“Collateral”, Review
Collaterali “simbiosi” a digital palpito della Notte tenebrosa
Melodico l’inizio si staglia acquatico. Danzando negli occhi della mortalità sensuale d’una fighissima Jada Pinkett, moglie statuaria e longilinea del “bel” Will Smith, e già crepuscolar la Luna si tinge d’ebano a iridi “fratturanti” delle visioni a colore di “giada”. O di giallo intinto che plana atmosferico e “granuloso”, sporco-lucido, sul noir stupefacente, magnetico fin da quand’appare Tom Cruise in “vesti” doppiopetto di (ir)ridente cattivo. Sì, Mann lo in-taglia “flemmatico”, eppur scattante di mdp “lagunare”, conficcata fluttuante in carisma fascinoso dell’eterno Tom. L’incarnazione assoluta degli anni 80 per una reinvenzione-“distruzione” iconica del sex symbol d’antan, felino, revisionato e plastico su movenze mature ma d’anima scura, ambiguità sulfurea che intravediamo già “lapidariamente” corrugata. Pochi, “impercettibili” e liquidi battiti di ciglia, “incastonati” nell’occhio furbo del Maligno… Tom.
A orbita notturna di speculari giochi oculari con la nemesi, Jamie Foxx, “tranquillo” taxi driver dal tramonto all’alba. Quando cala il Sole, Los Angeles è l’isteria misterica del Michael Mann più futurista. Dinamico, incendiari scontri duali fra Bene e Male, face to face anche di “retrovisore”.
Un passeggero, un cliente come un altro, con la ventiquattrore che dura troppo. Ma chi è Tom/Vincent? Il metronotte dell’incubo più pauroso, dell’imprevisto che hai sempre “sospettato”. La paura inconscia che, “dietro di te”, un’ombra indecifrabile minacci l’incolumità. Il fantasma del tuo “abitacolo”, il morto che cammina al buio del tuo loculo. Sì, te la dormicchi Jamie/Max, un lavoro che nessuno vede, mentre tu osservi “onesto” la fauna metropolitana. Vengon fuori gli animali più strani… come un Paul Schrader di reminiscenza metacinematografica nel Travis Bickle davvero killer, un sicario ero(t)ico dal brizzolato Tom villain. I minuti si stan scandendo e “scaldando”.
Tutto a posto? No, per niente. Calma apparentissima tra le fluorescenze di palme nautiche al neon… Al nero presto detonante, al vividissimo, rapito battito cardiaco che, tremolando esterrefatto, aspira la “dolce” violenza del compagno di viaggio… E, da chiacchiere formali, formato “giacca e cravatta al come ti va?”, si passa al silenzia(to)re inaudito. F(r)a spavento, ma tieni chiuso il becco.
Vincent non è Hanna di Heat, è un “agente” sotto copertura nel (narco)traffico.
Egli come un leone sbrana, uccide, ammazza e, se non starai zitto, potrebbe freddarti, così come l’“adrenalina” della fotografia “schiacciata”, bellissima da rimanerci secchi.
Max sei stato imprigionato al gioco intrappolante del gatto al topo, Tom ha faccia da “criceto” ma è un “castoro” che t’ha incastrato in un gran casino.
E ora che si fa? Hai una calibro puntata alla tempia del tuo “pedaggio”. Devi solo salvarti. Resisti, resisti Max, contro il Diavolo adotta la stessa strategia “balistica”. C’è però un piccolissimo problema. Sei l’unico testimone dei suoi omicidi. Sei sicuro che, finito il giretto “turistico”, Vincent ti risparmierà lo “sconto?”.
Eh sì. Allora, attendi l’attimo giusto, strappagli la pistola, o estraila dal cruscotto, e sii “ordinanza” da giustiziere puritano. No, non fare cazzate. Vincent è un esperto di tecniche di “guerriglia”, basterà un’incertezza e la tua vita volerà in Cielo, fra tanti “buoni” che nessuno ricorda. Ma poi sei davvero un puro? O anche tu crepi(ti) sfumato e dalle tinture ingrigite?
Anche Mann “cade” volontariamente nel terzo “incomodo”, Lei…
Tom non è esente da pecche. Sbaglia anche lui talvolta la “mira”. E il bersaglio facile diventa una “gatta” da pelare… Così, passa il Tempo e si fotte da solo.
Cacciandosi nel vicolo cieco d’un dissanguato métro . Fine della storia.
E dell’orrore. Forse.
P.S.: non ho citato a caso Taxi Driver. I produttori avevano pensato a De Niro per la parte di Max.
Ma, al posto (“a tavola-pilota”) del neo “invecchiato”, han scelto un “nero” più “giovane”.
Chissà…
(Stefano Falotico)