Twin Peaks, episodio 18, gran finale di stagione
Ebbene, ardimentosi ammiratori sfegatati che avete seguito quest’opera magna sin alla fine, contrastando chi definisce Lynch un artista oramai senile e “troppo lento”. Noi ci siam incantati dinanzi a questo capolavoro “interminabile” che è finito o forse no. Una chiusura del cerchio che lascia aperte, come volevasi dimostrare, incognite abissali. Cooper diventa Richard e Diane… Linda, mentre “resuscita” Laura Palmer che vive in una “casetta in Canada” sperduta nella provincia più lercia di peccati e anonimato. Cooper la vuole riportare indietro, a Twin Peaks, ove l’incubo-sogno è iniziato, e sarà una lunga notte pervasa dal silenzio, dai tremolii di ricordi che si smarriscono nella coscienza. Giungono a casa, ma la casa non è abitata da Sarah Palmer, o forse sì. Il nome di Laura echeggia spettrale nel buio più minaccioso e Laura si “sveglia”, urlando spaventosamente. Cooper non sembra più lui, qualcosa di Dougie Jones gli è rimasto addosso e cammina, nelle scene finalissime, come uno zombi. Che siano rimasti intrappolati in una realtà parallela ove il Male esiste, esisterà sempre e non si può sconfiggere? Laura lo capisce e agghiacciata grida all’impazzata, mentre quelle paroline all’orecchio… lasciano il dubbio nei mesmerici titoli di coda. Apoteosi della bellezza, richiamo alle nostre origini umane, dunque sognanti.
di Stefano Falotico