Stefano Falotico intervista Raffaele Costanzo
Siamo anime in viaggio, screpolate nei sogni di celluloide.
Ciao Raffaele Costanzo, partiamo con la prima domanda.
Il Cinema?
Beh, diciamo che il mio amore per il Cinema è da sempre insito in me, è stata una passione nata in maniera del tutto naturale. Mi ha sempre affascinato questo mondo, così come la musica.
Da dove nasce il tuo amore per il Cinema e, se ti ricordi, il primo film che hai visto, oppure quello a cui è maggiormente legata la tua infanzia, e perché?
Il primo film di cui ho memoria è sicuramente Rocky IV; da bambino, Rocky (e tutta la relativa saga) era già il mio film preferito, e nel 1990 mi precipitai con mio padre al cinema a vedere Rocky V!!!
Come tutti sappiamo, sei un “feroce” fan sfegatato di Sylvester Stallone, detto Sly. Avrai le tue ragioni, che nessuno mette in dubbio. Ognuno è affezionato a qualche idolo-icona, e io non voglio saperne le motivazioni, ma potresti citarmi quella che consideri essere la sua migliore interpretazione e quale, invece, pensi che sia il suo ruolo più sbagliato o peggio “calzato?”.
Io penso che Stallone dia il meglio di sé quando interpreta per l’appunto Rocky. Le sue migliori interpretazioni, tolto Rocky, sono nel primo e nel quarto capitolo di Rambo e decisamente in Cop Land, altro film che adoro. Il ruolo che meno mi aggrada è sicuramente quello in Nick lo scatenato.
Come ti approcci al Cinema? Lo credi essere un rifugio (s)fuggente dalla realtà o un modo, come vivamente io affermo, di allargare per lo più le proprie prospettive e trasmigrare in orizzonti limpidi di bellezza maiuscola e suprema?
Molto spesso, indubbiamente, ho usato il Cinema per fuggire dalla realtà!
Ti piacciono i cosiddetti b–movie? Quali citeresti fra i tuoi preferiti guilty pleasure, come sovente si dice in “gergo?”.
Io adoro i b-movie e, tra quelli meno conosciuti (inutile citare Carpenter, che resta un maestro assoluto del genere), direi quello al quale sono più affezionato, Detective Stone con Rutger Hauer. Di sicuro ce ne sono altri, ma il primo che mi viene in mente è questo.
Quali aspetti della Settima Arte privilegi? Qual è il tuo metro di giudizio per decretare “capolavoro” un’opera cinematografica?
Io credo che, al di là di tutto, sia il regista a fare la differenza. Poi, sai, molto spesso subentra anche la componente della soggettività. Magari io posso reputare “capolavoro” un dato film, mentre un altro potrebbe restare indifferente.
Domanda personale, hai visto Stardust con De Niro e Michelle Pfeiffer? Il tuo voto a questo strabiliante, mirabolante fantasy avventuroso? Implicito asserire che io ne vado matto.
Si ho visto Stardust di Matthew Vaughn, regista che avevo già apprezzato nel bel noir The Pusher con un Daniel Craig pre-Bond e riconfermatosi successivamente coi notevoli Kick-Ass, X-Men: L’inizio e Kingsman.
Tornando a Stardust, credo sia un fantasy ben fatto che ha dalla sua l’ottima regia, un cast compatto, in cui spicca un De Niro che non si prende troppo sul serio, giocando molto col suo personaggio, e una meravigliosa Michelle Pffeifer. Resta quindi un prodotto, seppur prolisso in alcuni punti, superiore alla media dei film di questo genere.
Segui il Cinema e, sicuramente, sarai informato sulle prossime, maggiori uscite. Quali sono, dunque, i film da te più attesi della stagione a venire?
Probabilmente, i film che più attendo sono MAD MAX: FURY ROAD in testa, seguito da Star Wars VII e ovviamente… CREED, spin-off di Rocky (tra trepidazione e paura, ammetto!!).
I registi che più ti emozionano e quelli che reputi qualitativamente unici e insuperabili?
Di sicuro i miei registi preferiti sono David Lynch, John Carpenter e David Cronenberg. Indubbiamente sono i registi che mi trasmettono di più. Subito dopo vengono Scorsese, De Palma, Tarantino, Kubrick e dall’oriente arrivano Takashi Miike, Bong Joon-ho e Takeshi Kitano.
Grazie mille, Raffaele.