca indimenticabile in cui questo Lupo risuona.
Un superbo delirio!
(Stefano Falotico)