Il Cinema “tiepido” de(gl)i (in)felici

di Stefano Falotico

Pacino Padrino

Solo per stomaci forti

Ho sempre magnificato Al Pacino, lo tengo in auge perché i suoi occhi neri, lapidari, incarnano tutta l’ansia del vivere, sia moderno che anticamente ammantato di fascino oscuro appunto retrò e potenza ipnotica. Inoculato a mie orbite visive del vedere il mondo, scarnirlo, solleticarlo di gola roca e, da draculiano oramai (ir)redento, potermi permettere il lusso di giudicarlo dall’alto in basso con un’aridità caldissima da Orson Welles de Il terzo uomo.

Disprezzo l’umanità e in questo son sorrentiniano di grande bellezza…

Totalmente disilluso, con lo sguardo vitreo eppur indagatorio nei miei sempre latenti incubi vivi. Tremendi a “disancorarmi” da Morfeo, quando stavo sognano le limpide maree oceaniche del “Moby Dick” di Melville, sguazzante d’una balena bianca libera in un dolce assaggio dei miei imperscrutabili abissi.

Abissale quando spudoratamente mento, e chi mi conosce, lo sa che sono un bugiardo che sta morendo.

Da anni “profondi”, recito questa parte “simpatica” come il culo…

Uno mi domanda come sto e io “Bene”, aggiungendo un po’ di tosse per evitare che s’accorga d’una smorfia lancinante di dolor orrendo, mascherando il mio volto per coprir lui di (ver)gogna e insindacabile verità delle mie iridi non mentitrici, da grande mietitrice.

Incarno l’essere mortifero, il non morto, il sempre innamorato di tutti tanto da rimaner, come al sol(it)o, emarginato e col “luna park” dei mie pensieri ond(ul)ati delle feste che odio e respingo con calci secchi del mio corpo oramai nottambulo per sempre…, passeggiante nell’eterno imbrunire delle mie angosce.

Quei liceali, tanto convinti che il lor futuro sarà roseo e luminoso, infatti son sufficientemente idioti per illudersi che il mondo sia un (Bene)tton da united colors con Stevie Wonder che, essendo cieco dalla nascita, non avendo mai visto l’orrore d’Apocalypse Now in terra, canta “We Are the World” su “cuffie” degli ovattati che siete, da Maui and Sons stolti e cazzari delle vanaglorie. Ma quale Wonder(fulworld..., è una merda, e lo è sempre stata. Arriva l’estate e dobbiamo sorbirci la bagascia giornalista, ribattezzata “The “Body”, osannata in cor(t)i da una massa di coglioni elevanti i calciatori “Panini” come il “portiere” che si “para” il suo culo. E non cambia nulla.

Sono Homeboy, picchiatore alla Rourke, faccio paura.

Ma voglio il mio buio, mi rende reattivo, scattante, come devo essere…

Un heat quasi IT alla King. Un “mostro”.

E mi piaccio “cattivo” come Al Pacino.

Almeno, fratello, sai che da me riceverai un bacio di Giuda ma non un bacio da troia.

 

 

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