Rocky III, recensione incazzata

Rocky III

di Stefano Falotico

Il benessere, troppo placido, sfianca l’anima del lottatore innato…, si va giù e si torna poi su di ali(ve) and winner again volante da vincente stallone montante ed enorme rimonta suonante

Entusiasmante!

Sì, molti soldi dan alla testa, come dice il proverbio e, anche se ti chiami Balboa e ti mantieni fisicamente in ottima, atletica forma strepitosa, anzi, sei perfino smagrito piacevolissimevolmente dai film precedenti, dunque non ti è cresciuta la “panza”, rammollito sei oggi purtroppo un pagliaccio che vive del suo carisma e del suo glorioso passato. Andato però da un pezzo di merda. Poiché sei diventato un lurido stronzo come tutte le persone arricchitesi.

Insomma, dall’aver miracolosamente agguantato il sogno americano, adesso ti sei “seduto” sugli allori, guadagnando ancor più soldi, appunto, nel campar vigliaccamente d’altri facili baiocchi, grazie a (s)combinati incontri truccati. Ti sei rifatto anche spudoratamente il look “dorato”, hai “corretto” il setto nasale, aggiustando la mira della tua congenita origine da proletario grezzo, “mo(de)llando” i grossolani lineamenti per “all(in)earti” a un’apparenza più (r)affinata, e hai ora un profilo aquilino da furbacchione. Tanto bello alla vi(s)ta quanto impoverito nel cuore inaridito. Hai la faccia come il culo, (I)caro mio.

Sei migliorato? No, assolutamente… quell’assolutamente sempre incitante alla grinta che il tuo “vecchio” coach Mickey ti spara “borbottante” addosso quando avverte che urge sterzare e arrabbiarsi per mai arrendersi. Per “sbottare” in furiosa, sacrosanta, mai doma voglia di vincere. Lottare perennemente… con assiduità, energia da vendere, mai buttarsi via e riafferrare invece con (co)raggio rifulgente l’“altered beast” tua, nell’anima assopitasi, nell’elevarla portentosa in potenza ferocissima di fuoco e forza leonina imbattibile. Solo così si vive e si è vividi! Nel mai riposarsi da vin(ci)t(or)i.

Invece, Rocky, pare che tu abbia dimenticato la regola principale che tiene sempre l’uomo sveglio e reattivo. Se abbandoni la lotta, forse non cadrai più al “tappeto”, perché hai oggi il culo parato, ma sei già morto dentro da un po’ e da comodo popò, infiacchito ti pavoneggi infatti gigioneggiante soltanto da buffone alla mercé di chi te lo lecca per farti (in)felice. Campi sugli ippopotami, sulla povera gente che, pachidermica, innaffia il tuo bagno di dollaroni.

Ti presti pure a ridicoli incontri di wrestling con Hulk Hogan/Labbra Tonanti, esibendo il tuo “eroe” da statua in piazza, già sgretolante nella leggenda da te robustamente, orgogliosamente (ri)costruita, ma non tanto più nella tua anima davver “vivente” come prima…, a mo’ di fenomeno da baraccone “splendente” per quattro polli che spenni. Tanto la gente ti acclama e tu “incassi”… Che “colpaccio”. Le braccia, i bicipiti, gli addominali e i polpacci rimangono tonici ma nel cuore hai perso il grintoso, fiero t(u)ono!

Così, dopo aver meritissimamente vinto il titolo di campione dei pesi massimi contro Apollo Creed e averlo difeso per un decennio abbondante, scontrandoti però sul ring soltanto con scamorze (s)cadute a cui era facile spaccar i denti già cariati, mio carino, proprio ringhiante, da eye of the tiger, non sei più. Un survivor che va rispronato fortissimamente!

Sei “spompato”. Coglione, dove son finiti i coglioni?

Al che, arriva a sfidarti il temibile Clubber Lang, alias montagna di muscoli nera di nome Mr. T., l’animale dell’A-Team.

Sì, Lang è un toro cattivissimo ma tu pensi che non sia nessuno e lo affronti con troppa facilità.

Ti distrugge, ti stende completamente e ti ruba la dignità. Hai rimediato una figuraccia oscena. Facendo ridere tutti, compresi i tuoi ex ammiratori sfegatati. Clubber ti ha umiliato appunto “a bestia”. Hai perso il fegato d’una volta…

Intanto, Mickey muore d’infarto e, dopo la batosta tremenda, sembra che tu non sia più in grado di rialzarti, soprattutto a livello psicologico. Che (ri)caduta!

Ecco che quindi rispunta il tuo amico-rivale bigger than life…, Apollo, mio Rocky spellato arrosto da pollone fritto e or (ro)sol(ato) rosicante di fitte allo stomaco spappolato e spolpato. La vergogna ha arrossito il tuo visino così da Lang cucinato e per le feste conciato.

Apollo Creed però ti conosce a memoria, d’altronde sei stato tu a batterlo, e a cui dà enorme fastidio, anzi, è irritato a morte, che tu sia stato sconfitto in modo così vergognoso appunto, e a (s)punt(in)o devastante da quel Clubber stronzissimo e “ignominioso”. Non tutto il male viene per nuocere, eh no, se un amico vero e fidato ti prepara per una nuova sfida che vale una vita.

Apollo, così, ti provoca di “contraccolpi” incoraggianti sull’infilar il coltello nella piaga a fin(ezza) di bene, ché tu possa ritornare il combattivo leone d’una (s)volta.

Ti riallena per la “vendetta”. Non ha tutti i torti, bisogna buttar giù quel bastardo Lang che ti martoriò di gravissimo, derisorio torto da crudele tor(chi)o.

Fu un durissimo colpo che va subito curato. Devi presto e tosto incularlo.

Dunque, torni sul ring e “non lo vedi neanche”. Clubber, adesso che tu, Rocky, sei ritornato (alla) grande, non riesce a capire a quale velocità arrivino i pugni in faccia e da dove partano!

Vinci di nuovo.

Questi sono gli occhi della tigre.
Buonanotte.

 

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