Logan Trailer e pensieri da cacciatore

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Hugh Jackman possiede un non so che di Eastwood che mi affascina e in lui magnetizza, parimenti alla sua barba incolta che, come la mia, ha la rudezza d’un uomo ruvido d’annata, scolpito nella pietra, anche filosofale, di un deer hunter deniriano miscelato alla fisiognomica delle killing season. Rimembro così, nella specularità di tal similarità identificativa, la mia sobria malinconica che ripugna le creme di cioccolato e le immersioni nella morbidezza sociale, prediligendo la “somatica” un po’ somara della misantropia animalesca laddove nacqui puro e primigenio di tatto da “orso”, forse da or(z)o. Il caffè! Pioggia di melanconia in stagni acidi del torpor cutaneo che s’inebria nel muscoloso pian(t)o con “allegrino” delle giornate meste, a pene rimestare, adombrato per carattere color amianto e dunque un po’ nella “tristizia” annacquato come polvere sul selciato di una periferia ai margini di me stes(s)o in adorazione delle verdeggianti colline e del Sole opaco nell’oscurità del suo fuoco ardente, “al dente” per la brace del mio cor(po) solidificatosi nel duro di tutto, anche d’una melodia bella come questa balla(ta).

di Stefano Falotico

 

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