District 13 – I am soul man
di Stefano Falotico
L’ansia strana di un uomo rovinato dalle macerie delle dinamiche occidentali, che protenderà a Oriente su Tokyo fastosa d’una cenere sua smaniosa, libera da odi e smancerie ruffiane
Salve, mi presento.
Tendo all’astrazione con picchi strambi di giusta amoralità che sarà vista come insana ma io vi ravviso nottatacce da prendere a sberle il mio uccello. D’accudire in “cuscinetti” morbidi del mio cane a guardarmi di sbieco per platealmente denigrarmi in ringhio da latrante cannibalistico.
Un’era inferma di malati di mente mi sta uccidendo l’anima. E così, travolto da indubbie nevralgie, causate da tali assedi persistenti dei pazzi là fuori, mi barrico in casa, blindando anche il frigorifero perché neanche le zanzare, dagli interstizi, potranno “sgattaiolare” per accaparramento di me la formica a sonagli, sofferente insonnia latente.
Estraggo un Mottarello e lo piazzo a mia gola avida di leccate. Questa panna (s)gelata mi ricorda una donna ch’ebbi quando ancora il mio cresceva… Se crebbe, oggi crepa, asfissiato da succhiatrici oltre il midollo spinale, delle invertebrate palestrate di culi rifatti e ballonzolanti seni “impalpabili”, poiché scatenano la mia perplessità sul “fallo” che (non) sian di gomma. Così, pompo il gelato e l’ingollo senza masticar la glassa di mandorlato. Scivola nel tubo digerente, colando a mo’ di erezione nel suo bastoncino di finto legno già digerito e sputato dall’ano in peto da incastrarmelo fra le mutande e i pantaloni in quanto fuoriuscente dal buco ma strappante in sospensione d’addolorar anche le mie palle, adiacenti in zona perpendicolare di mie pollici (non) opponibili nella bestemmia del “Porco Dio” da incrociarmele.
Rimango sul “Chi va là?”, alla porta suona una zoccola, topa contesa dai rioni del palio di Siena, insomma una cavallona per i fantini dal cazzo al cartoccio e dunque dei fantocci.
Noleggio un film. Fa vomitare.
Strappo un biglietto per il Giappone, in cerca di omeostasi esistenziale.
Ma anche lì vanno oggi a puttane.
Oh mia concubina, meglio il cubetto di ghiaccio degli eschimesi con l’iglù.
Ohibò.
Leggiamo gli annunci lavorativi sul “Bo’”. Cercano un disidratato per fare la diga umana fra un ippopotamo scappato dallo zoo, che sta bloccando il traffico ittico del Po, e una vacca scopata dai topi di Ferrara. Non fa rima ma sbarca il lunario.
Al che viro su Assault.