True Detective – The Secret Fate of All Life
di Stefano Falotico
Come un cerchio, il male si riverbera, again and again, ancora senza sosta, interminabilmente abrasivo, corrosivo come un demone nella tua anima che ti tormenta.
I nostri due giungono nella palude più stagnante ove alloggia, “comodo”, il mostro Ledoux. L’hanno individuato ma la “dimora” fatiscente in cui abita è recintata da mine anti-intrusi. I nostri sono scafati, eludono il “sistema di sicurezza” con estrema cautela e puntuale aggirar ogni ostacolo. Marty, coperto da Rust, entra di soppiatto, a passi felpati, nella casa di Ledoux, Ledoux dopo un po’ arriva e Marty, come di “rito”, gli punta la pistola alle tempie, poi lo getta fuori ove ad aspettarlo c’è Rust, che a sua volta tiene in scacco un grasso suo braccio destro. Marty, nel frattempo, scende nello scantinato, sblocca un lucchetto e scopre l’abominevole, che intuiamo in fuori scena. Ritorna fuori e, in preda alla rabbia, spara un colpo secco alla nuca di Ledoux, facendogli esplodere il cranio. Il suo amico scappa, Rust prova a sparargli ma son le stesse trappole, che servivano a tener lontani gli “estranei” indesiderati, a scoppiargli addosso. Crepa così di lor stesso essersi “protetti”. Neanche un proiettile nel suo panzone, le mine l’hanno trivellato d’inganno ritortogli contro. Tenevano segregati dei bambini. Ritornano a casa coperti di gloria, Marty viene promosso di grado, Rust si accontenta degli elogi e della medaglia.
Marty, grazie anche al suo gesto, si riconcilia con la moglie Maggie, anzi è lei a vederlo sotto occhi diversi e accetta la conciliazione.
È come se in questo universo elaborassimo il tempo in avanti ma fuori dal nostro spazio-tempo, da quella che dovrebbe essere una prospettiva quadridimensionale, il tempo non esisterebbe, e da questo vantaggio potremmo raggiungerlo… vedremmo… il nostro spazio-tempo come se fosse piatto, come un’unica scultura di materia, in una sovrapposizione di tutti i posti che ha occupato, il nostro essere senziente che gira intorno alle nostre vite come i carri su un binario… ogni cosa fuori dalla nostra dimensione è l’eternità, l’eternità che ci guarda. Per noi è una sfera ma per loro è un cerchio.
Nell’eternità, dove non esiste un tempo, nulla può crescere o diventare qualcosa. Nulla cambia. Così la morte ha creato il tempo per far crescere tutto ciò che avrebbe ucciso. E tu rinasci. Ma nella stessa vita, in cui sei già vissuto… questa è la sorte segreta e terribile dell’intera vita. Sei intrappolato in quell’incubo in cui continui a svegliarti.
Ledoux non è il mostro?
E chi è davvero Rust Cohle?
O meglio cosa è successo nel 2002?