Growing Up, le sette perle
Growing Up, il “dolore” della crescita, dall’adolescenza all’età adulta… si spera matura, sette film capolavoro che ritraggono questo periodo complicato di transizione
di Stefano Falotico
Prefazione “biopic”, la biografia di tutti, prima o poi ti tocca!
Ora, a un quarto del cammin della mia vita, parafrasando il nostro esimio Alighieri Dante, avvertii un dolore profumato di “apnea”. Sì, la definirei così. Una sorta di soffocamento respiratorio, dolce e (im)pertinente, ad avvolgermi in una voragine infernale da urlo di Munch. Allucinanti tremori e un pallore, raschiante i miei polmoni spensierati d’aria libera e giovanissima, attanagliarono… la mia gola, recidendo il mio respiro. Ma non per strozzarmi, sebbene questa fosse la sensazione iniziale, bensì per far sì che il mio sospirar, in questa m’auguro ancor lunga (r)esistenza, allev(i)asse il mio p(l)ett(r)o sanguigno nell’incarnarlo a (in)naturale processo evolutivo. Quello stato mentale, flebile ma quasi sublime nel docile torturarti a fin di bene perché tu cambi e forse, più intonato al reale in te attorno sociale, potessi e “dovessi” meglio cantare l’infinito della non finita, appena ripartita tappa, la crescita.
Non è bello crescere e non è neppure un obbligo della “sovranità popolare”, eh eh. Non cresci perché, altrimenti, ti emarginano, ti taglian spietatamente fuori, cresci nel senso normale delle cose. Lo sei. Anche se aborrirei il termine… crescere, poiché è appunto una (ri)partenza, un salto di qualità che, volente o nolente, nonostante dapprincipio sarai inevitabilmente recalcitrante, dovrai proprio prima di tutto affrontare nella “realtà” del tuo specchio. Nell’attimo allucinatorio, un po’ quasi spettrale, amaro ma anche salvifico ed ergente ad albe più esperte, più esigenti, in cui sperimenterai, nel riflesso del tuo volto, la pelle cambiata e gli accenni di qualche (im)percettibile ruga da (li)mare…, speriamo da limitare e si limitino qui, eh eh, non vorrei adottar il lifting se troppi solchi mi deturperanno, ah ah, sia mai il ritocco, Iddio dell’elisir di eterna giovinezza me ne scampi, nell’istante (ri)frangente, di riflessione a ritroso per guardar comunque avanti, in cui comprendi che, non solo il tuo aspetto esteriore è già mutato in un’espressione fisionomica parvente la tanto respinta e al contempo anelata maturità, quanto persin la tua anima s’è “trasfigurata” in un altro da quel che eri, ancora sei perché non vuoi invecchiare, eppur non sarai mai più come quel che non c’è più.
La giovinezza non è finita, badate bene, s’è evoluta.
Ed è un momento da far male, da paura… da brividi freddi e anche contemporaneamente caldi a rincuorarti che nuove vie del viaggio vitale si stan biforcando affinché tu possa intraprendere, dai, coraggio, nuove strade. Alcune saran tortuose e ti faran soffrire come un cane, altre semmai ne imboccherai (s)fortunato, sarà a prescindere, ad ascendere o di “discesa”, eh eh, un nuovo s(ucc)esso.
Sì, l’amore acerbo si fa carne più oculata, peni le pene… non con meno sofferenza ma con una prospettiva diversa, il che non vuol dire di non provare più nulla o essersi inariditi.
Orbene, alcuni purtroppo si spengono, raffreddano le loro emozioni per timor ancora di sentir la vita pulsante scorrere in loro ardentemente dentro, altri placano la fame, le fiamme, in ogni sen(s)o. Dipende dal grado, appunto, di maturità che ognuno ha respirato, esperito, di come s’è “spiato” nell’animo per guardar(si), per filtrarla e come concepisce il flirt.
Non sarà un’avventura… cantava a squarciagola Battisti…
Sapete, ho superato questo periodo da tempo, eppur rimembro.
Ricordo quel dietro ché mi par ancor presente.
Guardo gli occhi di mio padre, stanco, assorto in contemplazione, ha capito da molto il mio cambiamento.
Eppur si muove…
Sette grandi film sul tempo, sul forever young, sulla youth, la gioventù.
Ed è nostalgia, ed è poesia, è ancora vita.
Tu sei mia, tu sei mia, fin a quando gli occhi miei avran luce per guardare gli occhi tuoi…
Innamorato sempre di più, in fondo all’anima per sempre tu, perché non è una promessa ma è quel che sarà, domani e sempre, sempre vivrà, sempre vivrà…
- Rusty il selvaggio (1983)
Mickey, il ragazzo vivo eternamente su due ruote, nel suo “binario”, non ce la fa… - Gioventù bruciata (1955)
Il mito di James Dean, un gigante più adulto degli adulti manichini ma già arso nel vento. - Peggy Sue si è sposata (1985)
Ancora Coppola, i rimpianti, la prima volta, quello sbagliato, quello “dritto”, le scelte, la casa, l’ordine, la pulizia, la correttezza, le correzioni, il “coma”… apri ancora gli occhi. - Highlander. L’ultimo immortale (1986)
Ne rimarrà soltanto uno… quello che (r)esiste, essere o non essere (super)uomini. - Hook. Capitan Uncino (1991)Guarda che non è poi così brutto mantenersi giovani nell’anima. Butta quel cellulare per teste di cazzo.
- Un’altra giovinezza (2007)
Sempre Coppola, per sempre. - Dracula di Bram Stoker (1992)
Forever mine, Mina dell’immane Francis…