Il fascino (in)sano di Mickey Rourke, un “cesso” di s(ucc)esso, l’incarnazione della schifezza ma è un grande
di Stefano Falotico
Quando vedo Mickey Rourke così (s)fatto, penso a come sia possibile che sia stato San Francesco per Liliana Cavani.
Mickey, di fatto e di fallo, esemplifica e incarna quanto di più possibilmente (lont)ano sia di un san(t)o.
Fra l’altro, è pure malato di mente. Non scherzo, Mickey “schizza” tanto ancor nelle donne, come tal altissima bionda che da anni, a mo’ di Escort russa, lo “scorta” alle premiere, tanto che sa che Rourke si fa altre alte, nel (contra)basso, di losco-nascosto, quanto proprio parte in “folle” e infatti questa non è “in quinta”, al massimo porterà una seconda a esser (a)b(b)on(d)a(nti).
Eppur Mickey è uomo di “muscolo”, liscio come l’olio d’un parrucchino argenteo d’una carriera andata a puttane eppur mi piace (im)mutabilmente questo fig(li)o di puttana.
Gli an(n)i si fan sentire e indossa quindi gli occhiali per mascherare, nonostante il mascara, le borse con tanto di pantaloni del cazzo…
Notiamo con quale clownesca sfacciataggine, appunto da culo di “plastica”, “scodinzola” mano nella mano da “bestia” con la bella in quanto Marv che deve chiedere sempre, e non mai, perché s’è ridotto in questo modo (im)presentabilissimo.
Uno schifo d’uomo che ha il suo perché. Appunto.
Mickey, un uomo che non necessita di presentazioni. Già, quelli della Millennium Films non vedevan l’ora che entrasse in sala, per non rovinare la “presentazione”. Comunque vada, sarà un s(ucc)esso. Mickey lo sa.
La faccia la dice tutta.