“Hook. Capitan Uncino”, Review
Non bannare il tuo Peter Pan
La vita, rapporto complicato che di tante attrattive illumina lo speranzoso cammino quanto turlupina dietro ricatti meschini.
Perdi l’attimo fuggente dell’adolescenza più sognatrice, l’indole dissacratoria del tuo giovane birbante è oggi imborghesita in una maschera seriosa. E soffri, non hai il coraggio di ammetterlo, semmai bofonchi solo che è dura ma questa è, e a tale tutti “dobbiamo” attenerci.
Dov’è finito il fanciullino spiritoso, oggi riposto in un “adulto” spaventosamente bifronte nella sua infantilità gelida?
Ah sì, scuse su scuse, “ammonticchi” cancrena e ti sei blindato in una “compostezza” che a chi vive davvero… fa indubbiamente pena. Alba grigia, alibi immarcescibili.
Tu che ora sei sempre assalito dai dubbi, timoroso e “in carriera” molto innaturale al tuo inconscio più intimo. L’hai rinnegato ma non è avvenuto così… di colpo.
La tua anima hai mangiato senza neppure esserne “sf(i)orato”. Processo congestionante del growing up, d’una laurea e poi il matrimonio, quindi i figli e il mantenimento, tuo e loro, oppure vuoi mantenerti freddo al gioco della sorte di tutti?
Ah sì, certo. La casa costa, il lavoro sfianca, la testa “refrigera” a temperatura stagna, la poesia hai abbandonato, per “adattarti” a quel che “è” l’indiscutibile andazzo.
Un po’ si campa, se la si cava, si guadagna, si va avanti, si “cresce” o si torna indietro?
Eh sì, mio Robin Williams. La faccia deve rispettare il “canone formale”. E non “deformarsi” nell’eterne “bambinate”. Sogna sogna! Ma cresci, per Dio!
Hai una “reputazione” da difendere. Mio avvocato d’azienda… cosa penserà la gente se troppo scherzi?
Eh no, sei persona “brava”, anche tu nel bavaglio sociale, se vuoi volare senz’ali tarpate, ah, ti derideranno anche gli “infanti”.
Non regredire da “elefantino”. Ora, è Tempo di morire… tu che ti credi “qui”.
Lo stress è a mille, si profila la fine del viaggio. Forse, eri già morto al primo “stipendio”. Un “posto di blocco” della coscienza. Una volta sistemato, va da sé che la vita “deve” andar così e non può tornar indietro.
Hai già dato… e, intristito, canticchi l’acido “candito”. Oh, come tutti cadenzi la funebre danza. Manca poco e ordinerai un loculo al cimitero che possa appunto, ermetico, chiudere ogni respiro.
Ti sei sigillato. Mah. Ci sono le fighe al silicone. Ah ah!
Peter Banning, che cazzo fai? I tuoi figli amano te, padre assente che però “firma” il lor scolastico libricino delle “giustificazioni”. Te ne lavi le mani con una stilografica, sei l’incarnazione delle burocrazie “mantenute”. Prometti e assegni emetti. Un altro (suc)cesso messo a segno.
Ah, lo colgo dai tuoi occhietti che sei ancora un furbetto, mio volpino…
Non mi hai convinto. No, non te la passi bene. Sei ricco, ricchissimo ma dentro, immiserito, stai sempre più immalinconendoti. Ah, contenendo va il finto contento. Ma non te la godi. Le tue son pallide gotine.
Solo un “grave” evento può di energie “ingravidarti”. Qualcuno rapisce i tuoi bambini.
Appare Campanellino nel darti la sveglia. Quel Capitan Uncino è come Mefistofele del “Faust”…
C’è un conto in sospeso non saldato. Quell’Uncino ce l’ha con te. Che cornuto! Un cane rabbioso che vuol combinartela sporca. Quell’orco perse afflitto dinanzi alla magnificenza della tua innocenza.
L’hai sconfitto nelle sue certezze. Ma non ci sta. No, gli rode il fegato. Allora, vuol farti incazzare.
A te non frega mica tanto, d’altronde. Non esiste mica l’Uncino. Avrai bevuto troppo, è tutta un’allucinazione. Ah, una dormita tranquilla e domani la vedrai più cinico di ieri. Che nottataccia.
Ah, che sbronza, sei proprio rincoglionito Peter. Adesso anche Julia Roberts rimpicciolita che luccica al crepuscolo. Ma non era una lucciola pretty woman?
Ti “sedano”, e ti trascinano all’“Isola che non c’è”. Caro Banning, guarda che non è male la musica di Edoardo Bennato…, quell’Uomo ruggiva come Enrico Ruggeri…
Giungi all’isola (altro che quelle dei famosi…, noi crediamo alle favole, non alle compravendite della prostituzione…), e il tuo duellante è proprio quel “timido” di Dustin Hoffman.
Ma guarda un po’. Dustin, mezzo rain e little big man, adesso ti sei montato di gigantismo? O è lo Spielberg più geniale che ribalta le prospettive iconiche?
Eh già. Robin Williams il sognatore, qui utilizzato nella disillusione. E Dustin il “nano” ad adulto mostruoso.
Però, devi ringraziarlo… questo Dustin t’ha ridestato. Se non era per la sua cattiveria, eri già nella fossa. Invece, adesso lotti da leone.
T’eri impecorito, t’eri smarrito mio “forte” agnellino. Eh sì, avvocato quasi alla Gianni Agnelli. Mah, sfruttava gli operai della FIAT e poi li “addolciva” coi cioccolatini omonimi.
Tanto erano dei “fessi”. Pane e circo, circuizione a base di tifo juventino. Eh sì, il povero Cristo pensa alle “stellette” della squadra “migliore” con più scudetti. Se non s’accontenta, “ficcagli” un paio di tette in tribuna.
Ecco i (con)tributi…
Ce la possiamo dire? Questo è Cinema grandioso. E ho sempre adorato Hook. Perché Peter Pan sono io. Lo sono sempre stato. E lo sarò.
Sono un favolista, non amo la “realtà”. La realtà è una merda. Preferirò sempre Jim Morrison a una moto, il mio “moro” saraceno all’aceto del buono…
Sì, questo è Spielberg. O meglio lo fu. Poi è “cresciuto” e ora gira film che sembrano un trattato palloso di Storia. Se voglio sapere delle imprese di Schindler, vado in biblioteca e lo ricerco.
Così come se voglio addivenire alla “genealogia” della presa della “Bastiglia” da parte di Barack Obama, non guardo Amistad. Ché mi sta sul cazzo chi è pedante e pedagogo. Da me, solo peda(la)te.
Credo negli alieni, sono un E.T. io stesso. So che puoi incontrare lo squalo in questa marea di stronzi che galleggiano…, ma opto per il mio Richard Dreyfuss. Un po’ pazzo, un po’ Truffaut, un po’ incontri ravvicinati del terzo tipo, altro che le zoccole del Condom(inio).
Sì, questo è un capolavoro proprio perché spudoratamente “sciocco”. Senza paura del ridicolo. Come dev’essere un Uomo.
Al che, un mio amico mi guarda fisso negli occhi…
– Stefano, penso che tu sia sempre stato un genio. Qualche “grande” voleva “rimpicciolirti” per ridimensionarti alle sue piccinerie. Ti ha spezzato le gambe. E gliel’hai amputate… tu. In gamba, eh?
Speriamo non di legno(so)…
Meglio “Paperino”. O no?
(Stefano Falotico)