Nicolas Cage, l’attore vampiro: il mio libro e i suoi sette film intoccabili. Silenzio! Poi, ammazzatemi! Forza!
di Stefano Falotico
Sinossi, sì, di mio pugno scritta col wild at heart, perché si può odiare a morte, attaccarlo su tutti i fronti (in)espressivi della sua spaziosa fronte, provare a smussare gli angoli del suo volto ovale, essere gelosi del suo fisico, indubbiamente amante delle canottiere profumate di ascella sudata, dunque adamantina, potete sognare di strappargli i peli del petto villoso o cavargli le iridi, che giudicate da ebete/i, ma non potete confutare la sua infinita classe, sì, il portamento fiero, indiscutibile di uno stile totalmente crazy, da vero Nic. Come piace a me.
Nic, il versatile, imprendibile mutante… torturanti emozioni lo grattano, raschiando il suo sanguigno istinto a esuberanza talora volgare ma madida delle sue interiora vivide e sudanti…
Nicolas Cage, amato, odiato, disprezzato da molti vili detrattori, osannato, beniamino per gli eletti che sempre lo apprezzeranno, criticato, discusso, controverso, spesso al centro dell’attenzione, futilmente onnipresente anche quando non necessario, comunque sia, che piaccia o meno, un attore capitale degli ultimi trent’anni del Cinema contemporaneo. Presenza, sì, persistente, imprescindibile, fondamentale, irrinunciabile, che non si può assolutamente trascurare, perfino invasiva e talvolta disturbante, importante, focale, un folle performer ingiuriato, bistrattato, molte volte enormemente sottovalutato a causa dell’invidia alla sua grandezza, Nicolas Cage è l’incarnazione del camaleontico, bizzarro corpus attoriale nelle sue trasformazioni mimetiche più versatili, l’intensità malinconica d’uno sguardo languido e focoso, fulmineo e impetuoso anche nei suoi repentini, laceranti, esplosivi schizzi irosi da vigliacco, buffo e dunque simpatico, eccessivo gaglioffo quando, caricato, sberleffa sé stesso oppure, rannicchiato nel carisma della sua abbacinante, stordentissima unicità, fulgido se ne squama in pelle di serpente da cuore selvaggio d’avvincerci suadentemente a lui e squagliarcene, ammirandolo infinitamente, in quanto Nic è gioconda inimitabilità, qualsiasi cosa faccia col suo volto che non si può eludere, data la considerevole eccentricità anche balzana ma a potente, abrasiva, penetrante ferocità di un’arte personalissima.
Una retrospettiva saggistica, fortemente lirica, che non si pone l’obiettivo, oserei dire ottico, di passar al vaglio l’intera sua filmografia o di sviscerarla accademicamente, ma si sofferma a scandire i suoi ruoli più iconici e la seminale lor forza magnetica che Nic, come un vampiro famelico, ha propagato a suo addentare il soave nitrato d’argento. Ad abbrancarci dunque a suo morso succhiante l’ipnotico ammaliarcene. Svanendo in Nic, gioiamo esangui, sunti in affascinante adorarlo, prostrati a riverirlo e, chinati ai suoi cinematografici comandamenti, in gloria elevarlo.
Molti mi chiedono perché ho fatto ciò. Appena è comparso il link della vendita sul Kindle di Amazon, il mio telefono è squillato assieme al cellulare, ho ricevuto su Facebook delle gravi minacce di morte, mio cugino mi ha promesso di non rivolgermi più la parola, perfino Paris Hilton, una delle sue concubine che fu(rono) mi ha contattato dal Boscolo Hotel di Bologna, ove risiede stanotte in trasferta bolognese per ringalluzzirsela domattina in Via Indipendenza e poi mostrarla al Baglioni, 5 Stelle, cazzo che botta di vita e champagne, nello sconcerto eccitato dei paparazzi al tortellino, e mio padre mi ha disederato, augurandomi che nei prossimi an(n)i lo riceva solo fottutamente, a bestia, nel sedere.
Ma io insisto, in Nic credo e lo elevo a totem.
In questo mio libro, a parte gli scherzi, è racchiuso il mistero della sua Arte maiuscola, prominente, da leader della celluloide moderna, perché Cage Nicholas Kim Coppola non è solo il nipote, finitela, del Francis Ford. Certo, deve al patriarca oggi panzuto e col vinello dei ricordi andati in vaccone ubriaco, i primi suoi ruoli. Ma non dimentichiamo mai che non è da una raccomandazione, anche spinta, che si giudica appunto un man.
Ed egli lo è. Trovatemi un altro, sì, cazzo, vi sfido, che avrebbe interpretato meglio Stregata dalla luna, sì, un fornaio bifolco, con gli occhi strabuzzati, la pettinatura arruffata da vero Abatantuono atletico, di accento italo-siculo-partenopeo al babà, che piglia quella gatta morta di Cher per le cosce e la slinguazza da panettiere che sa cosa è davvero la lievitazione del pene come Dio comanda. Facendola ascendere alla Notte degli Oscar, perché fu una Moonstruck di lenzuola dorate.
Trovatemi un altro che prima scopa Jennifer Beals, cazzo, quella di Flashdance, in Stress da vampiro, poi, ustionato dai sensi di colpa di essersi fatto una così, ché non gliela poteva fare proprio, trasmuta nella fantasia migliore/peggiore di ogni reaganiano edonista, cioè perdersi nelle notti affamate da vampiro. Eh sì. Al che, tutto nevrotico, si reca affannosamente in cucina e mangia vivo uno scarafaggio raccattato dai fornelli arrugginiti.
Trovatemi un altro che, senza se e senza ma, lavora con Lynch, Scorsese, De Palma, Woo, Scott ed Herzog e, nonostante reciti da cane, fa la sua porca figura.
Trovatemi un altro che fa sesso con Jenna Jameson mentre è sposato con Alice Kim, e finisce nella biografia della pornoattrice, che non ne parla benissimo. Sì, Nic se ne fotte e va avanti di brutto. Non lo fai fesso.
In poche parole, Nic sono io.
Basta con questi salottieri, coi salamini da intellettualotti di sinistra, Nic va in pasticceria, ordina un bombolone e poi tratta la garzona con le pinze, rimpinzandola, già, di dolcetto allo zucchero filato, addolcendo il suo bulbo stempiato con tutta la folla di appetitosi guardoni a chiedere altro mascarpone.
Questo è Nic!
- Arizona Junior (1987)
- Cuore selvaggio (1990)
- Via da Las Vegas (1995)
- Face/Off (1997)
- Omicidio in diretta (1998)
- Al di là della vita (1999)
- Il cattivo tenente. Ultima chiamata New Orleans (2009)