Liam Neeson, un attore cor(iaceo), coraggioso
È sempre bello sparire e “respirar” fra gli attori.
Non ho mai nutrito, prima, venerazioni, adorazione o particolare idolatria nei riguardi di Liam Neeson, attore che consideravo, però, bolso, “mestierante”, legnoso, perfino antipatico per la sua ostentata fierezza taurina da uomo troppo (ri)posato, calmo, ieratico, adatto a ruoli da “prete” o da gesuita, come dimostrerà il prossimo, “attualmente girato”, Silence del nostro maestro Scorsese.
Uomo invece “mission”, specializzatosi in ruoli d’azione veloce, scattante, ove la propulsione delle sue viscere, apparentemente rilassate, scoppia in fragorosa isteria della violenza acu(i)ta, taciuta, (s)fumata in sigarette dondolanti nelle sue sottili labbra che “tirano” a campar tra un film e l’altro per “pagarsi gli alimenti”, amene, mena Liam, ammirando, nelle poche pause vacanziere, essendo indomito stacanovista indefesso e scafato, le pianure verdeggianti in quel degli “scrosci” temporaleschi delle sue terre natie irlandesi.
Invece, mi sbagliavo. “Borbotta” Liam nel suo nuovo “mentore” Jaume Collet-Serra, dà botte, spara, “espia” quasi sempre una colpa, storie di vendetta o redenzione, ove prende il suo (ex) Taken, e vi troverà…, costi quel ché “costole” spappolate, (s)lanciate da grattacieli “a strapiombo” su asfalti inseguitori, da mozzar il fiato come donne che poc’appaiono in tali robusti film di genere, (s)fatti di cattivi invece vi(ri)li che cattivi (non) sono, d’insonnie, di corri tutta la notte per non farti acchiappare ma afferrandoli per le corna quando si distrarranno.
Non s’annoia Liam, e non più m’annoia, s’è splendidamente riciclato in questo Non-Stop d’interpretazioni “tagliate con l’accetta”, da “boscaiolo” del mirino, da corridore, appunto, della sua bellissima, “balistica” sessantina di primavere ben tenutissime, un “tenente”; un criminale con qualche conto in sospeso, un salvatore nelle sue increspate, stanche, malinconiche rughe “rigose”, perfettamente asimmetriche, “paciose” non tanto, concilianti con l’esplosiva brutalità che riemerge da sopiti (trasc)orsi suoi, molteplice faccia all’apparenza identica in tanti speculari “modus operandi” della variazione sul tema profumo revenge.
Pullulano così, che spettacolo, i ruoli fatti su misura della sua possanza, un duro altissimo, quasi due metri, stando alla carta d’identità, dagli occhi “minuscoli”, muscoloso, un “killer” con l’aplomb dei sicari di Taiwan, con la filosofia recitativa “zen” da Guerre stellari o da versione “americano-cinese” d’uno stile minimalista “ad occhi a mandorla”. Non a caso, da tempo, desiderano che giri un johnwooiano “sparatutto” mixato alla Johnnie To. Neppure sf(i)orato, un attore rinnovatosi, affatto sfiorito.
La nuova front(i)e(ra) di Liam.
di Stefano Falotico