Francis Ford Coppola, basta il nome, il resto sono capolavori

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Francis Ford Coppola, a mio avviso, e non sono il solo a crederlo a spada tratta, è uno dei più grandi cineasti degli ultimi quarant’anni. Quando si pronuncia, spesso a sproposito, la parola Maestro, ecco… dimenticatevi delle scamorze e “assurgete” Francis a tale meritatissima nomea.

Su Facebook, compare uno dei tanti quiz-giochetto. Viene chiesto ai “visitatori” della pagina quali sono, secondo i loro gusti personali, i migliori film del grande appunto Francis Ford Coppola.

Calmissimo, rifletto per tre secondi netti, qualche battito di ciglia “confuso” e, di piglio deciso, stilo sciolto la mia classifica. A non aspettare un “frame” in più. Perché è tutto perfettamente registrato nella mia mente da anni, e quest’archiviazione mnemonica non penso che la cambierò, modificando la “traccia visiva” di preferenza simil “playlist”. Quindi, “sigillo” i nomi in ordine di favoriti. Il mio “De gustibus” alimenterà una disputa? Eh eh!
Io non sono… fluttuo fantasmatico d’emozioni dell’anima a Cuore battagliero diergo sum anche ad Est, intrepidissimo come un vichingo apparentemente freddo ma inver forgiato nel vento del sangue “a pelle” del viversi, vivere e soprattutto sentire. Sento la lama dei dolori, quelli che spaccan dentro nei tormenti alla Dostoevskij, quelli che m’incendiano e mi fanno innamorare di una ragazza anche solo perché ha ammiccato con aria furba a mo’ di sfotto al mio sognarla, invaghito perso o più d’una semplice, banale infatuazione, da perderci il sonno, bere dal “frigorifero” sghiacciato su termometro cardiaco, scuoiarsi per attimi che non ci saranno o forse la “concretezza” di metafisiche piacevoli, agro-dolci, fritto in padella, bollente in pentola-penzolante o una pizza capricciosa d’asporto. Ché il pomodoro “vampirizzi” la tua gola meglio d’un succhiotto sospirato, per cui ti sei sgolato assetato della sua… (in)toccabile, e la mozzarella sia sposata a del vino di Notte in bianco, ubriaca, tremolante, prossima al salto giù dal balcone perché è un “incubo” insopportabile desiderar di desinare con quella ma rimase un sogno di “Voglia saltami addosso”. Meglio la capricciosa di uno stuzzichino.

1) Apocalypse Now, come si puà non idolatrare un film che è un’esperienza irreversibile? Che ti cambierà per sempre. Che inizia con Jim Morrison “laconico” nell’esplosione sanguigna della fotografia di Vittorio Storaro, la linea d’ombra che serpeggia nel “cameo” d’un Marlon Brando onnipresente anche se assente sino all’ultima mezz’ora, un carisma che aleggia, ti spalma nella giungla, respira nelle ansietà d’un magnifico Martin Sheen allucinato, “spaventato”, distrutto, “inesistente” come un ectoplasma o i ventricoli vivi dei plasmi radiografici, intrecciati a un’anima scucita, slabbrata, arrabbiata, uccisa, morta o a rinascere?

2) The Godfather 1 e 2…, fratelli della congrega, una saga perfetta, che cede un po’ nel terzo episodio, ma dominata da un Pacino titanico, che eredita Marlon Brando, sempre Lui come canta Ligabue, e un Vito “ringiovanito” nella secchezza abrasiva, “muta” d’un De Niro nell’unico, inimitabile Oscar per lo stesso Corleone. E poi James Caan, Duvall, Diane Keaton più mitica di tutti gli Allen messi assieme. Infatti, Diane ha dichiarato che Woody è stato un bellissimo amore ma Pacino è eterno di un altro livello. Perché Pacino è il “Diavolo”…

3) Rusty il selvaggio, che puoi dire, detrattore, davanti al più strepitoso Matt Dillon che non sa neanche come abbia fatto a essere così Dillon, al Rourke epocale, all’atmosfera B/N di fluorescenza “ad acquario?”.

4) Dracula di Bram Stoker, be’, qui cazzo c’è l’Oldman che, se fossi Winona, mi farei leccare il seno migliore degli anni ’90 in werewolf.

5) La conversazione, Gene Hackman è Dio. Ricordatelo, figlio di puttana. Ti “spia”.

6) Peggy Sue…, insuperabile, meglio di Ritorno al futuro, lo stand by me più malinconico della Storia del Cinema. Chi non l’ha capito, non vale neanche la merda della sua stronzata vivente.

 

Personalmente, mi spiace che, per contrasti produttivi, nonostante sia detentore assoluto della Zoetrope, non sia riuscito a realizzare la sua versione di Pinocchio, per cui aveva scelto De Niro e Pacino nelle parti de il Gatto e la Volpe (anche se mai rivelò chi avrebbe interpretato il Gatto e la Volpe, io avrei visto bene De Niro come il gatto, sobrio, con la sordina, a oscillar il capo simil C’era una volta in America, “tonto” e sornione, Pacino invece come il volpone, allucinato, folle, nevrotico e “coglione”), e Megalopolis, che era già quasi pronto per le riprese. Il parterre degli attori designato… roba da strapparsi i capelli, straordinario: sempre De Niro, poi il nipote Cage, Russell Crowe, Liam Neeson e Kevin Spacey fra gli altri. Peccato.
Comunque sia, Ligabue Luciano vale Marlon Brando quanto tua sorella-zitella che lo ascolta ancora fra cosce e zanzare.
A questo rockettaro di Correggio, solo che scoregge. E, se non gli va bene l’evacuazione, aria! Ah ah!

Personalmente, non ho mai capito l’adorazione per questo Luciano, così come non capisco per quali ragioni grottesche lo zotico Vasco Rossi “mieta” vittime d’ogni generazione. Entrambi sono dei debosciati, degeneratissimi

Luciano è indeciso fra Elvis Presley, la patetica imitazione di Springsteen e un piatto di tortelloni con burro e salvia su croce a petto villoso, Vasco “lecca” quelle che si fan vasche nel “centrino”. Insomma dei poeti per gli ignoranti.
Mi tengo la “coppola”. Non Sofia perché, appena la vedo, mi vien il voltastomaco.

Da racchia figlia d’Arte fu, oggi è “regista” di un somewhere. Non si sa di che e di quale luogo.

Ciao.

(Stefano Falotico)

 

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