Più che voglia di ricominciare, temo abbia voglia di radicarmi di me stesso pomiciare
Sono un uomo onesto… e anche lesto?! E il mio genio nessun arresta.
Molta gente assomiglia al De Niro di Voglia di ricominciare, a dirla tutta, non un grande film, anzi, tutt’altro, e non è la sede opportuna per recensirlo, ma di cui spolverai alcune scene. Ve ne cito una avente De Niro e DiCaprio protagonisti in una delle schermaglie che assomiglia tanto alla prepotenza barbosa di chi, credendosi fatto come uomo, “impartisce”, su chi pensa che pigro il suo patetismo patisca, violenze psicologiche a base di ricattatoria retorica. Un inno patetico contro il cosiddetto piagnisteo… ben venga, invece, lamentarsi e piangere in questo mondo. Ragazzi, finché avete voglia di verità e non vi vorrete annettere all’adattamento più impiegatizio, piangete pure e starnutite con foga le vostre ire. Accondiscendete questo sentimento combattivo, che non si accontenta della vita “normale”… e stronza.
De Niro, di tutte smorfie, con la sua fronte arrabbiata e corrucciata, rimprovera il povero Leo, dandogli addosso pesantemente di provocazioni bassissime…
Pensieri su cui meditare… nessun ragazzo facile allo spreco e alla negatività saprà affrontare le avversità. Si stancherà subito e si arrenderà. È il tipo che in genere manca di coraggio nei momenti cruciali, non sa accettare una punizione con il sorriso sulle labbra… non ti ricorda nessuno, grand’uomo?
Ecco, devo dire che durante la mia adolescenza, recalcitrante giustamente ad accettare le false regole di un gioco manicheo, poco compiacente i già corrotti adulti, fui invaso da invasati coi lor “puliti”, ah ah, messaggi velati o espliciti, subliminali e non… di questo genere. Genere di rimproveri che con me poco attaccarono perché, dopo essermi con furia incredibile, emancipatomi da tale oscena fase fatta di frasi atte forse a pungolarmi per “svegliarmi”… come dire, è un ragazzo in gamba, ma deve darsi una mossa, lottare per vivere e non amareggiarsi nelle sue meste e inutili melanconie, facili a sventolare bandiera bianca, prodighe solo a godere in modo quasi “criminoso” del suo sciocco piangersi addosso, posso asserire in tutta vanità che avevo ragione io. Perché da quei miei dolorosi, mal sopportati conflitti psicologici, dalla complessità di quelle patite sofferenze, da quel mio sempre rimandare la vita scema di tutti i giorni, dal mio fuggire immensamente, oggi sono un intellettuale che può guardare con sano disprezzo chi, a quei tempi, con tanta derisione e folle presunzione, volle “inquinare” il mio animo con le più bieche cattiverie, con la retorica stolta e ottusa delle frasi fatte. Non mi faccio, ancor da solo però me le faccio…, alla vostra faccia! Credo che la mia natura sia indissolubilmente fuggitiva, sempre in cerca di equilibri e, in questo navigar di perenni incertezze, rifuggo appunto da ogni prefabbricata, invero labile, adulta certezza incarcerante la libertà. Ora, mi si dirà che ho quasi quarant’anni e che dovrei finalmente, una volta per tutte, abbandonare le mie idiosincrasie verso un mondo che m’induce ancor fortemente alle più “vigliacche” ritrosie ma, nonostante l’anagrafe “attesti” questa “matura” età, posso dichiarare di tutto gusto che mai mi “aggiusterò”. Io, che vago solitario per le vie della città, emozionandomi quando il tramonto di questi giorni invernali così tanto si screma soffice nel suo rosato ammantarmi di svenevole romanticismo. Sì, perché nonostante non lo dia a vedere, no, non lo “do”, ah ah, da me mi lodo da lord, cari lordi e orchi, e nonostante possa apparire un tipo cinico, scostante e antipatico, sono un fanatico del cuore. Non delle stupide romanticherie, invece, credetemi bene. Un romantico nella sua accezione più antica e letterale, uno che si oppone alle ridanciane baldorie e ai sorrisi fatui della gente ipocrita, e balla nel canto “integerrimo” del suo viver armonicamente inquieto. Adesso felicissimo, l’attimo dopo incupendomi in pensieri neri che danzano con Edgar Allan Poe nel pallido plenilunio come il Joker di Jack Nicholson nel vostro Bat-Man derisorio che mi blandisce perché il mio sorriso, si capisce, è strafottente e nasconde invero tristezze figlie del mio amletico, perpetuo star a disagio nella folle folla.
Sì, la gente cretina ubbidisce alla morigeratezza più falsa e, quando vien punta nell’orgoglio, nelle sue “stabilità”, è capace d’inveirti e sputarti le peggiori porcate. Rivelatorie della loro pochezza, della lor “porchetta” e del lor cuor marcio. E si professava appunto matura… ma, per piacere.
Al che, mi sveglio in questa mattina che mi consiglia di dormire un altro po’ e di non “rinsavire”, poiché il mio animo non si può sposare, dunque spossare, con questi uomini che mi fan richieste pressanti, asfissianti, e metton su addirittura inchieste per indagare, come nell’Inquisizione più oscurantista, nel profondo dei miei dubbi, che ci tengo stiano sempre lì, turbolenti e indigesti, a non farmi rammollire nel comune, screanzato porcile tanto maligno nei riguardi, oh, che irriguardosi, del mio libero, inviolabile pudore.
Titanicamente misantropo e poi clown, con la lacrima da corvo, erompo in un sorriso stonato, quindi mi do alla poesia più alla mia pura anima intonata, cari rintronati. E bellamente striscio serpeggiante nel vostro viscido liquame, dandomi delle arie poiché son arioso e non soffoco nessuno, a differenza di chi strozza le volontà altrui per volerle castigare nelle più “docili”, quotidiane violenze morbose.
Firmato un uomo che fa i c… suoi. Come sempre.
Ma adesso lavori? Il mio lavoro è quello del genio scrittore che ha poco da condividere le idiozie dello sporco sudore…