1997: fuga da New York, dai chiamatelo Jena
New York, Apocalypse forever
Uno dei più grandi in assoluto, lo venero nelle notti estive quando la sudorazione “stempera” la mia anima e rabbrividisco, lagrimato d’odori “pugnaci”, a reggimento di memorie riscoccate, miracolanti e a balzar, ballerinissime, in trono. Oh, mia reggia d’emozioni, qual Piacere mi lustra, muscolar d’anime mie tante allu(ci)nate, in tempeste orgasmiche d’insaziabilità aromatica nei corridoi fantasiosi a poter dei miei scettri “ubriachi” di Bellezza colossale.
Il Cinema “penetra” la Luna dei nostri spettri, vampirizza ogni trauma, rimargina le asprezze patibolari in virtù poderosa, rossissima, irresistibile-mordace, acre odorosa in tal chiasso di vanità fallaci.
E tingo il Cielo, rabbuiato, nell’oscurarlo d’incendiarne i frammenti invisibili. Liquida e maliarda dinamica azzera la fragile condizione umana, cristallizzandola in alpin valicar rocciose caverne spazio-Tempo(rali).
In burrasca emozionale che acciuffa un’ombra mia scomparsa, la vivifica di scossa detonante e ne deflagra, sgretola argini “rotti” a beata maledizione dell’elevazioni ancor illuse.
Il sogno è un cinema di periferia, fatiscente è il “vecchio” Ernest Borgnine, ridacchia di sana pianta senza ricette erboristiche, sì, non sanifica un cazzo. Ci sta bene nel “degrado”, ché il Mondo è un Pianeta delle scimmie dell’antropomorfo e bellicoso piano “ingegnoso” disumano. Bombe, scontri fratricidi, omicidi, atomici stupri, violenze in ogni dove, dietro l’angolo e “infiltrate” nei por(c)i, sotto un portico attentarono, l’incolumità è murder a ogni equilibrio fratturato.
Se la godevan da matti i presidenti di che…?
Eppur si crede all’ordine costituito, la bandiera a “monarchia democratica” è stata rapita, presa in ostaggio. Cazzo.
Il Duca tiene in scacco la città fantasma. Le torri son crollate già, profetica tragedia annunciata dal Messia Carpenter, i flipper nei bar danzano d’occhiolini come palloni gonfiati per adescare il pollo del villaggio. Rubando le sgualdrine al pollaio dei macellai.
Un melting pot lacerato e gettato nel cesso, forse colpa del “monopolio” della razza “superiore”. Un nazista ha fottuto il sistema, inculando il più “figo” a mortificazione d’ogni valore.
Che Mondo di merda. Ma detiene il “potere”. Le metropolitane viaggiano a rotta, di decollata società, in una linea di sangue al contrario dei sani contratti civili. I barbari si spaccian per principi, la perdizione è all’ordine del Giorno, ma non c’è alba, l’abbigliamento è “ammuffito” in cancrene facciali delle putrefazioni finto eroiche.
Al massimo, ne sopravvive uno solo. Tanto a posto che infatti sta in un carcere di massima sicurezza.
Lo liberano per la mission impossible. Fortunatamente non è un “vincente” come Tom Cruise. Ma si chiama Jena Plissken. Questo qui è uno snake, non uno da ciak girati alla cazzo di can’ nel “carino” del palestrato asciutto.
Te la sbatte lì, antipatico. Dunque un Dio.
Manhattan del 1977 di Woody Allen… qui siamo vent’anni dopo, oggi nel nuovo millennio, ma questo capolavoro è più avanti.
Oltre a-i ponti distrutti, a(h)i patti d’amicizia traditi, oltre al-la barriera puritana dell’America invero puttana come sempre fu, barricate a destra e a… manca il “matto” che sgattaiola. Fa un casino pazzesco su volto bendato del pirata Kurt Russell. Attenti, il “pirata” della strada è un grindhouse nella pellicola oculare dei cipigli su battute ciniche, dunque romanticismo assurdo che oramai non caga nessuno.
Ma quale Batman di Nolan, ecco l’atterraggio nel “Mi sto masturbando” d’un Kurt al condor.
Un pipistrello che sa le ali del suo far l’aleatorio. Nichilista, crede a una Donna e a quel che ci va dentro.
A forza di rotearci attorno, otterrai solo un “diretto”.
Ah, è il colmo. L’orologio è un veleno iniettato ma Jena è sano come un pesce.
Smonta il piano criminoso, aggira cannibali, tribù, le gang e ci mette in mezzo la lingua biforcuta nell’inforcar di nuovo l’aeroplano, ficcar dentro il mot(t)o for president. “Rincasa”, sempre incagnito, Lee Van Cleef è il “cattivo” di Sergio Leone. Appare vecchissimo, quindi in gran forma. I suoi zigomi non mentono. Che bugiardone! Ah, ah non si fa lo scherzaccio!
Voleva fregare Jena solo per “intascare” la “salute” di “Stato”.
Jena non fa una grinza, sbatte al muro Lee, s’aggiusta il “bavero” e sbava l’ultima frase antologica.
Storia del Cinema.
Se volevate una recensione con trama e riassuntino, tornate al liceo e scopatevi la professoressa, poi ditemi se siete “venuti” promossi.
Ricordate: amerò sempre le bocc(iatur)e di Adrienne Barbeau, non è Maggie dei Simpson ma è meglio delle Barbie.
Buona visione. Comunque sia, ad Adrienne non regalerò il “visino”. Il visone lo regala Rocky Balboa ad Adriana.
Di mio, preferisco lo stronzo “puro” alle “figate” di legno.
Vaffanculo.
5 stellette, se ce ne fossero di più, ne aggiungerei altre.
Una però di scorta alla scoria dei destrorsi.
(Stefano Falotico)