Eva Greenpeace, rest in Pacino da padrina del mio destino

Ed ella si spogliò su mio indurirlo imbrunente nelle ombre forestali della ser(r)a

Ed ella si spogliò su mio indurirlo imbrunente nelle ombre forestali della ser(r)a

Come sfoderai il fascino mafioso da Vito Corleone in Eva “Greenpeace” di figa, mica pizzi e fichi, in quel della Sicilia “pallida”, palpata a 40 gradi dentro la sua “ombra” nel mio “sombrero” Mexico e nuvole…

Sì, durante uno dei miei viaggi “esploranti” in questa umanità forestale, ebbi modo di sfogliare la “giungla” di l(i)ane di Eva Green, e fu un dream(er) di mio funerale, con tanto di comari e il “mio” secco in cordoglio per aver osato palpargliele… sognante.

Ebbene, fratelli di “sangue”, ero nei pressi della calda… locanda dal nome “La siciliana soffre l’afa, fattela sbucciante i limoni con arsione da padrino in calore, che mai offre la cena alle cerniere che st(r)appa di gusto”.

Dopo aver lautamente cenato, appunto, non ancora sfamato, la mia “linguina allo scoglio”…, il locale infatti affacciava sul mare, una languorosa acquolina mia andava subito (ar)resa effervescente con del dolce e del vinello su una donna in bocca di ros(s)a. Mi voltai ma ero l’unico avventore del ristorante. In quella trattoria, non si vedeva anima viva. All’improvviso, senz’alcun preavviso, fui “imbavagliato” da(l) (di)dietro da una donna di cui, che culo, annusai istintivamente il fremito bollente della sua patata arrosto. Una gallina formosa per il “brodino”. Mi bendò, poi mi si parò di fronte e, sebbene non potessi vederla né (dal) davanti di davanzale al balconcino né ignuda a novanta, intuii a pelle che era la nostra Green. Ella, con grande “delicatezza”, mi fu di tiramisù, con una leccata al cucchiaio da cremosa panna montata. Il mio s’imbizzarrì e lei, per addolcirlo ma anche arroventarlo, lo infilò nel forno a legna, attenta a non bruciacchiarlo nella “crosta” ma attizzando la “crostata”. “Lievitò” come una pizza capricciosa condita di salame… piccante. Me la pappai “lievemente” palpandola, al che lei se ne inumidì di fazzoletto detergente nel goderne l’ancor fresco aver macchiato il già pregno spolparla come un succo di frutta alla prugna bagnata.

Quindi, mi offrì altro da “bere” e, da smidollati in quello spinale, ancor con gli interdentali pieni di spinaci, ci rafforzammo d’inesausto appetito, infiammandoci nella fame ardente delle nostre labbra zuccherate fra caffè, prosciutto… e suoi meloni, più il coperto di una digerente spremuta di pompelmi in avergliela truffaldinamente, senza pagare ma incassandolo, scoperta.

Una cassata siciliana, una cazzata di ottima scopata, un aroma di anale annata.

Invero, mi trovavo a Bombay e questo fu solo il sogno di un’amara realtà da lebbroso nelle fogne.

Eppure, non metterei… la mano sul fuoco” che non vi fosse stato, in quell’estate, qualcosa di scaldante con lei, Green Eva.

Mi grattai il pomo d’Adamo e coprii la vergogna di tal pensiero proibito con una foglia d’altro figo alla Al Pacino.

Sì, sono uno scarface.

In realtà, quella sera fui buttato a calci nel culo fuori dal locale per la solita, incazzata (s)cenata. Da vero solo come un cane e neppur aver potuto succhiar di canini da lupus in fragola.

Perché io dico sempre la verità, anche quando dico le bugie.

Me la ciuccio dalla cannuccia.

E il Messico?

Va bene ai desperado.

Ciao, cado dalle nuvole. Anche dalle nude.

Il conto a quanto ammontò? Mi spellarono per tale porchetta.

Eh sì, son siculi. Non permettono impurità ma sono impuniti dopo aver ammazzato uno di spari alle palle e poi essersi confessati con tanto di Chinotto.

Baciamo le mani, inchiniamoci al “Belpaese”, patria di politici mafiosi e puttane ai loro servizi dello “Stato”.

Sia lo(r)dato.

Se sapevo che sarebbe andata così, mentre tutti van a zoccole, mi sarei fatto prete?

No, quello va con le minorenni e predica dal pulpito.

Vedi alle volte scegliere il prepuzio di segreto confessionale?

Già… in Italia tutti peccano ma son “coperti” dai segreti…

Non si possono toccare, per carità.

E chi vuol toccarli… tali maiali di “tocchettini” e “tonache” da finti monaci?

Mi farebbe schifo…

Il fascino discreto del potere. Eh già.

Pontifico da sfigato?

Meglio delle fighe ammuffite.

Ciao.

Grazi(os)e? No, prego per me.

 

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