“Goodfellas”, review

Sì!

 

Eravamo bravi ragazzi…

Siamo felloni, fenomeni, smontiamo il “baraccone”, goliardici festeggiamo in pompa magna, deturpiamo le oscenità dei bugiardi “legulei” nell’ilar nostro scodinzolare ma la gattabuia ci tenderà la trappola di catene (s)legate. Che toponi!

Abbiamo rischiato la pelle per un pelo di figa, “sposata” e (im)paziente, pazza anche lei, odia le insopportabili intemperanze da maschi(accia), se ne “schizza”, schiamazziamo, tanti morti ammazzati, urla, risse, casini, ritrovi nella tana, taglie e predatori per minuti di celebrità al “(de)coro” collettivo, schiantato in viso aperto e a mani nude contro i colletti bianchi.

Sparatorie, sangue impazzito fra le polpette, madri edipiche, la libido dell’adrenalina per svaligiarti, per scippare la tua “onestà”, rapiniamo banche, siamo public enemies, scommettiamo per assi vincenti con Spider più “servo della gleba”, ghetto da “anonimi” assassini.

Come ti sei permesso, stronzo? Ti sei comprato la carriera! Ecco il grilletto, mio grillo parlante! Se ci fai incazzare, ti (s)tiriamo per le palle, ti “scaraventiamo” di calci e pugni nello strozzar il tuo orgoglio da fall(it)o troppo galletto, hai sbavato di nota stonatissima, eravamo tranquilli ma hai provocato nel punto a te ora letalissimo. Nel “retrobottega”, giù botte, quindi ischeletriamo il tuo viso di pietra, lo avvizziamo perché tu arda all’Inferno, maledetto!  I primi “benedetti” siamo noi, Domenica andiam a messa, Lunedì si ricomincia il gioco s-porco. Mean streets in tal bagno della giungla, che metropoli New York, cazzo. Attento a dove metti i piedi.

Ti pediniamo, sai?

Il vicolo puzza di cadaveri, ne annusi l’odore rancido? Sei una bella signor(inell)a. Hai le palle? Il feto del nostro galleggiare per una galera che “sonnecchia” di tormento al “pacioso” nostro viver irrequieto?

Sbandiamo, acceleriamo, ti freniamo subito.

Ti asfaltiamo e ti sotterriamo nella cenere di sigarette Marlboro secche. Sputa merda da là sotto. Incubo peggiore per ricordarci la coscienza da perdenti. Ora però parli troppo. Zitto! Silenziatore!

Bruciati, aspersi da “angeli” vendicatori del nostro  Montecristo, poveri cristi c’uccisero quando eravamo indifesi.

E ora si barricano nel “coprifuoco”. Vampiri li disossiamo a tenebre paurose. Siamo galanti, le nostre donne copriamo di gioielli e le sfiliam di baciamano. Noi siamo uomini, mica gli eleganti.

La lor “tenerezza” ci ha “fortificato” così tanto che adesso han rafforzato di “blindato”. Sperperiamo i soldi “sudati”, non lavoriamo mai, i coglioni lavorano, noi siamo del Bronx alla Chazz Palminteri. Segui i nostri “consigli” e ti scaverai la fossa, fesso. Little Italy, Harlem, un crogiuolo di razze e devi sopravvivere, se no ti strangolano, e la claustrofobia “istruttiva” reciderà le gole della Notte nerissima. Ce ne sprofondiamo, di calde effusioni con fighelle isteriche e un po’ d’ubriachezza tensiva.

Ci scoppia la testa, crani duri ed elicotteri della polizia a “violarci”.

Non sorvoliamo sugli “spioni”, controllori anche dei nostri cavalli matti. Siamo modelli che se ne infischian del fiscale.

Noi, sì, sbanchiamo e ce la squagliamo. Sì, infatti a picco coliamo.

Che fis(i)co!

La nostra strada è “segnata” da sirene lampeggianti, febbricitanti occhi da Ray Liotta drogato nel led del semaforo neuronale, out of control per un attimo pericolante e l’esistenza, in un’istante, è “segnaletica”.

Già crollata, prima di nascere, di poter svoltare.

Sì, noi ci trastulliamo ma ci teniam al conto. Se l’oste azzarda di “salato”, noi lo freddiamo, “addolcendo” il suo “linguino” da squali degli scogli.

E scaglieremo sempre linciate grezze come diamanti lubrificati dalla durezza increspata dal possiamo vivere solo così.

Altre scelte…? Troppo tardi. Ce l’han precluse con l’ostinazione burocratica delle sevizie quand’eravam svantaggiati per arrampicarci sui gradini della corrotta piramide.

Quindi, l’“accerchiamo”, sregolati (i)scriviamo le regole a registro nostro, con la “giustificazione” che il libretto dell’assenza agli obblighi “morali” è stato rubato dalla supponenza. Siamo degli dei, i comandamenti li dettiamo da paraculi di legge ribaltata.

Il delitto (non) paga beneNicholas Pileggi lo sa…, uno che ne lesse di criminosi miserabili, di poveracci vestiti Armani.

Henry Hill che cazzo hai fatto? Da bambino nato con la camicia a bavero “alzato” del cravattino papillon…  venduto alla bisca clandestina nell’abbigliamento crudo?

Basta una contingenza, un evento e ti hanno “sverginato” in fretta, incanalato alle “mafiette”.

E da lì, che buco… in pancia, non ti curi neanche con la Croce degli “altarini” pentiti, pentecostali in un tribunale “convertito”.

Il tuo monologo finale è patetico, sacrosanto salvarti la pellaccia da ultima spiaggia, d’assistenza sociale e da esplosione delle “orologerie”.
Che bomba! Sfoglia il giornale, sei un comune mortale come tutti.
Aggiornati, acconciati, mangia, caga, dormi, scopa e accetta i tuoi errori.

Come tutti, come tutto il Mondo va.

Jimmy Conway? Colpa sua. Dio maledica la tua “furbizia” da lupo di mare… ozioso, sei stato tu a prendermi sotto “protezione”.

E mi hai “specializzato”. Che viscido figlio di una cagna!

Sì, io e te, un bel paio di stronzi, ci completiamo, di completini, nel “quadretto” del terzetto allietato dalle barzellette del mattoide Joe Pesci.

Regge da solo la scena, il carnascialesco, che chiasso ma fa ridere, ed è proprio buffo.

Cosa volevamo di più da questa vita?

Almeno il Leone d’Oro. Cazzo, questo non merita l’Argento.

Oh, goodfellas, parliamo di un capolavoro coi controcazzi…

Mica roba che “spacciamo”…

Henry, che hai? Parli poco…

Sì, Henry Hill è un tipo taciturno ma s’è gettato in una mischia troppo “tosta” per lui.

E parlerà tardivamente.

Queste infatti (non) sono le sue parole ma le mie, filtrate da come appunto la vedo io, dopo aver rivisto, ennesima “visione”, questa vetta cinematografica.
Ecco, Stefano Falotico la vede così. Credo sia la verità! Inappellabile!

Se sei davvero un bravo ragazzo, vieni preso per scemo, perché la gente “con le palle” sa come farsi “valere”.

Rubacchia, soprattutto dietro attestati, cartacei, comprati, sistematici, di stima ruffiana da lecchini, e poi intasca la fetta di torta nel fregarti anche la ciliegina dei piccoli piaceri quotidiani.

Sì, a fare i bravi ragazzi in questo Mondo, purtroppo, ottieni solo schiaffi in faccia. Tutti a figone, sei sfigato!

Nella prossima vita, mi converrà fare il ladro e il criminalotto camuffato da “grande dottore?”.

No, sceglierò ancora di essere me stesso.

Per il resto, andassero a farselo dare.

Mi tengo la mia e questo film.

(Stefano Falotico)

 

 

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