Stranger Things, puntata finale
Il sottosopra
Ebbene, siamo arrivati alla fine emozionante del viaggio. E in un’ora circa, poco meno, i fratelli Duffer forse non hanno il dono della sintesi e allungano stavolta un po’ il brodo. Dopo però i troppi buchi narrativi visti nelle puntate precedenti, qui nessuno “sbalzo di temperatura” e una narrazione che corre via dritta sino all’esplosione finale in cui tutti “demogorgoni” vengono a Undici. Magia della commozione, un addio di Buonanotte laconico che si rivela spiazzante e fa quasi piangere. Ma il mostro è abbattuto e promette di tornare in una seconda stagione. Come da “rivelazione”.
Come avrete capito, leggendo le mie mini-recensioni, non ho mai voluto svelare i (det)tagli della serie per non (s)contentare di spoiler, anche se qualcuno l’ho fatto.
In conclusione, è già stato detto tutto e di più. E poco ce ne importa, ripeto, dei buchi di sceneggiatura e di qualche scena forzata. In fondo, il prodotto è rivolto a un pubblico soprattutto di giovanissimi. Le citazioni si son sprecate, ma quest’omaggio ai cult anni eighties ci ha reso entusiasti.
di Stefano Falotico