Scarface della società di oggi, ieri, speriamo nel domani, altrimenti spar(iam)o!

Scarface

 

di Stefano Falotico

A quali livelli di atroce e bigotto moralismo è arrivata la società di oggi, falsa e fascista.

Ieri sera, inserisco questa su filmtv.it e stamattina vedo che è stata censurata con tanto di notifica del gestore.

In realtà, devo ammetterlo: molte donne mi scrivono perché vorrebbero amarmi, fingo da “figo” di esser “preso” da loro di “bacini”, invero mi prende solo Al Pacino, bando alle ciance!

E alle vacche!

di Stefano Falotico

L’altra sera, su Iris, han dato per la centomilionesima volta quel film della Madonna ch’è Scarface.

Non avendo molto da fare, sebbene fosse iniziato da una manciata di minuti, sì, nella visione dei film sono “maniacale” come Woody Allen, raramente protraggo il “lungometraggio” a pellicola già iniziata, se ho perso l’incipit, anche se l’avevo già visto, cambio canale perché s’è personalmente persa la magia del logo Universal(e), ecco, appunto lo guardai magneticamente assorto in contemplazione venerante il mitico, torvissimo, “cattivissimo” Al Pacino di recitazione fenomenale, un guascone infernale, un cazzone stronzo come pochi, ambizioso molto più del Daniel Day-Lewis Plainview de Il petroliere. Se lì there will be blood, nel capolavoro di De Palma, Al urla “Io sono Tony Montana!” con una ferocia impressionante da lasciar secchi tutti alle (s)palle, compreso sé stesso ma escluso l’energumeno che, da vigliacco, gli spara alla schiena da dietro fotterlo in culo con mitragliatrice di bazooka pesante, come dirgli “Ora, basta, figlio di puttana!”.

The world is (not) yoursPlof e il “tuffo” involontario da morto di fame, in quanto spacciatore più laido di Fabrizio Corona, nella fontana del bagno di sangue.

E dir che, quando uscì, fu un flop. Triste sorte capitata al novanta per cento dei film di De Palma, altamente incompresi ogni qualvolta, da inediti troppo innovativi, escon in sala su critica ignorantissima della superficiale “America” spesso puritana e non pronta agli esperimenti di Brian, da me ribattezzato “L’Hitchcock più ispirato del suo reincarnarsi in Alfred con andamenti barocchi, elettrizzanti di macchina da presa volteggiante più delle gambe scarnificanti ed eccitanti della femme fatale in nostre emozioni da donne a viver due volte la stessa figa(ta)”. Ma quale imitatore di Hitchcock. Diciamo (piut)tosto un geniale mescitore della sana lezione del maestro della suspense a diletto del reinventarlo così come Tarantino docet ché Quentin copia anche De Palma in un blow out visivo postmoderno da (non) farci capire un cazzo da chi ha appreso e preso da chi.

De Palma, un’esplosione “kitsch” di mirabolanti architetture (sovra)impresse per sempre a nostre iridi in lui fiammeggianti. Traiettorie oculari del nostro venirne sanguinariamente vampirizzati di applauso sconfinato, con tanto di lacrima alla fine da infarto goduto in pancia di Cinema puro come una donna in bikini stratosferica da “duro” (s)venir in “botta” fottuta su spiaggia (det)ergente le dinamiche della bomba al cuore (immagini)fico.

 

Cinema sexy da morire, con questa Michelle Pfeiffer perennemente scollacciata, bo(mbo)n(ier)a del nostro “collezionista” che non si fa scrupoli da Paura d’amare.

 

Altro che Garry Marshall, qui Pacino spinge subito senz’esitazioni e se la cucina da vero “cuoco”, occupa da (s)ergentone le sue “logge”, cioè le sue “bocce” di villone al villano suo spericolato in tacchi svettanti per misurare quanto lei, ammazzando Robert Loggia e compagnia bella di bruti con brutalità da La bella e la bestia. Che villain!

Una merda adorabile, un irredento da far spavento anche ai leoni, push(er) it to the limit!

Senz’alcun morale limite, recintato solo da qualche tocco, non solo di quella di figona di Michelle (in)castrante, bensì dell’Oliver Stone sceneggiatore con qualche cazzo per la testa di troppo, ché sbaglia infatti, ah piccolo “fallo” perdonabiile, alcuni dialoghi, appesantendoli di pesantezza didascalica. Una fa(rfa)lla che ci sta, tutto sommato.

Dai, una così è da farsela sulle scale… del potere, da an(n)o del drago(ne).

Pacino immenso!

Lo amo!

Michelle, fottiti!

Via dalle pall(ottol)e!

 

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