Twin Peaks, episodio 8, il Revival

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Prosegue il delirio lynchiano, sconnesso, frammentario, illuminato da squarci lirici degni della sua nomea, un viaggio “pestilenziale” nelle zone inaccessibili e remote dell’animo umano. Ho saltato, se non ricordo male, il settimo episodio, ma è tutta densità “lineare” nella sua contorta successione di puntate, e quindi sarebbe pleonastico “cesellare” anche quello, un tutt’uno con questo ottavo e con gli altri. Qualcosa dev’essere successo nel 1945, un’atomica nel Nuovo Messico e forse ecco da dove è stato partorito il fantasma di Bob, che alcuni “spaventapasseri” zombeschi fan resuscitare dal cor(po) ucciso di Cooper. Sheryl Lee/Laura Palmer è stata “designata” in un altro spazio-tempo, alle origini della Loggia e dal magma di un “maggiordomo” esoterico. Rimane forse l’episodio creativamente più folle, spaventoso, con parecchie scene disturbanti al limite della censura per l’orario in cui negli Stati Uniti l’antologia viene trasmessa. Insetti volatili sguscianti da uova gigantesche che entrano “di soppiatto” nella bocca di un bambina sognante, mentre la radio è presa di mira da un “mostro” macchiato di nero, e la notte si tinge ancora una volta di mistero.

di Stefano Falotico

 

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