Ho rivisto The Untouchables e, sulle note celestiali del grande Ennio Morricone, ho pianto come non mai, un capolavoro che vale tutta una vita…
di Stefano Falotico
Sto collaborando, dietro discreto guadagno, nel metter a frutto le mie conoscenze cinematografiche, come writer dei grandi momenti della Settima Arte.
Ieri, ho dedicato un mio post a Sean Connery, premiato con un solo Oscar, come “non protagonista” per Gli intoccabili.
Un momento indimenticabile in cui il mitico Sean riceve la standing ovation e gli viene consegnata, dalle mani di Nic Cage e di Cher, la sua prima e unica statuetta, sconfiggendo Morgan Freeman, fra gli altri, e lo splendido Vincent Gardenia di Moonstruck, vedi premiatori tutti “reduci” da Stregati dalla luna in tal magica Notte stellare.
Gli Oscar sono spesso una pacchianata ma, in questo caso, l’emozione è autentica, quanto il premio fu sacrosanto. Lui, Jimmy Malone, il “metronotte” che ha una vita oscura, che ha paura di tornare a far la guerra alla criminalità, perché quella è gente che non scherza, e infatti morirà in una delle scene più belle e “tristi” della Storia, che viene ingaggiato da un intrepidissimo Costner per metter su una “banda” di giusti contro i banditi di Capone, “capeggiati” da un De Niro mastodontico, altro mostro sacro da competizione, l’unico, a mio avviso, che se, in tal occasione fosse stato nominato, avrebbe potuto rivaleggiare col leggendario Sean…
Ammaliato da questa premiazione, ho ricordato ancora The Untouchables, e sono andato a ripescarlo in Dvd, subito ancora sparandomelo.
Tutti, da me il primo, ché gli ho pure dedicato un sentito “saggio”, lodano Martin Scorsese, ed è cosa buona e giusta, oppure linciano chi odia Lynch, ed è cosa ancor più (mal)sana… eh eh.
Ma, in pochissimi, celebrano Brian De Palma.
Che, secondo il mio “modesto” parere, è un genio assoluto. Altro che solo virtuoso, accusato di essere un cineasta” freddo”. È uno dei più classici e romantici pur nel suo perenne esser sempre stato d’avanguardia.
Qui, cosa fa? Prende una storia “banale”, la rende un western metropolitano con buoni vs cattivi, con un cattivo titanico di grossissimo ne(r)o e dà a Connery un ruolo memorabile.
Fornendo ad Andy Garcia la chance di poter dimostrare di essere, nell’immediato futuro, il figlio di Al Pacino nel terzo Padrino coppoliano.
Ma il film non è solo questo, è la sublime citazione de La corazzata Potemkin, ché non è affatto “una cagata pazzesca”…
E questo è in gran parte merito di Ennio Morricone. Ascoltiamo di nuovo la sua colonna sonora e poi ditemi se questa non è vita.
Scene da antologia una dietro l’altro. Carlito’s Way è il capolavoro inarrivabile di De Palma? Sì, lo è.
Ma Gli intoccabili merita un posto proprio intoccabile.