Lauren Bacall se ne va, ma ai baccalà, ché a tempo “debito” non mi “divinizzarono”, do da “Dio” solo oggi un “amaro” Humphrey Bogart di “Beccatelo qua”
di Stefano Falotico
Ieri, è stato il turno di Robin Williams, oggi della divina e grande Lauren Bacall, miei “boccaloni”…
Insomma, i soliti (ig)noti… A te come va la vita? Passi le notti in bianco? Sì? Di mio, preferisco il “riso” con un po’ di formaggio. Una “g(r)att(at)ina” e va giù in un bicchier d’acqua. Amo di più però il “riso” cinese agro-dolce alle risa degl’ipocriti occidentali.
In Oriente, infatti, il tasso di suicidi è parimenti proporzionato al pullulare delle varie filosofie del “cazzo” sulla trascendenza. Almeno, sono onesti col mo(n)do di “vederla”. Mah. Di mio, so che quando sei (a)sceso, è un inferno peggiore di questa vita, non ci sono Jodorowsky che tengano di “montagne sacre”.
Questo è un regista cileno e non cinese, va (am)messo, (tu vai a messa?), ma tanto tutto il mondo è paese, una volta morto, che ti sei buttato giù dall’Everest o dal monte collinare, “verdeggiante” del Machu Picchu, sprofonderai comunque nel tuo “sito” archeologico, detto comunemente e “volgarmente”… (lo)culo ben “piazzato”. Ma dagli abissi, da laggiù, si respira un’aria “paradisiaca” di pace. Anche di pece.
Di mio, ho scalato molte “montagne”, ho raggiunto la “cima” della “piramide”. Azteca, egizia, incas? No, della “minchia”. Molto da croce celtica del guerriero che (non) ce l’ha fatta e, fra l’alt(r)o, non vuol neanche “farsele”. Tutte queste donnacce, da me, riceveran sol che “bo(rra)cce”. Le “annaffiamo” un po’ e quindi se lo “sc(r)ol(l)assero”. Giù un’altra. E un altro dal “balconcino!”.
Io non credo nelle scale gerarchiche. Credo nelle ricadute, dette “cascate”. Sono bellissime. Come si chiama, pure, quel film del cazzo con quella figa della Madonna che fu la Monroe? Niagara! Quei film ove aspetti solo che lei si “bagni”. Film scassa-palle, ove non succede mai nulla se non seguire le vicende di borghesi più annoiati di te, tendenti al “ricco” di pancia e Spagna o Francia basta che magnino! Tanto, la moglie è in vacanza.
Sì, sono depresso. Presto mi seppelliranno, infatti, nel luogo ove ci son i c(ipr)essi. Il cimitero? Crepa tu! Mi riferivo al mio becc(hin)o. Sì, vorrebbero tutti beccarmi e cogliermi in “fallo”. Ah, le donne, gira che “se li rigirano”, amano il “pollice su” di un buon film meglio se guardato sul (di)vano con uno, di “girini”, che “alza il volume” di “mano”. E, guardando-guardando, scopriranno parti “profonde” che a prima vista non colsero. Io invece colsi subito le “collinette”.
Sì, la maggior parte della gente non capisce un cazzo di Cinema. È un passatempo per le “passerine” che intanto se lo (s)passano e per chi se la spassa. Non so se è una passerona, a me sembra una racchia. L’importante, se è racchia, dunque pure cornacchia, è che non metta il “beccaccio” su “tutto” perché desidera che tu la “buchi”. Fidati, amico, è una drogata. Lasciala in quel covo di corvi, è un’arpia, non un’ape dolce, e “fumatela”. Non intossicartene. Se vorrà provarci, fai finta di niente, tanto è una ninfomane pure frigida e già finge di “sua”, svia il (dis)corso e tossisci. Un “colpetto” di tosse e dalle così una botta(na). S’arrabbierà perché le hai dato, pur non dicendole una parola, della zoccola ma, tornando a casa, nella tua topaia, capirai che hai fatto bene a non (inon)darle il tuo topo. Che voleva “quella?”. Che, dalla patta, uscisse penetrante a rallegrare la sua (s)figa da donnetta che non sa riparar nemmeno una toppa? S’accoppiasse con uno che poi la accopperà. Comunque, di coppe stava ben messa, ma è grassa, mangia troppa “coppa”.
E di chiappe? Io penso alle mie, cari lacchè paraculi.
Ora, “veniamo”… a noi. Lauren Bacall era una signora, mica di queste bagasce di oggi. Delle “metronotte”. Eh sì, quelle “misurano” prima di dartela. Non importa che tu ce l’abbia lungo, guardano subito se il conto in banca è “grosso”.
Amico, datti al b(r)anco e bevici sopra. Sputale pure in faccia se tornerà a volerti “ubriacare” di “fin(t)e”.
Sì, sono come Humphrey Bogart, non a “cazzo” il marito di Lauren Bacall.
Humphrey, mie “bocchinare”, era di bocca bona.
E, aspirando una (siga)retta, “tirava” di “brutto”. Sì, era brutto Humphrey. Ma basava tutto sul fascino dell’uomo taciturno che deve “chiedere” solo ammiccando di labbra “umide” su fronte aggrottata da torvo. E di notte amoreggiava d’amarognolo, cari miei mariti che “marinate” le vostre “mogli” soltanto per dar il “maritozzo” a una di “panna montata”. Un’amante che non vale un cazzo. Perderete sia la moglie e sia il sapore.
Invece, Lauren non perse Humphrey. Stettero sposati per molti an(n)i.
Lui, però, prima di lei morì. Sì, un uomo (non) come me. Vado da una, le dico una cazzata e lei: – Me fai mori’…!
Oggi, toccò a lei, miei tocchi. Io mi “tocco” di “toccatine”…
Come diceva Totò nel film di Monicelli, miei da A(r)mate Brancaleone, capita a tutti, prima o poi.
Oggi a te, domani a te, a me no.
E, se vuoi ammazzarmi, totoiano te lo sbatto nel popò.
“Fumandomela” da Bogart.
Ora, con tutto il (ris)petto per Humphrey. Lauren era così così, meglio la Monroe, che comunque era scema e (non) capiva “al volo”.
Ma, comunque “la mettesse…”, lo p(r)endeva.
Finiamo(la)!
Sono stufo della gente che su Facebook fa i memoriali sugli attori morti, non perché non sia giusto commemorarli, anzi. Mi par un gesto di estrema stima e gratitudine nei confronti di persone che ci hanno regalato forti emozioni. Ma questa moda degli R.I.P. mi par più un vanto di gente (in)colta che, citando la sua commozione (cerebrale), finge di (dis)piacersi, così il prossimo lo legge e pensa: che grande uomo, si (dis)piace nel celebrare un morto famoso. Peccato che non sia coerente il nostro grande uomo. Quando muore un suo conoscente, semmai, per evitare che gli faccian domande impertinenti sulla sua scomparsa o sulla sua (di)partita, occulta pure il fatto di averlo conosciuto: chi? Ah, quello. Sì, un mezzo coglione. Evviva la (s)figa, tanto il mondo è sempre andato così.