Racconti di Cinema: Jimmy Bobo – Bullet to the Head di Walter Hill con Sylvester Stallone
Oggi recensiamo il film Jimmy Bobo – Bullet to the Head del grande Walter Hill, il regista del capolavoro assoluto I guerrieri della notte e di perle come 48 ore, Danko, Johnny il bello, Strade di fuoco, eccetera eccetera.
Jimmy Bobo – Bullet to the Head, il cui titolo originale è semplicemente Bullet to the Head, da non confondere assolutamente con lo strepitoso Bullet in the Head di John Woo con Tony Chiu-Wai Leung e nemmeno col recentissimo Bullet Head di Paul Solet con Adrien Brody, Antonio Banderas e John Malkovich.
Allora, da dove è spuntato questo Jimmy Bobo? Jimmy Bobo è il nomignolo col quale viene appellato il protagonista della pellicola, James Bonomo, interpretato da Sylvester Stallone.
La Buena Vista International, l’italiana casa distributrice della pellicola, prima della sua uscita nelle sale, indisse un sondaggio, chiedendo ai futuri spettatori quale titolo avrebbero voluto veder affibbiato al film. E la gente scelse il bizzarro Jimmy Bobo. Ecco spiegato l’arcano.
Jimmy Bobo – Bullet to the Head è stato in Italia distribuito il 4 Aprile del 2013 dopo aver avuto la sua prima mondiale al Festival di Roma il 14 Novembre 2012.
Ecco, è il classico esempio di film abbastanza mediocre, dobbiamo essere obiettivi e molto sinceri, il tipico film che i recidivi, irriducibili, nostalgici fan del regista tengono, così come tutte le sue opere, anche quelle meno riuscite ed efficaci, in altissima auge, e che invece vien fin troppo screditato dalla Critica eccessivamente sussiegosa, che lo reputa brutto. Diciamo che, non sempre, Metacritic certifica con la sua media recensoria la giusta validità e il valore di una pellicola ma, in questo caso, il suo 48% di score è perfetto, calza vellutatamente, come i guanti indossati da Stallone nell’incipit, in maniera aderentissima rispetto all’esatta, media levatura di tale pellicola.
Un film che dunque non è un capolavoro e nemmeno si può liquidare in modo altezzosamente snob come invece il pubblico, qui da noi, ha erroneamente fatto. E che non meritava, in home video, lo squallido trattamento che gli è stato riservato poiché Jimmy Bobo – Bullet to the Head nel nostro Paese non ha mai avuto la sua edizione in dvd e neppure quella in Blu-ray. Ed è solo attualmente visibile, prima che scompaia e lo rimpiazzeranno presto con un altro film di Stallone, statene pur certi, sul catalogo Netflix.
Film della durata di un’ora e trentadue minuti, sceneggiato da Alessandro Camon e tratto dalla graphic novel scritta da Alexis Nolent e illustrata da Colin Wilson.
La genesi di questo film è stata davvero peculiare. Inizialmente il film doveva intitolarsi Headshot e a dirigerlo era stato designato Wayne Kramer (Crossing Over) ma, in seguito a scontri con la produzione e con Sly soprattutto, Kramer fu fatto fuori, Sylvester Stallone incontrò dunque privatamente Walter Hill e lo convinse ad assumerne la regia. Hill accettò di buon grado la proposta offertagli da Sly e tornò dunque dietro la macchina da presa dopo nove anni dalla sua ultima, bellissima fatica, Undisputed del 2002. Sì, Jimmy Bobo – Bullet to the, come detto, ha avuto la sua premiere nel 2012 ma le riprese si sono svolte l’anno precedente, da fine Giugno ad Agosto 2011.
Inoltre, l’antagonista di Sly nel film doveva essere Thomas Jane ma poi si optò per un partner asiatico, Sung Kang, per creare una strana coppia multietnica. Un po’ come avvenuto, appunto, per 48 ore con l’unica differenza che Eddie Murphy, ovviamente, era nero, afroamericano.
Dopo questa lunga, necessaria parentesi introduttiva, passiamo alla trama.
Di una semplicità linearissima e al contempo dagli sviluppi piuttosto ingarbugliati e non poco affrettati e confusi. Perché i protagonisti e i personaggi di contorno della vicenda sono pochi ma lo script, onestamente, è parecchio incomprensibile.
Jimmy Bobo (Stallone) è un sicario professionista, un criminale arrestato ventisei volte e con varie condanne all’attivo che, assieme al suo collega, Louis Blanchard (Jon Seda, sì l’attore di Verso il sole di Cimino), in piena notte ammazza Hank Greely (Holt McCallany, Mindhunter), uno sbirro corrotto che si stava apprestando a far baldoria e sesso bollente con una prostituta. Jimmy risparmia la vita della prostituta.
Poco dopo, in un pub, Blanchard viene a sua volta sgozzato e ucciso da un corpulento macho di nome Keegan (Jason Momoa).
Nei giorni seguenti, il poliziotto coreano Taylor Kwon (Kang) giunge sul posto per far chiarezza sull’omicidio di Greely. Ed entra immediatamente in contatto con Jimmy Bobo.
Kwon dovrebbe arrestare Bobo per il suo mestiere criminoso e per il fatto che ha ammazzato il suo amico Greely ma scopre che ciò non gli conviene. Perché c’è del marcio in città e Bobo è l’unico che, nonostante i suoi modi assassini e bruschi, può sgominare i corrotti.
Bobo ha una figlia, Lisa (Sarah Shahi) che, dopo aver mollato la facoltà di Medicina, ora svolge la professione di tatuatrice. E Kwon se ne innamora. Così Jimmy e Kwon si alleano, smascherando un avvocato truffaldino (Christian Slater) e arrivando alla resa dei conti finale.
Che dire? Walter Hill sa di girare un film su commissione e non s’impegna più del dovuto, a parte filmando riprese aeree dei grattacieli, concedendosi qualche sollazzo visivo e alcuni affascinanti, sbrilluccicanti effetti ottici che giocano, di saturazioni fotografiche, con le luci dei fari e delle insegne notturne. E realizza un compitino decoroso, ma non glorioso, memore del Cinema naïf a base di cazzotti e action anni ottanta, costruito sull’icona Stallone, un buzzurro tutto muscoli dalle maniere rudi, sbrigative ma eccezionalmente risolutive. Permettendogli di spogliarsi ed esibire alla sua avanzata età il torso perfettamente muscoloso, con tanto di tartaruga.
Il film è tutto qua. Se provate, appunto, nostalgia per il Cinema degli eighties e volete trascorrere una serata in compagnia di un film muscolare e virile non troppo impegnativo, Jimmy Bobo – Bullet to the Head è il film adatto a questo genere di vostri gusti. La visione migliore che potete avere.
Basta che teniate a mente che i capolavori di Hill sono altri.
di Stefano Falotico