“2001: Odissea nello spazio”, Review, camera con vista!
La scimmia sa–piens poiché pensando è già allunandosi e cosmogonica, penando d’eterno le pene eteree dell’erectus!
Non ho mai recensito…
il capodopera di Kubrick anche se, distinguerlo di prima posizione, è già un grave torto agli altri indiscutibili, indissolubili capolavori.
Del Maestro non son stato “bravo” a descriverne la grandezza, “limitandomi” a decantar il suo genio, giudicando a priori troppo ovvio scrivervi “sopra”.
Ma, riflettendo, perché non vergare il mio essere e inciderlo nel magnificare chi tanto m’emozionò e sempre, spazialmente, illuminerà indimenticabilmente la mia anima mentale?
Questo non è un film, chiariamoci subito. E ognuno è libero di speculare… ad allegorico suo dolce naufragarvi, adorarlo e di chiome fruscianti nell’assoluta Bellezza maestosa sprofondare ove il Cinema sfiora le profondità adamantine, io così l’ammanterò di “filosofico” e personale omaggio.
Circoscriverlo in un riassunto didascalico è reato se ardir mio “fu” già qui incensarlo a gusto estatico di quel che “vidi”, vedrò domani mutate…
o trasformandomi a balzo di nuove scoperte incantate.
Le incognite esistenziali… essendo uomini siam figli degli animali.
Discendiamo dai pesci di lacustri primitività, poi “assurgemmo” eretti o più rettili nell’evoluzione d’un malsano “progresso”.
Pontifichiamo ora sulla Scienza ma siam sicuri di non aver pattuito un viscido ed esecrabile patto, o “parto” distorto, con la senescenza più (in)dotta, quindi involuti a casti liberi arbitrii che, in quanto ammortizzati dal civil “quieto” vivere, han perduto la gloria dei sensi nostri più gioiosi e istintivi? Non so, scorsi uno scorcio “interminabile” d’ore altrove nel risorgere, roteai per frammenti onirici…
d’un viaggio interplanetario a mistiche erudite…
anche arrugginendo la mia “calma” omeostatica, sul vi(b)rar nel meandro ignoto del buio, degli squarci viventi dei primi esseri, scimmie “cattive”, signori delle mosche…
per iniziali egemonie dell’entropie, del caos, della baraonda, del vertice gerarchico da “dominatori” dell’Universo. Ma c’è tanto da “esplorar(ci)” e, a ogni stella od ostacolo, carpiamo vividissime, soavi e ancestrali, quindi catartiche, luminescenze.
Abbasso le odalische.
E i profeti di chi vince di pesca.
Dolor piacevole delle rifrangenze emozionali. Questo è l’Uomo.
Ogni passo in avanti è uno indietro per assaggiar le sue orme, l’impronta “digitale” dell’anima.
O dell’animismo nostro da cacciatori notturni. Alle fiaccole arse nella paura di rimaner soli con un Sole a divinatorio idealizzarlo in qualche Dio o entità sovrannaturale.
O-nanismi! Un lungo “sonno”.
E si riparte in quinta, a razzo d’una navicella, galattici nello scibile sibilantissimo d’una astronave-caravella. Cristoforo Colombo non s’accontenta più sol, appunto, dell’America.
Quel che bolle in padella è un uovo concentrico.
Le frontiere abbiam “contaminato”, la Luna è un cratere issato al monopolio americano, Armstrong “gigante” o noi nani dinanzi alla vastità del “buco nero?”. Che non è soltanto salto temporale ma indagine nell’ego di noi vicini a Dio mai conten(u)ti.
Titanismo, manie d’onnipotenza.
Perché coltivar l’orto quando possiam fluttuar fra le meteore dorate? Cosmici perché la vita terrena è oramai epidemia di lotte insulse, d’inusitata prigione a noi già di “umanità”, per sua stessa origine, sbarrata nel “confino”. Sconfiniamo! Vai, orsù azioniamo i raggi motori dell’ambizione sfrenatissima, involiamoci fratelli nel “vuoto” da riempire, di pianeti e conquiste, troppo disumano astio c’ha resi vittime del sistema triste. E pariamo antropomorfi.
Amorfissimi. Ammorbati!
Dov’è quella scintilla vitale del nostro monolito?
Ah, monolitico fratello irrigidito, affidiamoci ad HAL 9000, a bordo del PC piccino di queste craniate da troppi gigabyte.
Ci eravamo imbalsamati!
Abbiamo registrato tutto tanto da smarrir la memoria.
Che amnesia.
Quel computer invece sa tutto…
un’enciclopedia del nostro “navigatore” reminiscente.
Forse, dobbiama apprendere dai più viventi antenati.
Perché ci siam alienati.
Quanta tecnologia ma poca vita!
Io, Robot e invece la macchina si ribella Terminator e distrugge il primordiale, grande, immane Sogno! Ah, che brodaglia!
Qui c’è Asimov a far capolino, linee d’una narrazione antilineare, allineata a puro Kubrick liquido e oltre.
Oltre tutto, anch’egli come tutti dubbioso.
Chi sono? Da dove vengo? Perché ebbi quello svenimento?
E cos’è l’innamoramento?
Ah, sto diventando un demente.
C’è però necessario bisogno d’infantilizzare la coscienza, voglio cullarla bellamente nell’amniotico scioglimento.
Mi son ghiacciato, dunque bruciato, spazio sì da una rotta o forse già distrutto.
Stanze coi bottoni, eyes wide shut profetici della rivelazione a un semplice “Scopare”.
Cos’è o chi è-sarà più greatest?
Orson Welles e il suo Quarto Potere o il mistero…
di Stanley, shining del genio sempre al di là?
Scettico, ateo, ad ampliare gli orizzonti di gloria, a metterci in guardia da ogni guerra, ché genererà solo mostri d’una clockwork orange a base del nostro Gulliver.
Oggi ci crediam grandi, “arrivati”, domani ci svegliamo…
microscopici a fissarci l’ombelico coi telescopi.
E ancora ci facciamo… tanti problemi quando scopiamo.
A Lei non piaci, sei troppo “a scoppio”, scappa.
E dove cazzo va?
Al circolo, vizioso del cucito alla sua bocca (im)morale.
Ah, voleva morderlo e invece s’è trattenuta.
“Ingoiata” da sola, come te, come me, chi più ne ha e più lo (e)metta. A manetta… Sì, questa esistenza è un film anche satirico da Dottor Stranamore…
Un pamphlet che cambia forma, inquadrature, geometrico in cui Nolan può sol che sognare Interstellar da quattro “saldi”.
2001 è Lui. IT! Qui è gravità.
Il resto son articoletti di critichetta e di qualche cretinetto oggi fottuto, non solo da Nolan, ma anche dal nulla.
Potrei scrivere per ore su 2001, ma è il 31 Luglio del 2013, piena Estate. Stasera, mi guarderò ancora 1997 di Carpenter.
Poi, ho da pensare anche ai miei sogni.
Non ho mai visto dal vivo New York ma son sempre con la testa a Los Angeles.
Buona visione. Buona quella, me la farei.
Buona Notte, speriamo con Lei nuda.
Plenilunio. E “ululo” alla Doc–Zemeckis non sporcone del “Porco Giuda” ma in grandi gioie, oh sì, “Grande Giove!”.
Che figa Angelina Jolie!
Ricordate: life is back to the future.
Se non mi credi, solo rimpianti e aste piantate.
Fidati, io ho fiuto.
Applauso!
(Stefano Falotico)