Harvey Weinstein era un grande produttore “malato” di sesso? Be’, Stanley Kubrick era un “misantropo” amante dell’umanità
Il caso Weinstein sta travolgendo Hollywood e non solo. Quando c’è uno “scandalo”, i benpensanti aprono bocca, sparando spesso delle superficiali scempiaggini, e la cronaca mainstream semplicemente lo etichetta come orco e persona disturbata da curare. Le donne, anche gli uomini, lo rivestono dei peggiori appellativi, quelli che un uomo non dovrebbe mai “indossare”. Poi, devo anche leggere e ascoltare inesattezze terrificanti e bestiali. Premetto e sottolineo che a me le inesattezze, ma soprattutto le insensatezze pressapochiste, mi sconcertano, turbano enormemente e vengo colto da soprassalti d’ira funesta. Qualcuna scrive, ad esempio, ridimensionando gli atti di Weinstein, che lui in verità non ha stuprato nessuna, perché gli stupri “veri”, secondo lei, sarebbero soltanto quelli aberranti e silenziosi fra le mura domestiche, quelli in guerra e nei paesi del Terzo Mondo. Il resto, a suo avviso, appartiene a un’altra categoria. Quale sia questa fantomatica categoria non lo specifica. Ora, a grandi linee, di primo acchito condivido il suo pensiero ma poi, riflettendoci profondamente, quasi lo disgusto. Esistono vari tipi di “stupro”, se vogliamo chiamarli così. Abusare del proprio potere per ricattare psicologicamente, in maniera pressante e asfissiante, chicchessia, è altrettanto mostruoso, esecrabile e fortemente condannabile. Quindi, il signor Weinstein, a mio modesto parere, si è macchiato di un crimine atroce e imperdonabile. Nonostante, recentissimamente, io stesso abbia ironizzato e sdrammatizzato.
Detto ciò, chi lo accusa di essere un malato di mente sbaglia. In maniera oscena. Già, io, nei miei ideali di libertà e rispetto assoluto del prossimo, considero malati di mente soltanto quelli, che ne so, che vedono la Madonna che ordina loro di ammazzare qualcuno. Ecco, in questo caso, indubbiamente ci troviamo di fronte a una persona con gravissime alterazioni del pensiero. Per i rimanente casi, spesso parliamo di persone complicate, con turbe che, tutto sommato, rientrano nella norma, persone ansiose, depresse, con poca fiducia nella vita o perfino troppa tanto che, quando vengono deluse, esplodono in crisi “pericolose”.
Dunque, personalmente considero Weinstein soltanto una persona, come tantissime nel suo ambiente fin troppo libertino, e non mi spingo oltre altrimenti peccherei di terribile moralismo, lungi da me… ecco, un uomo avvelenato da quel tipo di sistema a cui piaceva inevitabilmente il sesso. E, se poteva farlo con ragazze giovani e deboli, per lui era tanto di guadagnato. Ne godeva come un riccio. Anziché denigrarsi e farsi schifo, credo che invece lo facesse sentire ancora più autorevole, potente e “ricco”.
Tutto qui. Lasciamo stare le “cliniche per la disintossicazione”. Ripeto, scemenze.
Ora, che c’entra Kubrick? Infatti, non c’entra, ma io lo ficco sempre ove mi pare, ah ah.
Non mi considero un grande intenditore del suo Cinema ma sicuramente lo sono di più rispetto a tanti che lo osannano come genio soltanto per sentito dire.
Un ragazzo viene da me e m’interroga in materia…
– Secondo lei, signor Falotico, Arancia meccanica cos’è?
– Fratello, è un film sulla violenza della nostra società. Alex commette uno stupro violentissimo, agghiacciante, e il sistema violentissimamente, nella maniera più “indolore” e “dolce”, lo annulla come persona. Un film di (im)potenza immensa.
– E Shining?
– Un film sulla follia. Follia che nasce dal nulla, da echi del passato, dalla solitudine, dalla noia, un film sul rapporto orco e Pollicino, padre “adulto” e figlio “sognatore”, su quanto di orrendo può esserci nell’animo umano.
– Eyes Wide Shut?
– La moglie di un medico piccolo borghese gli fa una confidenza erotica, innocua nella sua purezza. Il medico, da “par” suo, rimugina e s’arrovella, non trova pace. Gli son bastate due paroline “storte” per farsi il viaggio… nella notte dei dubbi, nella notte delle incognite.
Insomma, amici cari, come va il mondo lo sappiamo, noi, lupi di mare. Non ci venissero a raccontare favole e fave…
Ora, come poteva essere un misantropo, come Kubrick, amante dell’umanità? Semplicemente perché non lo era. Altrimenti non avrebbe esplorato l’animo umano.